Amianto nelle tubature Publiacqua, il medico: “Cancerogene, vanno sostituite”

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amianto_acquaLe acque che scorrono nelle tubature di cemento amianto (C-A) possono cedere fibre di amianto in vari modi: sia per “l’aggressività delle acque” condottate che possono erodere le tubazioni e liberare le fibre, sia per opere di manutenzione della rete, sia per rotture dei tubi. Se nelle tubature degli acquedotti c’è l’amianto a contaminare l’acqua potabile, le fibre possono essere ingerite, oppure anche inalate, in quanto si può determinare evaporazione dell’acqua e quindi aerodispersione delle fibre. Le fibre di questo minerale killer sono uno dei più potenti agenti cancerogeni noti in medicina. La contaminazione può avvenire sia per via inalatoria che per ingestione: le fibrille d’asbesto inalate o ingerite oltrepassano le barriere naturali dell’organismo, la mucosa delle prime vie aeree e quella dell’apparato gastroenterico, rispettivamente. In seguito, entrano nel circolo ematico e, in talune circostanze, in quello linfatico.

Attraverso questi compartimenti, possono diffondersi e localizzarsi in tutti i tessuti dell’organismo. L’esposizione all’amianto quindi oltre a provocare il ‘classico’ terribile mesotelioma della pleura, che ne rappresenta il tumore tipico, induce un accertato aumento di rischio per i tumori del polmone, della laringe e dell’ovaio, e non mancano riscontri per i tumori del fegato (fra cui il colangiocarcinoma, vedi il recente studio del Prof. Giovanni Brandi dell’Università di Bologna ), dello stomaco, del colonretto, del pancreas), dell’apparato (Irving J. Selikoff, Epidemiology of gastrointestinal cancer, in Environmental Health Perspectives, Vol. 9, pp. 299-305, 1974 riproduttivo, della faringe, del rene, della prostata e dei tessuti emolinfopoietici (leucemie,linfomi). L’amianto può determinare l’insorgenza di tumori anche a distanza di 20-40 anni dall’esposizione e questa latenza fa si che il picco epidemico non si esaurirà prima del 2050, benchè l’uso dell’amianto sia stato bandito dal 1992.

Da tutto questo emerge la assoluta necessità di sostituire le tubature dell’acqua potabile in cemento-amianto che per 225 chilometri portano l’acqua potabile ai cittadini di Firenze, Prato e Pistoia.

*Si ringrazia Medicina Democratica per le mappe.

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

2 commenti su “Amianto nelle tubature Publiacqua, il medico: “Cancerogene, vanno sostituite””

  1. Incredibile,avevo letto notizia ma non avevo potuto approfondire.
    Oltre che le mappe bisognerebbe avere elenco delle strade perchè la foto,almeno con mio pc,nel cercare di ingrandire si sgrana.
    Ma poi il verso dell’acqua anche quello bisognerebbe saperlo perchè puo’ escludere alcune tratte che sono piu’ sicure!!!
    L’acqua l’è fine mi dicevano i vecchi idraulici!!!
    Passa da tutte le parti e l’amianto si mescola ben bene; per questo nessuno ne esce finchè ne rimane anche solo un metro.

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