Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Salvini su sicurezza e immigrazione. Chiariamo subito una cosa: si tratta di provvedimenti gravissimi che avranno effetti ben più ampi di quelli propagandistici. Elenchiamo brevemente i punti su cui il decreto modifica le misure di accoglienza:
- indirizza l’ accoglienza verso centri di ampie dimensioni, privilegiando il sistema prefettizio;
- esclude l’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e dei titolari di protezione umanitaria nello SPRAR, che viene rinominato Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati;
- sopprime il permesso di soggiorno per motivi umanitari e prevede, in casi eccezionali e/o residuali, altre forme di permesso di soggiorno quali “protezione speciale”, “casi speciali”, “calamità naturali”, “atti di particolare valore civile”;
- esclude l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo;
- abroga il riferimento alla ripartizione territoriale regionale;
- estende a 180 giorni il tempo di permanenza nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, in luogo degli attuali 90 previsti;
- estende la lista dei reati che comportano la revoca dello status di protezione internazionale;
- inserisce ulteriori limiti per la concessione della cittadinanza e ne dispone la revoca in caso di gravi reati e/o delitti con finalità di terrorismo;
- destina le risorse finanziarie allocate per gli sportelli comunali per il Rimpatrio Volontario Assistito al Fondo Rimpatri del Ministero dell’Interno
Questi provvedimenti rovineranno la vita di decine di migliaia di persone ed avranno un risvolto economico enorme. Infatti circa il 70% dei cosiddetti “rifugiati” in Italia hanno un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il decreto presentato dal ministro degli interni cancella questo tipo di permesso: chi è in attesa di fare la Commissione molto probabilmente avrà un diniego, coloro che attualmente risiedono legalmente nel paese con un permesso umanitario allo scadere (ogni due anni) non potranno rinnovarlo. Parliamo di più di 100 mila persone.
Senza troppi giri di parole Salvini trasformerà più di 100 mila persone in clandestini.
Lo fa solo per intensificare la propaganda sul tema? Certo che no. Salvini riesce a fare propaganda sul tema della sicurezza mentre i reati diminuiscono da anni, non avrebbe difficoltà a fare altrettanto sul tema immigrazione. La verità è che tutto il decreto è un enorme regalo alla mafia, alle reti clientelari della Lega ed agli imprenditori. Vediamo perché…
Innanzitutto, e questa è la conclusione più immediata, se trasformi in clandestini 100 mila persone impedisci loro di lavorare regolarmente con un contratto e dei diritti. Impedisci loro di affittare una casa, di avere un medico curante, di mandare i figli a scuola. Saranno persone che dall’oggi al domani si vedranno costrette per sopravvivere ad andare a lavorare al nero nei campi di pomodori o nelle fabbriche del tessile (ma un ministro degli interni non dovrebbe combattere il caporalato e il lavoro nero?). Un bel regalo agli imprenditori, un esercito di manodopera che non chiede altro se non il minimo per sopravvivere e che non possa nemmeno protestare o sporgere denuncia in caso di violazioni di diritti o delle norme di sicurezza sul lavoro.
Sicuramente molti migranti, piuttosto che fare questa fine, lasceranno l’Italia cercando fortuna in altri paesi europei.
E cosa succederà agli ultimi degli ultimi, coloro che non avranno nemmeno una di queste possibilità? Finiranno a spacciare, rubare o comunque in mano alla criminalità organizzata.
Ma passiamo alla seconda deduzione, forse un po’ meno lampante: con questo decreto Salvini assesta un colpo durissimo al cosiddetto “business dell’accoglienza” e di conseguenza ad una grossa fetta delle reti clientelari del PD ovvero l’universo dell’associazionismo e delle cooperative che negli ultimi anni aveva visto in quest’ambito una delle ultime fonti di finanziamenti pubblici. Un ambito che qualche volta è stato senza dubbio scenario di truffe ma che in realtà è molto controllato e funzionante: parliamo del sistema SPRAR, fiore all’occhiello dell’accoglienza in Italia e uno dei modelli più all’avanguardia in tutta Europa.
