Regione Toscana: da 130.000 a 147.000 euro all’anno per un direttore generale, dove sta il risparmio?

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C’è una nota stonata in tutto questo rigore sui conti per quanto riguarda i dipendenti della Regione Toscana: tutto deve stare al di sotto del tetto, ma a volte questo tetto non appare così insormontabile.

La DGR 706 del 1 luglio 2015 stabiliva che il trattamento economico del direttore generale fosse determinato in 170.000 euro lordi annui e quello dei direttori in 130.000 euro lordi annui.
In un comunicato del 13 luglio 2015 intitolato “La Regione si riorganizza, ecco le nuove direzioni. Scompare il premio di risultato” la Regione vantava, con la solita veemenza trionfalistica, i risparmi ottenuti con il nuovo assetto: non più premi di risultato per i direttori, ma uno stipendio lordo annuo (al netto degli oneri riflessi, quindi ci costano ben di più) di 170.000 per il direttore generale mentre i 13 (in realtà oggi 14 con l’avvocatura generale) direttori percepiranno 130.000 euro (anche in questo caso annue lorde, al netto degli oneri riflessi), non un euro di più. Il comunicato sottolineava infatti che non saranno più previsti compensi per i risultati conseguiti: “I direttori continueranno a essere valutati rispetto agli obiettivi annuali assegnati, ma il lavoro svolto bene non comporterà alcun premio. In caso di valutazione negativa decadranno dall’incarico”. (Avete visto mai?).

Ma con DGR 82 del 29/1/2018 si “ridetermina” quanto statuito dalla DGR 706 del 1 luglio 2015 e si stabilisce che il trattamento economico annuo onnicomprensivo relativo all’incarico di direttore della Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale non è più 130.000 (che già sembravano eccessive) ma 147.000 euro lordi annui, al netto degli oneri riflessi.

Con decreto presidenziale n.19 del 30 gennaio 2018 poi, il Presidente nomina Monica Calamai come direttrice della direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale. Il dispositivo delle delibera dà atto che all’avviso di selezione pubblica per titoli sono state presentate 4 candidature e che si è svolta una istruttoria e un colloquio con i candidati finalizzato a valutare professionalità e la concreta idoneità. Calamai era Direttrice generale presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi. Lo stesso giorno Monica Piovi, la precedente direttrice della direzione Diritti di cittadinanza, è nominata direttore generale ESTAR con decreto del presidente della giunta regionale n.18 del 30 gennaio 2018.

Va detto per inciso che ogni volta che abbiamo posto questioni relative a un aumento di retribuzione per i lavoratori della Regione Toscana, in termini di progressioni orizzontali, di progressioni verticali (tali da riconoscere il lavoro più elevato già svolto), di aumento del fondo del salario accessorio, ci è stato detto, con la solita veemenza: MA NON CI SONO I SOLDI!!! oppure “dobbiamo rispettare il tetto!”.

Abbiamo detto: “ma con i nuovi compiti assunti con la riorganizzazione si potrebbe aumentare il fondo del salario accessorio”, “NON SI PUO’”, risponde la Regione. Sulla “armonizzazione” fra trattamenti accessori del personale regionale ex provinciale e regionale abbiamo ottenuto un’assicurazione dall’assessore Bugli che la Regione intende coprire il gap, ma noi chiediamo oltre al riequilibrio (che è questione di giustizia imprescindibile) anche progressioni orizzontali per tutti: regionali storici ed ex provinciali e su questo una risposta positiva va pretesa.

I soldi ci sono, solo che si usano per finanziare altre imprese, non si utilizzano per retribuire in modo congruo i lavoratori. Tutto aumenta, ma non le nostre retribuzioni. Le Posizioni Organizzative non sono una progressione di carriera, ma fanno la differenza, tuttavia solo una esigua minoranza vi ha accesso. E almeno fossimo trattati con rispetto, invece le grida d’allarme che riceviamo da parte dei lavoratori raccontano un’altra storia.

Tutto a posto?
Sarebbe meglio alzare la testa!

*Marvi Maggio

Cobas Regione Toscana https://rtcobas.wordpress.com/

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Marvi Maggio

Marvi Maggio, ricercatrice indipendente in questioni urbane e territoriali; socia fondatrice dell'International Network for Urban Research and Action; Architetta (laurea in Architettura Politecnico di Torino); abilitazione alla professione di architetto; Dottoressa di Ricerca in pianificazione territoriale ed urbana (Università di Roma La Sapienza); Master post lauream in Scuola di Governo del Territorio (SUM e Università di Firenze); Abilitazione Scientifica Nazionale alle funzioni di professore di seconda fascia per il settore disciplinare 8/F1 pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale.

4 commenti su “Regione Toscana: da 130.000 a 147.000 euro all’anno per un direttore generale, dove sta il risparmio?”

  1. Più che fare un titolone giacobino avrei colto l’occasione per parlare della perdita di valore del lavoro.
    Di tutto questo mi scandalizza la differenza con la base. I dirigenti prendono di più in proporzione (dati pubblici). E sempre di più rispetto al comparto. Quando vai a parlare degli stipendi della base si scatena la guerra tra poveri. La discussione continua a viaggiare su diversi binari. Invece dovrebbero incontrarsi e cogliere l’occasione per ricordare il valore del lavoro e quindi della persona. Soprattutto quando l’ipotesi di riduzione dell’orario di lavoro a pari reddito (per ora solo da parte della Germania e in una Land) non è ispirata in funzione ad un aumento della qualità della vita ma al recupero di potenziali consumatori.

  2. Fra gli articoli che ho scritto per la città invisibile molti sono dedicati al tema della grande differenza di reddito fra lavoratori del comparto, dirigenza e direttori in Regione Toscana.
    Te ne segnalo qualcuno:

    https://www.perunaltracitta.org/2016/10/20/regione-toscana-spesa-personale-fra-le-piu-basse-ditalia-non-ringraziamo/

    https://www.perunaltracitta.org/2015/12/11/in-regione-toscana-il-re-e-nudo/

    https://www.perunaltracitta.org/2015/09/19/dirigenti-e-organismi-politici-tutte-le-sperequazioni-in-regione-toscana/

    Sulla questione del valore del lavoro ho scritto recentemente un articolo su questo tema per comune-info:

    https://comune-info.net/2018/02/non-si-difende-lavoro/

    Quanto ai giacobini hai centrato il punto: io sono proprio (fieramente) giacobina!

    Marvi Maggio

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