La Toscana è anche terra di inceneritori, grazie ai decisori politici locali e nazionali. Vi sono zone di eccellenza, dal punto di vista della moderna/sostenibile gestione dei rifiuti, come la mitica Capannori ed Empoli e ci sono zone in cui la raccolta differenziata è stentata, perché vi si progetta di costruire nuovi inceneritori o perché vi sono già attivi. E’ il caso della Piana FI-PO-PT, del costruendo inceneritore di Firenze e di quello di Montale: un impianto ’dannoso per la salute dei cittadini e non controllabile’ così il Tribunale di Firenze certifica l’inceneritore di Montale (sentenza del Tribunale della Corte d’Appello di Firenze del 17.09.2015, inceneritore di Montale.
1-Nella Piana FI-PO-PT dove si vorrebbe impiantare sciaguratamente l’inceneritore di Firenze, sono attivi nello spazio di pochi chilometri, già tre inceneritori: l’inceneritore Faggi (Sesto fiorentino), quello di Baciacavallo (Prato) e l’inceneritore di Montale (Pistoia). L’inceneritore di Montale, è un impianto in funzione dalla fine degli anni 80, situato al confine fra 4 comuni (Agliana, Prato, Montale e Montemurlo). CIS Spa è un´azienda a capitale interamente pubblico, di proprietà dei Comuni di Agliana, Montale e Quarrata, che ha per oggetto la gestione dell´impianto di incenerimento, la cui conduzione però è affidata attualmente alla società Ladurner Srl. E’ inserito in un contesto fortemente critico per la pressione ambientale di molteplici sorgenti lineari e puntuali, cioè in una zona molto inquinata. Essendo l’inceneritore un’industria insalubre di prima classe sarebbe indispensabile un corretto funzionamento, una corretta gestione e un monitoraggio attendibile delle ricadute sanitarie, con studi epidemiologici veloci, come quelli che prendono in esame eventi acuti, come ricoveri per infarto, malattie polmonari, asma, esiti delle gravidanze, forniti di mappe delle ricadute, senza però rinunciare a studi di coorte, ben fatti. http://www.altreconomia.it/
2-La ‘scarsa affidabilità dell’inceneritore’ di Montale (sentenza del Tribunale di Milano http://www.omceopistoia.it/), deriva da una storia fatta di ripetuti sforamenti di diossine, furani, PCB, ossidi di azoto, ammoniaca, di ritardati fermi temporanei, di ceneri disperse, di inopinate accensioni e spegnimenti, di criticità gestionali, di sentenze di tribunali, di arbitrati legali fra l’attuale gestore ed il CIS, di ‘interpretazioni personalistiche di Arpat’, http://www.lineefuture.it/
3–Due sono stati i malfunzionamenti principali degli ultimi anni, rispettivamente nell’estate del 2007 e nell’estate del 2015. Ma la criticità dell’impianto era già stata evidenziata. Nel 1998 vi erano state emissioni 10 volte superiori ai limiti, ma grazie a deroghe l’impianto ha potuto continuare a bruciare. Nel 2013 in settembre sforamenti per ossidi di azoto. Ceneri tossiche provenienti dalle combustioni di rifiuti sono state sparse irregolarmente all’intorno dell’inceneritore, ed attendono bonifica http://www.lineefuture.it/
4– Nell’estate del 2007 l’inceneritore di Montale, ha emesso in atmosfera microinquinanti (diossine, furani, PCB) oltre i limiti, per due mesi e mezzo. Si calcola che siano stati emessi in questo periodo circa 50 milioni di nanogrammi di diossine, cioè la dose massima tollerabile da circa 1 milione di individui adulti in un anno. Solo dopo più di due mesi dal primo controllo, arriva la tardiva ordinanza di chiusura temporanea dell’impianto. In seguito a questo incidente sia nelle matrici biologiche sia nel latte materno di due mamme di Montale, sono stati trovati PCB-dioxin like con un profilo del tutto sovrapponibile a quello dei PCB emessi dall’impianto. L’esposizione a diossine e PCB, sostanze che agiscono come cancerogeni ed interferenti endocrini, è sempre pericolosa per la salute, anche a dosi piccole, lo è particolarmente in gravidanza e durante le prime fasi della vita. Per queste sostanze non esiste una soglia di sicurezza! Da ‘un tavolo istituzionale’, si passa ad un ‘tavolo tecnico’ che indica un monitoraggio costituito da tre parti: indagine ambientale, indagine su matrici animali e vegetali ed indagine epidemiologica. Le prime 2 indagini vengono concluse nel 2011, l’indagine epidemiologica è ancora in corso. Il tutto avrebbe dovuto essere completato nel 2011 (Un problema vero: l’inceneritore di Montale- dr. Roberto Biagini, Direttore U.O Igiene e Sanità pubblica ASL3 edito su la Voce Ordine Pt-2010).