Salvini riduce all’osso questo sistema (non potranno accedervi i richiedenti asilo) e lo rimpiazza con il business della carcerazione: il suo decreto raddoppia infatti il tempo di detenzione nei centri di permanenza per i rimpatri (CPR). Per onestà intellettuale va precisato che è stato il PD, nell’ultimo governo, a volere fortemente che si aprisse un CPR in ogni regione e Salvini non ha fatto altro che mettere le mani su questo settore che regalerà fiumi di denaro pubblico ai privati. Salvini non vuole eliminare il magna magna sui migranti ma semplicemente reindirizzarlo verso altri: sostituire le cooperative e le associazioni del sistema di integrazione con gli imprenditori che gestiscono i centri di accoglienza o detenzione.
Un’altra nota indicativa in tal senso: il decreto non tocca i centri di accoglienza straordinaria (i CAS), il vero regno del business dell’accoglienza e delle infiltrazioni mafiose.
Altri fatti gravi:
- il decreto impedisce ai richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe: questo vuol dire che non potranno accedere a servizi basilari come la sanità (si daranno altri soldi pubblici ai privati che gestiscono i CAS per questo servizio?) ed i richiedenti non potranno nemmeno fare un banale contratto di lavoro (raccontatemi di nuovo la storiella che questi neri non hanno voglia di fare niente e quindi delinquono);
- sarà più difficile ottenere la cittadinanza e la si potrà perdere per determinati reati, così come lo status di rifugiato. Insomma: se non sei italiano figlio di italiani non potrai mai stare tranquillo, vivrai per sempre il rischio di ritornare straniero e clandestino e dunque una condizione di perenne ricattabilità.
Caro Thomas, dici: “Sicuramente molti migranti, piuttosto che fare questa fine, lasceranno l’Italia cercando fortuna in altri paesi europei”.
Ma con le regole attuali in Europa possono chiedere asilo in altri paesi? Mi pareva di no.
Ciao Tiziano. Nell’articolo mi riferivo a migranti che NON otterranno il rinnovo del permesso di soggiorno e dunque diventeranno clandestini. E’ evidente che se sei clandestino in Italia senza possibilità di vivere dignitosamente tanto vale essere clandestino in un altro paese dove però puoi trovare lavoro al nero o dove hai una rete di connazionali che ti aiuti.
In ogni caso i richiedenti asilo dovrebbero espletare le pratiche nel primo paese UE in cui mettono piede o, per meglio dire, in cui mettono mano, visto che si prendono loro le impronte digitali proprio per verificare che non siano stati prima in altri paesi (c.d. Regolamento Dublino). Anche dopo l’eventuale riconoscimento di una protezione internazionale o Umanitaria potranno soggiornare in altri paesi UE solo per brevi periodi. In Francia e in Germania esiste un vero e proprio sistema di rimpatrio verso i paesi di sbarco come l’Italia. Per esempio se sei entrato irregolarmente in Italia (ad esempio con un barcone) e ti hanno preso le impronte e poi vai in Germania, la Germania ti può rimandare in Italia. Tuttavia se sei entrato irregolarmente in un paese UE che ti ha preso le impronte e poi sei andato altrove, dopo 12 mesi non potrai più essere rimpatriato nel primo paese (nell’esempio di prima la Germania non può rimandare in Italia una persona sbarcata da più di un anno). Infine se non si sa bene da dove sei arrivato ma risiedi (anche irregolarmente) da più di 5 mesi in un paese, puoi presentare la domanda in quel paese.
C’è poi da dire che questa banca-dati Europea delle impronte digitali in alcuni periodi deve aver funzionato male perché molte persone hanno nascosto i documenti e ricominciato la pratica in altri paesi.