2013-01-16 23:00:00
><span style="font-family: georgia,serif;"><strong><span style="color: #cc0000;"><span style="font-size: medium;">Tav e corruzione a Firenze, De Zordo: "Fermare tutti i cantieri subito, e fare finalmente le verifiche necessarie . In estate denunciammo le irregolarità"</span></span></strong><br /> <br />"Fermare tutti i cantieri dell’Alta velocità a Firenze, compreso quello della stazione Foster. E’ semplicemente questa la prima cosa da fare dopo l’apertura dell’inchiesta della Procura che ha portato al sequestro del cantiere di Campo di Marte e dell’ormai mitica fresa Monna Lisa. Allo stesso tempo vanno finalmente fatte tutte le verifiche, anche in sede amministrativa: tutti gli allarmi sulle irregolarità che sono stati più volte avanzati non hanno mai avuto un serio ascolto nelle istituzioni." Lo ha detto Ornella De Zordo, capogruppo a Palazzo Vecchio della lista di cittadinanza perUnaltracittà. "I reati contestati, corruzione, truffa, gestione abusiva dei rifiuti, oltre ad altri reati contro la pubblica amministrazione, sono troppo gravi e coinvolgono a quanto risulta anche ‘soggetti riferibili a strutture pubbliche’ per essere ignorati dai committenti pubblici di questa grande opera inutile, costosa e dannosa per la città.<br /> <br />"Tutto va fermato, subito, e vanno utilizzate quelle risorse per opere realmente utili al trasporto locale e alla sicurezza del territorio. Abbiamo detto più volte che le procedure seguite per l’approvazione dei progetti non erano trasparenti nè regolari, come pure tutta la problematica relativa al trattamento dei materiali di scavo. Era solo l’estate scorsa quando perUnaltracittà rese pubblica la missiva riservata con la quale proprio Nodavia, il general contractor del sottoattraversamento dell’Alta velocità fiorentina, annunciava che nonostante ancora non siano partiti i lavori degli interventi maggiormente complessi e impattanti, il costo dell’intervento è già passato da 694 milioni iniziali a oltre 890 milioni, con un incremento di 200 milioni, quasi il 30%»."<br /> <br />De Zordo in quell’occasione spiegò che dalla lettura di quei documenti riservati si evinceva come si fosse voluto montare a tutti i costi la fresa Monna Lisa quando ancora non c’era la possibilità di portare via il materiale, e quindi di fatto tenere tutto fermo, il che comportò, proprio secondo Nodavia, danni pari a 5 milioni di euro. 5 milioni di cui Nodavia chiedeva conto perchè qualcuno decise ‘discrezionalmente di non gestire il materiale come rifiuto, ma di attendere il perfezionamento del percorso giuridico-amministrativo per gestire il materiale come terra e roccia.<br /> <br />Ci hanno sempre trattato come visionari, ora finalmente facciamo chiarezza.</span>
Redazione
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