2010-02-02 10:39:48
>[La Nazione Firenze, 02/02/10]<br />Sono stati inviati inviati, e riguarderebbero numerose persone, i primi avvisi di garanzia per la frana di via Benedetto Castelli, nella zona di San Gaggio, dove alla fine di novembre si è verificato lo smottamento di parte di una collinetta interessata da lavori di costruzione di un complesso residenziale. La procura della Repubblica mantiene il massimo riserbo sull’inchiesta in corso, ma fonti investigative riferiscono di numerose informazioni di garanzia già recapitate ai diretti interessati. Per il momento l’accusa è sempre di frana colposa, anche se non è escluso che la procura possa modificare l’ipotesi di reato contestando l’omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina. <br />La situazione, almeno dal punto di vista ambientale, è sempre molto grave. I tecnici che stanno rimettendo in sicurezza l’area, sono stati costretti ad abbattere numerosi alberi apparentemente sani, piante che non erano state toccate dai lavori per la costruzione del complesso residenziale. Dagli accertamenti effettuati è in realtà emerso che le radici di molti di quegli alberi erano state tranciate durante i lavori di scavo. Per questo motivo, per evitare che alberi irrimediabilmente danneggiati, potessero costituire un pericolo per l’incolumità delle persone, i tecnici hanno deciso di procedere con l’abbattimento. In tutta l’area è comunque ancora in corso un’operazione di messa in sicurezza sulla base di uno schema del Genio Civile che dispone il reinterramento totale della collina franata e mette dei paletti molto rigidi all’intera dislocazione futura di una zona di grande pregio che è stata stravolta dalla frana. La quantità di terra (si parla di una scavo che ha provocato un dislivello di diversi metri) è crollata all’improvviso, mettendo a rischio anche il piano stradale che si trova a pochi metri di distanza. Ed è stato solo un miracolo se nessuno degli operai al lavoro nel cantiere si sia ferito e se la strada non fosse in quel momento impegnata da pedoni, auto o motorini. La voragine, sulla quale si affacciano numerose ville e villette, è grande quasi come un campo di calcetto e solo il lavoro di due scavatrici ha permesso di rimettere a posto la situazione. Nell’area interessata dai lavori sarebbero dovuti sorgere quattordici miniappartamenti di circa trenta metri quadrati l’uno e diciassette box sotterranei destinati ad ospitare le auto. Il crollo, l’ordinanza dell’ufficio urbanistica di Palazzo Vecchio e il sequestro disposto dalla procura, hanno però bloccato tutto. <br />Cosimo Zetti

Redazione

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