2010-02-12 09:01:03
>[La Nazione Firenze, 12/02/2010] Si agitano in molti sull’appalto per il nuovo auditorium del Maggio musicale fiorentino, che dovrebbe sorgere dietro l’ex stazione Leopolda. Il progetto è inserito tra le opere da realizzare per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. L’architetto Marco Casamonti, il suo studio «Archea» con la Giafi del costruttore pratese Valerio Carducci, 61 anni, sono stati battuti quasi sul filo di lana da Sac Spa in associazione con Igit Spa. Destinata agli annali una sua chiaccherata con l’architetto romano Desideri. DESIDERI: «…il Carducci della situazione o il Cerasi… possono fare le mammole nel momento in cui non va come loro erano sicuri che andava… perché voglio dire… cosa fanno… stanno protestando perché… voglio dire… quel sistema gelatinoso di cui abbiamo parlato… non ha funzionato come loro pensavano…» CASAMONTI: «ma io penso… anche i ricorsi sono funzionali… l’impresa fa ricorso perché… (incomprensibile)… questa volta mi hai incul… e la prossima volta tu mi… E’ tutta una roba così… (…) … Penso che il quadro stia in questi termini… dall’altra esce effettivamente un quadro sconfortante sull’architettura…».<br />Eppure l’ingegner Angelo Balducci, 62 anni, ex collaboratore di Bertolaso alla Protezione civile, «aveva illecitamente promesso l’appalto alla Giafi Costruzioni spa». Ma le ’grandi manovre’ sul progetto (150 milioni di euro) riguardano anche Vincenzo Di Nardo, legale rappresentante del gruppo Baldassini-Tognozzi-Pontello (di seguito Bpt). Già indagato in altro procedimento, Di Nardo è intercettato al telefono, con l’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli. DI NARDO: «… ma questa è una cricca di banditi…». E in un’altra conversazione: «Questi poi sono violenti e… questi sono veramente (incomprensibile)… Questa è gente… io ho visto la squadra in azione, non la conoscevo questa del Balducci, eccetera eccetera…. è una task force prorpio insieme, unita e compatta e… sono dei… bulldozer..». Di Nardo con vari interlocutori manifesta il proprio «disappunto per la mancata aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione del nuovo teatro della musica di Firenze». Di Nardo crede che «all’interno della struttura ministeriale di via della Ferratella» (a Roma, Infrastrutture) ci siano collusioni tra funzionari e imprenditori. In particolare Di Nardo definisce ’banda di delinquenti’ funzionari pubblici che fanno parte della struttura al ministero». Il gruppo Bpt ha subìto uno smacco, ma il sistema — il ’gruppo romano’ e gli altri imprenditori e professionisti — cerca di recuperare i rapporti. Si distingue Francesco De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa opere pubbliche e ambiente Spa, a Roma, il quale — scrive il gip Rosario Lupo in base agli accertamenti del Ros — «propone di introdurre presso il dipartimento ministeriale l’impresa Bpt Spa» al fine di permettere all’impresa una compensazione del mancato affidamento alla stessa dell’appalto dell’auditorium del Maggio». Piscicelli si attiva. «Tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 mette in contatto Di Nardo e, poi Riccardo Fusi con Balducci e Fabio De Santis, 47 anni, direttore e dirigente del Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo che insieme a quello della Protezione civile gestisce gli appalti pubblici per opere rilevanti. Ovviamente non è una intermediazione disinteressata. Dalle intercettazioni telefoniche a Di Nardo e a De Vito Piscicelli emerge che «Fusi e Di Nardo avrebbero avuto la preventiva assicurazione, da parte di Balducci e De Santis che alcuni appalti sarebbero stati aggiudicati alla Bpt che avrebbe partecipato alle gare in associazione con il ’Consorzio Stabile Novus’, riconducibile a Piscicelli». E siccome i tempi per l’aggiudicazione delle opere del secondo pacchetto di interventi per il 150°dell’Unità d’Italia slittavano l’interesse di De Vito e Fusi si spostava sulle opere appaltate per il G8 in Sardegna». Tutto questo attivismo non può essere fine a se stesso. In colloqui intercettati tra De Vito Piscicelli, la moglie e il cognato emergerebbe che Piscicelli «per la sua attività di intermediazione e di accredito nei confronti di Balducci e De Santis, chiedeva a Fusi, il 18 febbraio 2008, in un incontro a Firenze, un milione e mezzo di euro» come riconoscimento. Millanterie, o che altro? In una successiva telefonata (29.2.2008) con Fusi De Vito Piscicelli gli fa «pesare l’entratura al dipartimento: la rete di funzionari che fa capo a Balducci, messa a disposizione del Fusi, costituiva il suo ’background di dieci anni di buttamento di sangue’. Allude, De Vito Piscicelli ai ’sacrifici’ sostenuti — scrive il gip — «per assolvere alle richieste più disparate dei funzionari ministeriali». Anche l’imprenditore Carducci è ’intimo’di Balducci, De Santis, e in rapporti con Diego Anemone, 38 anni, imprenditore romano, e Riccardo Fusi. «Balducci e Carducci operano sinergicamente, il primo per favorire il secondo, il secondo, in cambio, accondiscende alle richieste di qualunque genere che il primo gli avanza». Così come è stretto il rapporto d’affari con Marco Casamonti. Il 23 agosto Casamonti dice a Carducci «di essere in grado di far lievitare l’importo complessivo dei lavori che gli sono stati affidati». Da una intercettazione: (…grazie al mio intervento…insomma di riuscire a far crescere anche…gli importi…capito…quello fidati…quello..quello è una cosa che me la curo io…).

Redazione

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