Se in questi giorni siete capitati nel grande stand che Toscana Aeroporti terrà aperto fino al primo novembre in Piazza della Repubblica a Firenze, avrete quasi certamente assistito a discussioni, talvolta accese, sul plastico al centro della propaganda – quell’attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni – della neonata società aeroportuale per valorizzare la nuova pista unidirezionale da 2.400 metri. Quando i documenti ufficiali di Regione Toscana, Arpat ed Enac, il soggetto regolatore delle attività di trasporto aereo in Italia, mettono nero su bianco che la pista può essere al massimo di 2.000 metri e che circa un volo su cinque passerà sopra il centro di Firenze, tra Rifredi e Rovezzano, per allietare il riposo e la tranquillità di decine di migliaia di fiorentini.
Il plastico racconta infatti una mezza verità: è evasivo, vago, ambiguo nella migliore delle ipotesi. Su di esso sono rappresentate le linee di decollo e atterraggio dell’80% dei voli, quelli “buoni” dalla parte di Prato. Il modello, molto ben curato, nasconde l’amara verità del rimanente 20%, ovvero dei voli che decollano e atterrano sopra la città di Firenze.
Una verità che i maître à penser del nuovo aeroporto negano sempre e comunque o tutt’al più celano dietro pseudo ragionamenti. Memorabile in tal senso la risposta del viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini ad un’interrogazione di Massimo Artini, deputato del Gruppo Misto alla Camera: “Non vi è dubbio che l’operatività della nuova pista di volo è prevalentemente di tipo unidirezionale: le manovre di decollo, infatti, avvengono esclusivamente da Firenze verso Prato, mentre quelle di atterraggio avvengono tutte da Prato verso Firenze“.
Come possono stare insieme gli avverbi “esclusivamente” e “prevalentemente”?
A Toscana Aeroporti, la società presieduta dall’uomo di Renzi, Marco Carrai, e nelle mani del magnate argentino Ernesto Eurnekian, coinvolto tra l’altro nel processo per bancarotta fraudolenta della compagnia Volare, nell’allestimento dell’impianto pubblicitario per convincere il popolo fiorentino della bontà del progetto è sfuggito un particolare, sempre sulla falsa unidirezionalità della pista.
Nel video proiettato nell’area multimediale dello stand ad un certo punto interviene Luca Ermini, responsabile area movimento e terminal dell’aeroporto di Firenze. Per avvalorare l’utilità della nuova pista confessa che è proprio l’unidirezionalità il più grande problema dell’attuale pista. Dice Ermini: “Gli aspetti che limitano pesantemente l’operatività della pista di Firenze sono il suo orientamento e la sua lunghezza […]. A Firenze la vicinanza del Monte Morello alla pista di volo rende di fatto la pista unidirezionale. Se il vento soffia dall’autostrada con un’intensità uguale o superiore a dieci nodi l’aeromobile non può atterrare da Monte Morello e i comandanti sono costretti a dirigersi verso un altro scalo. Al contrario se il vento soffia a velocità uguale o superiore a dieci nodi da Monte Morello l’aeromobile può decollare dall’autostrada ma solo in condizioni meteorologiche particolari e con limitazioni, altrimenti i comandanti sono costretti a cancellare il volo“.
Se la logica ha un senso la nuova pista per risolvere questi problemi deve quindi essere bidirezionale e passare sopra Firenze. Una volta su cinque, come affermato dalle istituzioni che hanno licenziato il corposo “Rapporto ambientale di Integrazione al Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana” ai sensi della legge 10/2010, che vi invitiamo a scaricare e leggere e da cui riprendiamo la cartografia e la tabella che dovevano essere la base dati ufficiale della costruzione del plastico di Toscana Aeroporti. Ecco l’analisi veritiera, vergata da Enac, da cui si evince che il 18% dei voli passerà sopra Firenze, sia in decollo che in atterraggio.
Nel plastico si rappresentano invece solo i decolli (linee verdi) e gli atterraggi (linea blu) della nuova pista, definita 12/30, quelli in direzione di Prato. Mancano totalmente i decolli e gli atterraggi su Firenze, e le relative curve di rumore. Per comodità abbiamo estrapolato dal documento le mappe fondamentali per un libero dibattito sul nuovo aeroporto fiorentino. La realtà è ben diversa da quella rappresentata da Toscana Aeroporti. Nel video che vi proponiamo Lorenzo Bigagli, ricercatore del Cnr e animatore del sito indipendente Piana Sana, ha costruito un modello con Google maps che simula l’atterraggio sopra Firenze a partire proprio dai dati ufficiali. Di tutto questo in Piazza della Repubblica non troverete niente.
https://youtu.be/WVpc9IivPf4
La prima mappa estrapolata dal Rapporto Ambientale, cliccateci sopra per ingrandirla, rappresenta le curve dei decibel a cui saranno sottoposti i fiorentini sull’asse Rovezzano – Coverciano – Campo di Marte – Le Cure – Rifredi – Firenze Nova per gli atterraggi sulla nuova pista. È assente dal plastico.
La seconda mappa evidenzia le curve di rumore per i decolli sull’asse Firenze Nova – Rifredi – Le Cure – Campo di Marte – Coverciano – Rovezzano. È assente dal plastico.
La terza mappa rappresenta le curve di rumore per gli atterraggi sulla nuova pista dalla direzione di Prato. È stata correttamente rappresentata sul plastico.
La quarta mappa evidenzia le curve di rumore per i decolli sulla Piana fiorentina in direzione di Prato. È stata correttamente rappresentata sul plastico.
