«Si’ ai centri per gli immigrati» Pd e De Zordo, nuovo scontro

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2010-02-02 11:07:52

>[Il Firenze, 02/02/2010]<br />Cie, scoppia la bufera in Palazzo Vecchio. A fronteggiarsi sulla questione dell’opportunità di allestire anche nel territorio fiorentino dei centri di accoglienza per gli immigrati, non sono pero’, come di consueto accade, esponenti di due diversi orientamenti politici. Lo scontro, stavolta, è tutto interno alla sinistra, tra quella cioè di governo del Pd e quella critica di Ornella De ?ordo che ieri ha attaccato duramente l’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi. quest’ultima, infatti, rispondendo a un’interrogazione del Pdl sulla questione dei centri di identificazione ed espulsione di immigrati clandestini, si è detta favorevole alla creazione di Cie anche a Firenze, sottolineando che «il dibattito non va affrontato in maniera ideologica». «In Emilia Romagna – ha sottolineato Saccardi – ce ne sono due: io sono d’accordo con Enrico Rossi, e se ci fosse una richiesta del governo in tal senso, non si potrebbe dire di no», anzi «andrebbe presa in considerazione e valutata». «L’accoglienza è sacrosanta, è un fattore di civiltà – ha spiegato ancora Saccardi – ma non significa assenza di regole e alimentare false speranze per gli immigrati ». Saccardi durante il suo intervento nel Salone de’ Dugento ha invitato «piuttosto a pensare come farli, questi centri, e a come organizzare l’accoglienza ». «Anzi – ha poi specificato – nella nostra regione, nel nostro territorio, potremmo farli diventare centri modello per il Paese, in accordo con associazioni di volontariato e istituzioni locali». Parole che non sono andate giù a De Zordo: «PerUnaltracittà crede che un centro di identificazione e di espulsione per migranti non possa essere mai definito un luogo di “accoglienza”. Anche perche’ è la stessa legge istitutiva a non prevederlo» ha proseguito De Zordo. Che ha poi aggiunto: «Tutti sappiamo infatti che parlando di Cie, piccoli o grandi che siano, si parla di luoghi come Ponte Galeria a Roma, come via Corelli a Milano, come Gradisca d’Isonzo. La legge stessa sancisce gli scopi di questi centri, tra i quali non vi è affatto quello dell’accoglienza. I Cie funzionano ovunque nello stesso modo, cioè sono luoghi di detenzione di innocenti con il colore della pelle sbagliato. Ed è agghiacciante la concezione che ne è alla base, che trova compimento nel reato di clandestinità: per la prima volta dal ’38 si punisce una condizione, uno stato, e non un comportamento ». Per la De Zordo, insomma, «pensare di “mitigare” questa istituzione non è solo vano, è francamente un pericoloso cedimento ideale».

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