Nel 1971 il Presidente Nixon firmò il National Cancer Act, un ambizioso progetto con cui si delineava la strategia della guerra al cancro, guerra che gli Stati Uniti erano decisi a combattere e che pensavano di poter vincere.
Recentemente, il 2 aprile di quest’anno, è apparso sulla prestigiosa rivista Nature un articolo intitolato “Change the Cancer Conversation” di Colin Macilwain, giornalista scientifico scozzese, in cui si dice che la battaglia contro il cancro, ben lungi dall’essere stata vinta, sta cambiando strategia focalizzandosi sui test diagnostici e sulla terapia invece che sulla ricerca delle cause e sulla prevenzione.
I trattamenti farmacologici, i cosiddetti chemioterapici, che spesso non servono altro che a prolungare di qualche mese la sopravvivenza, diventano sempre più costosi, tanto che non saranno più disponibili per tutti, come già non lo sono per i paesi più poveri.
Big Pharma sembra influenzare pesantemente anche istituzioni pubbliche come il National Cancer Institute(NCI), il cui budget per la ricerca sulla prevenzione è sceso dall’11% nel 2003 al 6% nel 2013. I rappresentanti di Big Pharma, si dice nell’articolo, siedevano in prima fila anche alla prima conferenza, tenutasi a Ginevra lo scorso marzo, su ’Global Action Against Dementia’.
Questa scelta di concentrare le risorse sulla ricerca di nuove terapie, spesso inefficaci e sui test diagnostici, anziché sulla prevenzione, è nell’interesse dell’industria.
L’origine del cancro, però non risiede solo in mutazioni casuali insorte nel DNA, ma anche in centinaia di migliaia di modificazioni epigenetiche indotte dalla miriade di agenti fisici e sostanze chimiche tossiche con cui veniamo in contatto, ancor prima di nascere. Quindi va ripensata la strategia.
E’ l’ambiente il vero bersaglio su cui indirizzare i nostri sforzi e la Prevenzione Primaria, cioè la difesa della salubrità degli ambienti di vita e di lavoro, la riduzione dell’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti ed ai cancerogeni, cioè le strategie preventive ( a partire dai corretti stili di vita) devono essere l’obbiettivo principale da perseguire per la difesa della salute presente e futura, ivi compresa la guerra al cancro.
*Gian Luca Garetti, medico, attivo in Medicina Democratica, Isde e perUnaltracittà
Gian Luca Garetti
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