Recentemente Luciano Battisti, generale dell’aviazione, ha analizzato la vicenda fiorentina per poi intervenire nel dibattito denunciando come “Su 50.000 movimenti annui saranno circa 5.000 gli atterraggi per pista 30 e poco più di 4.000 i decolli in direzione di Firenze. In sintesi, il 18% dei 50.000 movimenti interesserà la città”. Lo stesso Comune di Firenze, non certo nemico di Toscana Aeroporti, è stato costretto a redigere un Parere Tecnico (delibera di giunta n.376 del 16/10/2015) in cui, a pagina 14, mette nero su bianco “Da tutto quanto sopra richiamato si rileva che il progetto proposto con il Master Plan aeroportuale 2014-2019, anche alla luce delle integrazioni presentate, risulta non conforme agli strumenti urbanistici comunali“. Val la pena di ricordare come le stime sull’impatto ambientale dell’Arpat siano calcolate su una pista di lunghezza minore e quindi su veicoli più piccoli, meno inquinanti e rumorosi.
Alla luce di tutto questo chiediamo alle istituzioni interessate, in primis alla Regione Toscana, come sia possibile che una presentazione ufficiale del nuovo aeroporto di Firenze presenti dati parziali e contraddittori rispetto a quanto dichiarato in sede istituzionale e scritto su documenti regolarmente approvati?
Le autorità che sono state invitate a intervenire al dibattito all’interno dello stand sono a tal punto all’oscuro di quello su cui intervengono da ignorare le contraddizioni che abbiamo qui messo in rilievo?
Quando finalmente si farà chiarezza sull’ingarbugliato iter della realizzazione del nuovo aeroporto? Magari considerando costi e benefici di una infrastruttura che più viene vista da vicino meno può convincere, mentre appare sempre più chiaro che ha impatti pesantissimi in termini ambientali e di salute pubblica su un’area già fortemente compromessa.
Fino a dove si è disposti a spingersi in difesa di affaristi e speculatori?
*perUnaltracittà -Firenze
perUnaltracittà
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sono daccordissimo con voi
prima di tutti i giustissimi dettagli tecnici – negativi per questa realizzazione – si potrebbe chiedersi: Ma davvero chi tutta questa gente che deve venire direttamente a Firenze da ogni dove (senza passare da Pisa) a fare cosa? in più di tutta questa massa che già ci opprime e sopprime ? miliardari con il tempo contato che vengono a investire- ma cosa? ma dove? ma chi?
E l’Università già abbastanza disagiata – poveretta – continuamente sorvolata/disturbata abbandonata in una orrida periferia estraniante?
Insomma sono contraria assolutamente
Chi viene a Firenze? Migliaia di cittadini mondiali. A fare cosa? Turismo (è una delle città piu’ belle del mondo….) o per affari (un esempio su tanti, Pitti).
Se dovessi raggiungere una città e mi vendessero il biglietto per una destinazione distante un’ora, certo sarebbe un disagio.
bene l’ampliamento, sia per un servizio reso a chi fa girare l’economia a Firenze, sia per la città di Firenze, per avere un aeroporto degno di questo nome, senza dimenticarci, che darà molti molti posti di lavoro all’indotto e non
Cara signora Marina, è mai stata a Londra o a Parigi in aereo? Si sarebbe accorta che è normale fare un’ora di pullman per ragiungere il centro. L’aereoporto Galilei potrebbe benissimo chiamarsi Firenze-Pisa senza aggravare la piana fiorentina di ulteriori infrastrutture
Ringrazio per il buon lavoro e la corretta informazione. Non riesco ancora a capire la necessità di ampliare l’aeroporto di Peretola, con Bologna e Pisa a meno di un’ora. La Piana è già troppo inquinata e rumorosa. La spesa per la pista potrebbe essere meglio utilizzata per edere più rapido il trasporto su ferro per Pisa. In particolare per gli abitanti di Campi la nuova pista sarà una iattura. Firenze non ha bisogno di un aeroporto più grande per il proprio turismo, ma di una gestione migliore dei servizi (banale: servizi igienici disponibili per i Turisti ben disposti sul territorio; migliore arredo urbano; un buon lavoro di indirizzo sui Musei e monumenti “minori”…ecc ecc.
Chi sono gli affaristi e speculatori secondo voi ? io non ho capito ! Se sono gli imprenditori per la ristrutturazione , possono essere gli stessi per l’ampliamento e la costruzione dei collegamenti con Firenze qualora fosse deciso per Pisa. Gli altri operatori turistici commercianti, e nuovi posti di lavoro, comunque ci sarebbero anche se fosse destinato a Pisa l’intervento, sinceramente per chi vuol manipolare ed approfittare del denaro pubblico cosa cambia fra Firenze e Pisa , dove almeno in questo caso tutto sarebbe migliore?
Se ci sono due possibilità e si sceglie quella più costosa e con più controindicazioni, viene il sospetto che il fine sia altro, probabilmente speculativo
Vorrei aggiungere al mio commento un’altra considerazione , Limitare il movimento aereoportuale alla sola Firenze mi sembra decisamente riduttivo, siamo una regione che hai i valori turistici, economici, sociali come un insieme, e quindi non è giusto pensare che tale movimento non debba essere valido e necessario per tutta la regione. Ampliare e rendere veramente internazionale Pisa, ed incrementare i collegamenti pubblici e molto frequenti e veloci per i tre o quattro punti strategici della regione eumenterebbe di molto la recettività e l’offerta, permettendo una domanda notevolmente maggiore, oltre a produrre dei collegamenti che già mancano per l’attuale quotidiano. Ma così è troppo facile e forse costa meno.