Come stanno davvero i toscani? E’ quanto si chiedono coloro che vivono in questa regione aspettando, ormai da ben sei anni, la versione integrale della Relazione sanitaria regionale 2009-2013, nella quale dovrebbero essere finalmente contenuti i dati particolareggiati riferiti a diagnosi, ricoveri, decessi, uso di farmaci, etc. della popolazione toscana, Comune per Comune. Gli ultimi dati completi sono obsoleti, perché sono quelli relativi alla Relazione Sanitaria Regionale 2006-2008.
Non può bastare quanto è scritto in modo trionfale ed un po’ propagandistico nella sintesi della Relazione sanitaria regionale 2009-2013, curata dall’Ars, l’Agenzia regionale di sanità, e dalla Direzione generale Salute dell’assessorato: “Come stanno i toscani? Bene, grazie. Vivono a lungo e in buona salute. Merito senz’altro dell’ambiente e degli stili di vita, ma anche dell’elevato livello dell’assistenza sanitaria.” Ed ancora la Toscana non era balzata in testa alla classifica delle regioni per i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)! Però di questa relazione si può dare anche un’altra lettura: “Come stanno i toscani? tristi, grazie”.
La Toscana detiene il primato nazionale del ricorso a farmaci antidepressivi. La causa sarà il lavoro, l’ambiente, le difficoltà da superare per accedere ai servizi sanitari, le abitudini di vita, sarà che si beve più alcol della media italiana, che si fuma di più della media nazionale (le donne) o un mix di tutte queste? Insomma, si muore sempre di meno e si vive perciò più a lungo, ma da depressi o da dementi (per questa grave patologia anche noi siamo ai vertici europei) e l’aspettativa di vita sana, cioè indenne da gravi patologie o invalidità è diminuita a partire dal 2003 in tutta Italia e non fa eccezione la Toscana (vedi dati Eurostat, ufficio statistico della Commissione Europea).
Si continua ad investire sulla cura delle malattie cui è ancora destinato il 97% della spesa sanitaria e non sulle cause delle malattie, cioè sulla Prevenzione Primaria e si sottovaluta il ruolo dell’ambiente, che non è “sano”, come ci vorrebbe far credere l’Ars. Tanto per fare qualche esempio, le aree di Massa, Livorno, Piombino e Orbetello sono ufficialmente aree ad alto rischio ambientale, cioè Siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN); le zona di Rosignano e della Val di Cecina e quella di Scarlino – Follonica sono inquinate da arsenico e mercurio; poi c’è l’enorme area sottoposta all’inquinamento della geotermia, da Larderello (PI) all’Amiata senese e grossetano, zona che a breve sarà inquinata ulteriormente anche dalla combustione di biomasse legnose. E poi la Piana Firenze – Prato – Pistoia, un’area che da molti anni, avrebbe bisogno di robusti interventi di riqualificazione ambientale, data la criticità sanitaria, e dove invece continuano le speculazioni edilizie, si continuano a pianificare interventi peggiorativi (accrescimento del traffico aeroportuale con la nuova pista, terza corsia A11, inceneritore di Case Passerini su tutti)
Anche la salute mentale dei bambini toscani è in crisi, è scritto nella sintesi della relazione dell’Ars. Nel novembre del 2006 un importante articolo pubblicato su The Lancet a firma di due prestigiosi ricercatori della Harvard School of Pubblic Health ha rilanciato con forza la tematica dei danni neuro-psichici (la cosiddetta Pandemia silenziosa), nei bambini sottoposti ad inquinamento da metalli pesanti ed interferenti endocrini. I tumori infantili – si tratta soprattutto di tumori cerebrali e del sistema del sangue – destano sempre grande preoccupazione, seppur siano lievemente ridotti in Toscana; l’Italia detiene il triste record dell’incremento dei tumori infantili rispetto all’Europa.
La salute del bambino si gioca già nell’utero materno, cioè in momento in cui l’embrione è particolarmente sensibile agli inquinanti, specie a quelli ambientali. Non sarà che questo ambiente toscano non è poi tanto sano e che l’inquinamento non è così ininfluente come ci vogliono far credere dall’Agenzia regionale sanitaria? “L’inquinamento atmosferico, insieme ai cambiamenti climatici, rappresenta oggi la maggior preoccupazione per la salute pubblica” (è stato ribadito alla Conferenza Internazionale” Update su salute ambientale globale”, che si è tenuta ad Arezzo il 28 febbraio 2015, organizzata da Isde – International Society Doctors for Environment, Regione Toscana e in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità).
Nell’ambito di questo convegno si è sottolineato la assoluta necessità di ridurre drasticamente l’esposizione a tutte le forme di inquinamento chimico e fisico, dal traffico, alle aree inquinate, agli impianti inutili (come gli inceneritori), all’uso di pesticidi, all’inquinamento della filiera alimentare e dell’acqua (vedi la stringente necessità di eliminare le pericolose condutture in cemento-amianto), all’inquinamento elettromagnetico, per preservare la salute e tutelare in maniera particolare i bambini, che sono particolarmente sensibili, e le fasi più importanti della vita come gravidanza ed i primissimi anni di vita.
La salute del bambino, ma anche dell’adulto, si gioca infatti si da quando è nell’utero materno. L’incremento delle patologie cronico-degenerative da cause endogene (immunomediate, neoplastiche, neuro-degenerative, endocrino-metaboliche, cardiocircolatorie) appare sempre più chiaramente correlato alla repentina alterazione dell’ambiente prodotta dall’uomo ed alle (conseguenti) trasformazioni (epi)genomiche che avvengono nelle prime fasi dello sviluppo del feto e del bambino (Barker Hypothesis/Hygiene Hypothesis).
Una copertura vaccinale a tappeto, con un vaccino trivalente, contro diossine, metalli pesanti e particolato ultrasottile – con l’aggiunta di un corno rosso – sarebbe da consigliare a tutti gli abitanti della Piana Firenze – Prato – Pistoia, se vi sarà impiantato l’inceneritore di Case Passerini, se sarà ampliato l’aeroporto Vespucci e l’autostrada verso il mare, per evitare problemi gravi come affezioni broncopolmonari, malattie cardiovascolari, del neurosviluppo, tumori, decessi e per scongiurare di vedersi atterrare addosso un aeroplano.
Gian Luca Garetti
Medicina Democratica e Isde, ‘medico sentinella’ che lavora nella Piana
Gian Luca Garetti
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