Omar, senza impiego futuro incerto “Ogni giorno una legge che ci penalizza”

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2010-02-09 09:59:34

>[La Repubblica Firenze, 09/02/10]<br />Li ha riuniti ieri pomeriggio la Cgil fiorentina in Borgo dei Greci. Stranieri che lavorano a Firenze, che sono sfruttati, che sono appena stati licenziati. Soprattutto che hanno paura. Lui il nome e il cognome lo dichiara. Poi ci ripensa, no è meglio di no, dice. Lo chiamaremo Omar. Già, Omar e la sua famiglia non sanno come finiranno. Racconta che è da 15 anni a Firenze, che ha casa, per comprarla ha fatto il mutuo, ci ha portato prima la moglie e poi i genitori. Ha figli, vanno a scuola qui, sono fiorentini. Faceva l’operaio edile. Su e giù per i cantieri senza guardare a orari, senza protestare per le ore ufficiali che erano assai meno di quelle di fatto. Poi la crisi, la ditta lo licenzia. Ora ha davanti a sé il baratro, Si sentiva ormai cittadino in riva d’Arno. Tra sei mesi, se non troverà un altro lavoro, tornerà clandestino. E di trovare lavoro non ha molte speranze. C’è l’alternativa racconta: «La usano molti operai edili licenziati. Veniamo quasi costretti a farlo. Siccome per fare il muratore non ci vogliono attestati di studio, basta andare alla Camera di commercio e registrarsi. Si apre la partita Iva, si diventa artigiani in proprio, si continua a lavorare nei cantieri come prima, ma ufficialmente siamo imprenditori. Con il rischio di impresa sulle spalle e niente cassa edile che paga i giorni di malattia o di fermo del lavoro». Lui non sa cosa fare. Ma non va meglio per gli altri. Un cingalese che lavora nelle ditte di pulizia e che è qui da 18 anni, an- che lui con famiglia e figli a scuola, racconta di avere un contratto per 4 ore al giorno, 24 la settimana e circa 700 euro al mese, ma di lavorarne in realtà 12 al giorno: prima nel luogo ufficialmente dichiarato e poi spedito dalla stessa ditta qua e là fuori Firenze. L’operaio del supermercato racconta che gli stano diminuendo le ore di lavoro: «Ce le tolgono via via, abbiamo paura». Hanno paura ormai anche i delegati sindacali. Racconta uno di loro: «Ci licenziano e ogni giorno il governo fa una nuova legge che peggiora la situazione. Cominciamo a stare zitti anche noi. Se denunciamo lo sfruttamento degli altri lavoratori diamo noia, se stiamo buoni non ci buttano fuori». <br />(i.c.)

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