2010-02-12 09:02:07
>[Il Manifesto, 12/02/2010] n grosso equivoco». È questa la linea difensiva del sottosegretario Guido Bertolaso, travolto dall’inchiesta fiorentina sul giro di tangenti, sesso e favori intorno agli appalti della protezione civile. Bertolaso, indagato per corruzione, ha ricevuto la solidarietà dei colleghi di governo e in primo luogo del presidente del Consiglio che, al solito, ha attaccato i magistrati inquirenti: «Si vergognino». Secondo Bertolaso – che è apparso ieri sera prima al Tg2, poi al Tg1 – le telefonate che lo coinvolgono agli atti dell’inchiesta non nascondono prestazioni sessuali ma tutt’altro: «Questo Salaria sport village dove io andavo è uno dei centri sportivi più grossi di Roma, ci sono olotre 6mila persone che lo frequentano ogni giorno. C’è anche una struttura dove si può fare fisioterapia. Questa Francesca è una persona perbene. Di grande garbo, molto brava, alla quale io ricorrevo alla luce dello stress che, visto il lavoro che faccio, ogni tantomi colpisce». Molto preoccupato per l’impatto sull’opinione pubblica dell’inchiesta, Bertolaso ha detto di «essere disposto a dare la vita per dimostrare agli italiani che non li ho mai ingannati». Non ha affatto escluso che «sicuramente saranno stati commessi anche degli illeciti» nella preparazione del G8 alla Maddalena «ma io non ho seguito direttamente e personalmente gli appalti». Ha poi aggiunto che «compensi in denaro e favori sessuali sono cose che non esistono» e ha spiegato di non aver mai avuto alcun sospetto sul suo delegato alla Maddalena, Angelo Balducci. Non ha pensato a rendere effettive le sue dimissioni ma neppure – da moderato di lungo corso – ha voluto attaccare i magistrati. Anzi ha escluso una coincidenza tra l’inchiesta e l’approvazione in parlamento della protezione civile spa e se un attacco ha fatto è stato agli imprenditori intercettati a ridere del terremoto: «Di questa vicenda così tragica è la cosa più orribile». Ha poi raccontato della solidarietà dei alcuni aquilani, «vorrebbero venire giù in massa per manifestare in mio favore, li ringrazio ma credo di potermela cavare da solo». Se ha ceduto al rancore è stato solo quando ha ricordato la sua grande popolarità: «Tempo fa avevo detto che a qualcuno poteva venire in mente di mettermi una bustina di coca in tasca, mutatis mutandis è quel che è accaduto». Per il resto Bertolaso ha lasciato che ad attaccare i magistrati fosse Berlusconi. Al sottosegretario il presidente del Consiglio applica lo stesso ragionamento che ha usato tante volte per se stesso. «Bertolaso è una persona che ha fatto tanto per gli italiani. Sono convinto che la maggioranza la pensa come me. Contro di lui vanno a sollevare un problema di questo genere, si vergognino». Secondo Berlusconi «ci può essere qualche irregolarità da parte di chi opera nel bene e se uno mette il telefono sotto controllo si alzi in piedi chi pensa che non ci possa essere qualcosa di scandaloso, non si tratta di reati». Secondo il capo del governo «Bertolaso non si tocca, tutte queste cose sono assolutamente non accertate e non vere». La spiegazione è semplice: «Ho parlato con lui al telefono, mi ha detto che aveva mal di schiena e andava da una fisioterapista, una persona di mezza età che tra l’altro oggi è in ospedale per farsi operare per un problema alla spina dorsale». Niente dimissioni, dunque. Se Bertolaso nel pomeriggio avrebbe confermato a Berlusconi la sua disponibilità a lasciare subito nel caso il governo glielo chiedesse, il cavaliere sa di non poterselo permettere e dunque ha deciso di difenderlo ancora a spada tratta: «Chiedere le dimissioni è uno sport che mi trova contrario, ci sono persone che ricorrono a questi atti per invidia, invece ora bisogna resistere con più forza». In verità nell’opposizione soltanto il partito di Antonio Di Pietro chiede le dimissioni con forza e ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario, ma l’Idv ha il solito problema di non raggiungere autonomamente il numero di firme necessarie. Secondo Di Pietro comunque Bertolaso dovrebbe andare via perché «c’è dentro fino al collo, il sistema di potere suo e degli imprenditori a lui vicini operava al di fuori di ogni controllo». Il Pd invece preferisce insistere con la maggioranza perché fermi il decreto sulla protezione civile spa, che invece la camera si prepara a convertire definitivamente. Pierluigi Bersani si appella al governo perché lo blocchi: «Crea dei mostri che alla fine fanno pagare un prezzo ». Ma su Bertolaso, se Dario Franceschini chiede a Bertolasso di «confermare la sensibilità istituzionale rassegnando le dimissioni», il segretario Bersani corregge il tiro: «Spetta alla sua sensibilità».

Redazione

Ultimi post di Redazione (vedi tutti)
- 1° Maggio, fermiamo sfruttamento e guerra per una vita più bella - 29 Aprile 2025
- Fermiamo la strage degli omicidi sul lavoro per un primo maggio di protesta e lotta - 29 Aprile 2025
- Sostieni il nostro lavoro con il tuo 5×1000 - 29 Aprile 2025