Il 7 marzo 2015 si è tenuto un convegno promosso da alcuni comitati toscani che si occupano di mobilità, dalla Rete dei Comitati in Difesa del Territorio e dall’Università di Firenze (DIDA – LAPEI). Obiettivo dell’incontro era inquadrare i problemi di mobilità dell’area fiorentina all’interno della perversa logica delle “grandi opere inutili”, mostrare possibili soluzioni ai problemi di trasporto, far emergere le potenzialità di un territorio e delle infrastrutture già esistenti.
Dagli interventi sono emerse alcune caratteristiche patologiche delle pesanti infrastrutture che si vorrebbero imporre nell’area che va da Firenze a Pistoia:
• La “follia TAV”, un enorme scavo in area urbana che fa paura per i rischi che presenta e per la totale e assurda inutilità, stante il fatto che il servizio di alta velocità già serve la città e potrebbe essere razionalizzato senza grossi problemi.
• I mozziconi di tranvia, che non risolveranno i problemi di mobilità pubblica perché mancanti di ogni pianificazione, ancora incentrati su un centro cittadino svuotato di funzioni, imposti alla città dalle imprese di costruzioni e dagli stessi produttori dei mezzi, talvolta affiancati a linee ferroviarie già esistenti e sottoutilizzate.
• Un aeroporto giustamente definito un pachiderma che si abbatte su una Piana già compromessa da operazioni urbanistiche sbagliate, con impatti ambientali e danni alla salute delle persone pesantissimi e irrisolvibili.
In tutti i casi si è verificato come la sudditanza alla grande impresa finanziarizzata e una acritica sudditanza a questa della politica siano il motivo conduttore che ben spiega l’anomalia di tutti i progetti imposti al territorio.
Intervista a Paolo Berdini
Nel corso delle relazioni si è evidenziato come sarebbe possibile trovare soluzioni efficaci che vadano a sostituirsi all’eccessivo uso del mezzo privato con interventi infrastrutturali razionali e un uso corretto di quanto già esiste. Partendo da questo principio, si è visto come il considerare la centralità della città storica sia sbagliato e anacronistico, mentre invece una rete di anelli di mobilità (anche su ferro) fin nella Piana sarebbero una risposta globale alle esigenze di spostamento in tutta l’area metropolitana.
Intervista ad Alberto Ziparo
Nel convegno è emersa soprattutto una capacità progettuale, nata dal convergere del lavoro della cittadinanza attiva, dei tecnici e dell’Università: è un patrimonio di conoscenze di altissimo livello, naturalmente in diretto conflitto con la logica delle grandi opere inutili che rispondono solo al bisogno di profitti di un sistema di grandi imprese finanziarizzato, un cancro che sta devastando il mondo e soprattutto l’Italia.
La sfida futura dei movimenti è riuscire a trasformare questa ricchezza culturale in azione politica e nel metterla a disposizione di tutta la società. La politica ufficiale naturalmente non vuol vedere: vedrebbe specchiata la propria miseria.
Intervista a Ivan Cicconi
Tiziano Cardosi, attivista Comitato NoTunnel Tav e perUnaltracittà
Tiziano Cardosi
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