Bici, se la pista e’ mozza

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2010-02-08 08:00:10

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<p style="margin-bottom: 0in;">[Il Firenze, 08/02/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0in;">Firenze non è Amsterdam. E fin qui siamo tutti d’accordo. Ma a tutto c’è un limite. Nella capitale olandese la bici è sacra, ci si sposta solo con quella e le strade sono a misura di ciclista. Qui le due ruote sono un mezzo come un altro per alcuni a volte pure fastidioso e le strade sono a misura di folle del pedale. Frena, riparti, inchioda, occhio alla buca, occhio al palo, occhio al pedone. La politica di Palazzo Vecchio, cento chilometri di piste per tagliare in due la città senza inquinare, è senz’altro lodevole. I risultati, a volte, un po’ meno. Come al Parterre di piazza della Libertà dove lo spezzatino ciclabile, risulta, a tratti, quasi comico. In fondo a via Pascoli c’è una striscia riservata alle due ruote lunga non più di otto metri che comincia con un bel palo piazzato in mezzo al tracciato e si interrompe, tre pedalate dopo, nel nulla. Difficile capirci qualcosa, così come è difficile capire il senso dei due metri e mezzo di pista attorno al semaforo del ponte Rosso in direzione viale Milton. Proprio sui percorsi della zona di piazza della Libertà, il Pdl, e in particolare il consigliere comunale Massimo Sabatini da sempre attento ai problemi dei ciclisti, torna ad attaccare l’amministrazione. «Anche il nuovo sindaco tradisce gli amanti delle due ruote» tuona, assieme al suo capogruppo Giovanni Galli, il consigliere Sabatini parlando della ��pista mozza�� di via Pascoli dove «il malcapitato ciclista, oltre alla sbalorditiva lunghezza del tratto, dovrà armarsi di parecchia abilità nel percorrerla poichè questa inizia nel bel mezzo di un attraversamento pedonale �tra l’altro neppure adeguato a norma, ha un ostacolo centrale costituito proprio dal palo che denota la pista cicilabile e poi finisce stoppandosi immediatamente di fronte ad una catena ». Per Sabatini e Galli i percorsi del Parterre sono insomma «un attentato all’intelligenza ». «I recenti interventi di riqualificazione dei marciapiedi di Via Pascoli e di Viale Milton – proseguono i due esponenti del centrodestra – non sono infatti stati corredati dalle opportune misure di continuità delle suddette piste ciclabili. Chi utilizza il mezzo a due ruote deve infatti immaginarsi dove mai sia il pezzo seguente ogni qual volta percorre la pista e sbatte il muso nelle improvvise troncature». Un pasticcio ciclabile in salsa fiorentina insomma che offre altri esempi nella zona di via Ruffini dove ci sono «due bellissimi ghirigori naif nel bel colore amaranto delle piste prima sul marciapiede del Ponte per via Poliziano e poi sul selciato di via Ruffini dove dal nulla appare un �uncino� che ributta sul marciapiede di via Puccinotti». «E che dire dei tre gradini che compaiono in mezzo alla pista in via Venti Settembre. In questa città si fanno le cose senza pensare. – dice Gianni Lopes Pegna dell’associazione Firenze in Bici che ci tiene a ricordare come «in Comune ormai manchi un ufficio con competenze specifiche sulla mobilità ciclabile». Pasticci su pasticci insomma. Senza dimenticare l’errore più macroscopico degli ultimi mesi in via De Sanctis a Bellariva, dove per realizzare una pista assai poco utilizzata è stata ristretta la carreggiata e il traffico ogni giorno va in tilt.

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