La spogliazione del patrimonio pubblico di Firenze portata avanti dall’attuale giunta comunale, procede consegnando alle lobby immobiliari e finanziarie, anche attraverso il preliminare transito in Cassa Depositi e Prestiti, pregiati beni immobili, come teatri, palazzi e ville anche di grande valore storico architettonico. Fra questi beni della collettività destinati alla vendita, vi è il deposito dell’Ataf di Viale dei Mille, un edificio storico risalente a fine ‘800 che occupa con il suo grande piazzale una superficie di quasi due ettari.
Sebbene il deposito sia vincolato ad attrezzatura pubblica fino al 2030, la sua vendita, presenta per il privato, un duplice interesse: da un lato la notevole rendita che l’acquirente ricaverebbe dall’affitto della struttura all’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Firenze (Bus Italia/Sita nord), una controllata di Ferrovie dello Stato subentrata dopo la vana lotta dei lavoratori contro la privatizzazione di ATAF durata dal 2011 al 2013, cespite oggi incassato da Ataf Spa e quindi dal Comune di Firenze che detiene l’82,18% della società; dall’altro il rilevante potenziale speculativo dato l’inserimento dell’esteso complesso in una zona semi centrale e prossima ad un importante collegamento ferroviario.
L’eventuale privatizzazione dunque prelude ad una speculazione immobiliare non necessariamente dopo il 2030: se infatti il deposito perderà progressivamente la sua funzione a seguito dell’avvento delle tramvie e del conseguente ridimensionamento del trasporto pubblico su ruota, il futuro proprietario potrà richiedere un cambio di destinazione anche prima della scadenza del vincolo; tuttavia se il vincolo si protrarrà fino alla scadenza, gli introiti, sottratti alle casse comunali, dei 12 anni di affitto permetteranno di ammortizzare ampiamente l’acquisto dell’area.
La conseguenza di questa vendita è la perdita, in un futuro più o meno lontano, di un altro luogo storico della nostra città, destinato all’abbattimento e all’ennesimo insediamento di carattere turistico, commerciale e abitativo. In un processo assai deleterio di ulteriore crescita e densità dell’edificato urbano di cui certo non si sente il bisogno, in un quartiere già intensamente popolato e gravato da un forte traffico automobilistico.
Altre sarebbero le conseguenze se prevalesse nella sua futura destinazione, l’interesse collettivo, preservandone la proprietà pubblica e promuovendone un recupero fondato sulla partecipazione dei cittadini, e sul concorso di proposte e idee innovative. Per una trasformazione mirata a riequilibrare e decongestionare il tessuto urbano e, nel contempo, a migliorare la vita sociale della nostra città per evitare che si riduca a mero aggregato di edifici dotandola di qualità e di nuovi spazi di relazione e di cultura.
Come è avvenuto in tante città europee e italiane: un caso per tutti è quello di Ferrara dove l’ex caserma dei Vigili del Fuoco di 4000 mq è stata “consegnata a un gruppo di professionisti decisi a trasformare uno spazio abbandonato in una sorta di officina della cultura e della creatività”, in un investimento per il futuro di tutta la città e non per l’esclusivo appannaggio e potere dei soliti fruitori di rendite e profitti.
Invitiamo a partecipare al presidio il 4 maggio 2018 alle ore 16,30 di fronte all’ingresso del Deposito sul Viale dei Mille per contrastare l’ennesima spogliazione del patrimonio pubblico operata da un potere politico asservito agli interessi della speculazione finanziaria e immobiliare.
Partecipano ad oggi:
Comitato San Salvi chi può, San Salvi per tutti, CUB sanità Fi, PRC Fi, Comitato No Tunnel Tav, Confederazione Cobas Fi, USB Fi, perUnaltracittà, Il Melograno, Firenze riparte a sinistra, Potere al popolo-Firenze, Assemblea Beni comuni/Diritti.
*Comitato San Salvi chi può
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