5–Nell’estate del 2015, nonostante dal 2010 l’impianto sia dotato di BAT (Best Available
6-L’impianto che era autorizzato a trattare 150 ton/giorno (in partenza erano 120) di rifiuti, urbani, ospedalieri e speciali, dal 14.05.2015 tramite sentenza del TAR della Toscana, ha avuto la possibilità di incenerire fino a 220 tonnellate al giorno! Vista la sua grande affidabilità…
L’Ordine dei Medici di Pistoia, manifesta la propria contrarietà a questa concessione e non solo, in una lettera indirizzata ai Sindaci di Montale, Agliana, Quarrata, al dr L. Biancalani Assessore alla salute del Comune di Prato, al dr. F. Sarubbi Presidente OMCEO Prato, ed al dr Morello Marchese Commissario Area vasta ed a tutti gli Ordini dei Medici della Toscana: ‘i medici, come professionisti deputati a tutelare la salute delle persone, non possono rinunciare a denunciare l’aumento delle malattie provocato dall’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, dal degrado ambientale e dallo sfruttamento insensato delle risorse naturali’ , in cui si stigmatizza’ l’incenerimento non risolve il problema dei rifiuti, sia perché lo sposta in atmosfera e in discarica dove vengono conferiti i residui tossici della combustione e della depurazione dei fumi, sia perché confligge soprattutto con la riduzione dei rifiuti ed il riciclo dei materiali…’ e si invoca il Principio di Precauzione ‘prudenza e assunzione di responsabilità da parte dei decisori, adducendo la “fragilità” del territorio di Agliana e Montale’. http://www.omceopistoia.it/
7-Nei territori di Agliana e Montale, nel periodo che va dal 1987 al 2008, si è trovato un eccesso di mortalità statisticamente significativo per malattie endocrine nelle donne di Agliana e sul totale dei decessi, la percentuale dovuta a patologie oncologiche, è più elevata rispetto ai confronti. Quest’ultimo parametro sanitario è indicativo di inquinamento ambientale. Inoltre si sono riscontrati eccessi di mortalità statisticamente significativi per singoli tumori, nei comuni aggregati e non, e nei 2 sessi.(USL 3 ’Approvazione del progetto di indagine epidemiologica sulle patologie ambiente-correlabili nell’area di ricaduta delle emissioni dell’inceneritore di Montale, del 19 febbraio 2013). La fragilità del territorio di Agliana e Montale emerge anche dai continui sforamenti di PM 10 e PM 2,5 della centralina di Montale, classificata rurale-fondo, che ha recentemente assunto rappresentatività territoriale ed è stata inserita nell’area della Piana Prato-Pistoia. Secondo le stime di ASL-ARPAT il contributo dell’inceneritore sarebbe poco rilevante.
8– Scrive l’Ordine dei Medici di Pistoia: ‘Per quanto riguarda l’ Indagine Epidemiologica sulle patologie tumorali ambiente-correlabili nell’area di ricaduta delle emissioni dell’inceneritore di Montale, ad oggi non siamo in possesso di date certe per avere i risultati, che purtroppo non potranno essere significativi per gli esigui gruppi a confronto; fra l’altro riferiti a due sole patologie: linfoma non Hodgkin e Sarcomi dei tessuti molli [i STM sono molto rari, hanno un’incidenza di 1 caso/100.000 abitanti] . ‘Dunque, dalle emissioni di diossina del 2007, dopo otto anni, probabilmente saranno a disposizione i dati dell’Indagine solo nel 2016, insieme ai dati delle Malformazioni nei neonati’ http://www.omceopistoia.it/ Il protocollo iniziale di indagine era del tutto carente, solo descrittivo, prendeva in esame solo due tumori, non era in grado di studiare la valutazione di impatto sanitario delle emissioni degli inquinanti dell’inceneritore di Montale. Per cui dovrà essere predisposto un nuovo protocollo di approfondimento con modello diffusionale delle emissioni e georenferenziazione dei pazienti. Dovranno poi essere valutati l’impatto delle pregresse esposizioni, quello delle attuali esposizioni, recuperando le informazioni sugli esiti della gravidanza e le malformazioni congenite e l’incidenza di altre forme tumorali. E’ il mantra ‘more research is needed’, che risuona in quasi tutti i lavori scientifici riguardanti gli inceneritori e che gioca a favore dei gestori degli impianti e degli inceneritoristi. Dato che l’inquinamento è ormai ubiquitario e complesso, risulta molto difficile estrapolare le ‘impronte digitali’ degli inceneritori, per cui una ricerca tira l’altra, trascorre il tempo.
9–La sentenza del Tribunale di Firenze: l’inceneritore di Montale è dannoso per la salute dei cittadini e non controllabile. ‘In questo silenzio assordante da parte delle Autorità sanitarie e tecniche, che hanno il compito di rispondere alle domande di chiarezza e trasparenza richieste dai cittadini, ai quali ci uniamo, si fa sentire, molto significativa, la sentenza del Tribunale della Corte d’Appello di Firenze (17.09.2015), riguardante le emissioni di diossina (2007) da parte dell’inceneritore di Montale, per le quali si interessò prima il tribunale di Pistoia: la sentenza certifica l’inceneritore di Montale dannoso per la salute dei cittadini e non controllabile e dispone ‘il pagamento dei risarcimenti in favore delle 43 parti civili (mille euro per ciascuno) costituite nel processo contro Tibo e Cappocci (due dirigenti del Cis) http://www.omceopistoia.it/
La sentenza del Tribunale di Milano: scarsa affidabilità dell’inceneritore!
-‘Frattanto con una sentenza del Tribunale di Milano, sconosciuta fino a pochi giorni orsono, veniva respinta la denuncia di CIS, che reclamava la scadente qualità dei carboni attivi quale causa dei superamenti dei valori limite per diossine e furani: da parte del Giudice veniva ritenuta invece responsabile la scarsa affidabilità dell’inceneritore. Questo in accordo con la sentenza della Corte d’Appello di Firenze e della relazione di Arpat.’ http://www.omceopistoia.it/
10–Il ruolo dei fattori ambientali è troppo spesso sottostimato rispetto ai fattori legati allo ‘stile di vita’, spesso enfatizzati ed utili a far ricadere sul singolo, responsabilità che viceversa spesso provengono da errate scelte di strategie politiche ed economiche. (da Campagna Nazionale ISDE ‘Combustioni Zero’)
*Gian Luca Garetti
Gian Luca Garetti
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