Martini impugna il decreto salvaliste

  • Tempo di lettura:3minuti

2010-03-09 10:57:40

>[La Repubblica Firenze, 09/03/2010]<br />Dopo il Lazio anche la Toscana  ricorre alla Corte costituzionale  per impugnare il decreto “salvaliste”.  Lo annuncia il presidente  Claudio Martini, che ricorda come  «la legge elettorale regionale sia materia di competenza della  Regione e non dello Stato e quel  decreto non vale solo per Lazio o  Lombardia ma per tutte le regioni  italiane. Quindi va contestato». Il  decreto, dice ancora Martini,  «rappresenta una vergogna e un vulnus di cui è interamente responsabile  il governo nazionale.  Napolitano non c’entra», dice  Martini, «il presidente della Repubblica  non esprime giudizi di merito ma esamina solo la compatibilità  costituzionale di un  provvedimento». Cita degli esempi  il presidente toscano: «Perché a  Bologna si è stabilito che non potessero  essere anticipate le elezioni  comunali? E perché nessuno ha fatto niente quando l’anno scorso  in Trentino è stata esclusa la lista dell’Udc? La verità è che le regole  non valgono solo quando fa comodo  non farle valere. E per di più  senza nessuna assunzione di responsabilità  da parte di chi ha  commesso errori chiari che è solo  competenza dei tribunali valutare e giudicare». L’iniziativa di  Martini viene subito bollata con  l’etichetta di «deriva propagandistica  grave e inquietante» dal capogruppo  del Pdl in consiglio regionale  Alberto Magnolfi. «La  giunta toscana», dice, «si pone al rimorchio delle posizioni più oltranziste  espresse da Di Pietro con  accenti eversivi».  Invece il segretario del Pd toscano  Andrea Manciulli teme che  il caos scoppiato in questi giorni  sulla questione delle liste rischi di  oscurare i programmi e gli obiettivi  della campagna elettorale del  centrosinistra. «Il nostro dovere è  quello di riportare la discussione  sui temi reali della società, che sono  il lavoro, l’economia, la sanità,  il welfare, la scuola. La vera manifestazione  pro o contro il decreto  del governo Berlusconi sarà il voto  del 28 e 29 marzo». In vista di  quella scadenza il candidato alla presidenza della Toscana Enrico  Rossi ha fatto stampare un volantino  che sarà distribuito da oggi in  cui si parla di “Resistenza civile  per la democrazia” e si citano i primi  dodici articoli della Costituzione.  «Voglio vivere e fare politica al  fianco della Costituzione repubblicana  », spiega. «Negli ultimi giorni della campagna elettorale  ogni mio evento pubblico sarà  aperto dalla lettura di alcuni articoli  e principi fondamentali e per  il 25 marzo spero che alla manifestazione  di chiusura possa parte  partecipare  un padre costituente».  Ma anche in Toscana è stato  avanzato un ricorso al Tar sulle regionali,  quello dei Radicali che  contestano il fatto che sulla scheda elettorale non sarà stampato il  nome del loro candidato presidente  Alfonso De Virgiliis in quelle  province (Prato, Lucca, Livorno  e Grosseto) in cui non si presenta  la lista Bonino Pannella. «La legge  elettorale toscana consente il voto  disgiunto ma di fatto impedisce  agli elettori di scegliere il proprio presidente, nonostante dica di  basarsi sul principio del suffragio  diretto. Effetto paradossale di  un’illegittima e burocratica interpretazione  della legge».  <br />Simona Poli

The following two tabs change content below.