2010-02-14 22:15:23
><p style="margin-bottom: 0cm;">[La Repubblica, 14/02/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Nessun passaggio di denaro. Nessuna corruzione. Nessun festino. Nessun massaggio che non fosse solo ed esclusivamente un massaggio. Nessun incontro sessuale con la brasiliana Monica». L’avvocato Filippo Dinacci, difensore del capo della Protezione civile Guido Bertolaso, si dichiara convinto di poter smontare le accuse raccolte dai carabinieri del Ros e dalla magistratura fiorentina nell´ambito dell´inchiesta sulla gestione dei Grandi Eventi (G8 alla Maddalena, Mondiali di nuoto, 150 anni dell´Unità d´Italia), che conta 28 indagati e ha portato in carcere per corruzione tre alti dirigenti ministeriali – Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis – e l’imprenditore Diego Anemone.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Ed è proprio indagando sui rapporti fra Guido Bertolaso e il costruttore Anemone, titolare del Salaria Sport Village, che gli inquirenti fiorentini sono arrivati a ipotizzare passaggi di denaro e favori sessuali, che sarebbero stati riservati al capo della Protezione civile all´interno del centro benessere del Village. «Si tratta di fantasiose ricostruzioni», secondo l´avvocato Dinacci, che precisa: «A seguito di attività investigative della difesa, i cui risultati quanto prima saranno messi a disposizione dei magistrati, si sono acquisite prove che dimostrano come i massaggi di cui ha fruito il dottor Bertolaso siano effettivi e necessitati da una sindrome cervicale accompagnata da contratture vertebrali». Quanto all´incontro del 14 dicembre 2008 con la brasiliana Monica, l’avvocato preannuncia che verranno portati «i fatti e le prove per dimostrare che non è mai esistito».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Nel frattempo i carabinieri hanno identificato e rintracciato Monica. Da parte dell´accusa si chiarisce che non vi è motivo di dubitare che Guido Bertolaso si sia sottoposto a massaggi terapeutici, ma che vi sono elementi per ritenere che in alcuni casi i massaggi siano stati di diversa natura.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Mentre Bertolaso appronta le sue difese, nella vicenda dei grandi appalti spunta un altro uomo vicino al presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Si tratta dell´onorevole Denis Verdini, coordinatore del Popolo della Libertà. Uno degli indagati di Firenze, l´imprenditore Riccardo Fusi, presidente della Baldassini Tognozzi Pontello (Btp), decima impresa di costruzioni italiana, suo amico di lunghissima data, ha raccontato di avergli chiesto aiuto per sbloccare una interminabile vertenza sull´immenso cantiere della Scuola Carabinieri in costruzione a Firenze. Dopo aver vinto l’appalto nel 2001, la Btp rilevò alcuni errori progettuali ed in particolare un «indice di sismicità troppo basso». Mentre era in corso un arbitrato richiesto da Btp, il ministero delle infrastrutture le ha tolto i lavori e li ha assegnati ad Astaldi. Ma Btp ha vinto l´arbitrato e ora lo Stato le deve 34 milioni. Btp è disposta a rinunciarvi in parte, purché i lavori le vengano di nuovo assegnati. Racconta Fusi: «Ho rotto le scatole giorno e notte a Verdini per avere un incontro con il ministro Matteoli. E alla fine l´ho anche incontrato. Risultati: zero. Nonostante i rapporti con Verdini, non lavoro. E con lui ce l´ho perché non si occupa abbastanza della sua città». Qualche risultato, però, lo ha ottenuto, perché di recente il ministero ha escluso Astaldi dal cantiere e Btp sta trattando per rientrarvi. Fusi è indagato per corruzione del presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci e del provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis. Il fatto che abbia chiesto «giorno e notte» aiuto a Verdini per tornare a lavorare alla Scuola carabinieri e per acquisire altri lavori in Italia ha sollevato interrogativi su un eventuale coinvolgimento del parlamentare azzurro nell´inchiesta. Dalla procura, però, non arriva alcuna risposta.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Franca Selvatici</p>
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Redazione

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