Con il nome di Gualchiera si indica in generale un opificio nel quale fin dall’epoca medievale si trattava (gualcava) la lana con l’uso di macchinari mossi dalla forza dell’acqua. Nel comune di Bagno a Ripoli quella di Remole costituisce uno dei maggiori e più antichi esempi di archeologia pre-industriale d’Europa ancora visibili.
Nel 1986 è stato proposto e approvato il piano del Parco Fluviale di Bagno a Ripoli e il relativo programma di recupero per le Gualchiere, che ne era uno dei capisaldi. Da allora, a fronte di numerose dichiarazioni di intenti nulla è stato fatto: l’edificio era semi-abbandonato ma ancora in buone condizioni, da allora il degrado è stato progressivo e totale. Oggi l’edificio è in pessime condizioni.
La struttura e i manufatti storici connessi (gore, briglie, etc.) ricadono nel Comune di Bagno a Ripoli ma sono di proprietà del Comune di Firenze che, nonostante le dichiarazioni di tutela espresse dall’UNESCO, ne ha ammesso la vendita e la possibile trasformazione in alberghi e ristoranti.
Di fronte alla arrogante proposta di vendita, addirittura tramite Cassa Depositi e Prestiti (cioè con soldi pubblici), dovremmo proporre un recupero pubblico del complesso e contestare al Comune di Firenze, davanti alla Corte dei Conti, di avere procurato un danno al patrimonio pubblico e un danno ambientale in area vincolata.

Redazione

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