2010-01-24 22:24:21
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<p style="margin-bottom: 0cm;">[La Repubblica Firenze, 24/01/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Un altro bilancio in profondo rosso, difficoltà a garantire gli screening oncologici e l´Ispo (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, ex Cspo) di Firenze rischia di essere smembrato. A zavorrare l´immagine dell´istituto un deficit di sei milioni di euro.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">La crisi dell´Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, Ispo (già Cspo), è sempre più nera. Per uscirne la Regione ha iniziato un processo di commissariamento. Il secondo nel giro di un paio d´anni. Il direttore dell´Istituto tumori toscano, Gianni Amunni, è stato incaricato di mettere in piedi nel giro di un mese un progetto che risolva i problemi economici e di attività del centro. Per ora si parla di affiancamento, di aiuto esterno alla direzione ma il lavoro del medico non sarà molto diverso da quello di un commissario.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I fronti critici sono due. Da un lato gli screening, da sempre fiore all´occhiello della struttura, sono in grande difficoltà nell´area di Firenze, quella di cui si occupa direttamente l´Ispo. Ci sono problemi ad offrirli a tutti coloro che ne hanno bisogno, soprattutto quello per il tumore del colon-retto, che coprono una percentuale di popolazione ancora troppo bassa. I tempi di risposta inoltre sono giudicati eccessivamente lunghi. I risultati degli esami arrivano in ritardo anche in caso di screening del tumore alla mammella e per il pap test (esami che hanno storicamente una adesione alta). In più, sempre sul fronte dell´assistenza, ci sono liste di attesa lunghe per le mammografie sintomatiche (cioè richieste da un medico che ha un sospetto diagnostico) che sono tra le attività principali dell´Ispo. Il secondo fronte critico è quello del bilancio, ancora in difficoltà come nel 2008, quando si decise di azzerare i vertici e avviare il primo commissariamento. Anche per quest´anno è stato prospetto alla Regione un buco di 5-6 milioni, cosa che ha creato grossi malumori nel dipartimento alla salute. Un paio di giorni fa, alla fine di una riunione movimentata a cui hanno partecipato i vertici dell´Ispo, i direttori generale e sanitario Elena Laquaniti e Carolina Cuzzoni, si è deciso di chiamare in causa Amunni. Dovrà trovare un modo per uscire dalla crisi, aumentando la produttività dell´Istituto, dove è molto diffusa l´attività intramoenia, e migliorando i conti. Opera molto difficile. Così, sullo sfondo si profila una decisione drastica, che se arriverà, sarà comunque presa dopo le elezioni: smembrare l´Ispo. Cioè creare una onlus dove far rientrare tutta l´attività scientifica della struttura e ricondurre quella assistenziale dentro l´azienda sanitaria fiorentina. Le difficoltà tornano fuori in un momento delicato per l´Istituto. Nei prossimi mesi dovrebbe finalmente concludersi il trasferimento in un´unica struttura, il San Giovanni di Dio di Borgo Ognissanti. La Asl è d´accordo a trasferire altrove i servizi ora presenti. L´Ispo è nato dalla crisi del Cspo. Il vecchio Centro, precursore della prevenzione del tumore alla mammella nel nostro Paese, è stato commissariato nei primi sei mesi del 2008 per i gravi problemi economici e di attività. Da allora non sono stati fatti molti passi avanti.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Michele Bocci</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">

Redazione

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