La difesa della „cricca“ chiede la scarcerazione

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2010-06-13 20:57:50

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<p style="margin-bottom: 0cm;">[Corriere fiorentino, 13/06/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">È cominciato il conto alla rovescia per gli imputati del processo sulla Scuola marescialli. La decisione della Cassazione di spostare l’inchiesta a Roma ha aperto la strada alle nuove istanze di scarcerazione e adesso, dopo quattro mesi di carcere, gli ultimi due indagati ancora detenuti — l’ex presidente del consiglio superiore ai lavori pubblici Angelo Balducci e l’ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis — sperano di poter tornare presto a casa.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">La decisione dovrebbe arrivare non prima di martedì, quando la prima sezione del tribunale di Firenze, quella che doveva giudicare i primi quattro imputati dell’inchiesta sulle Grandi Opere, aprirà il processo dichiarando subito l’incompetenza territoriale (sempre che non sopraggiungano nuovi elementi in grado di ribaltare la sentenza della Suprema Corte). «Prima di spogliarsi del processo — spiega l’avvocato Gabriele Zanobini, legale di Balducci— ci aspettiamo che il tribunale si pronunci sulle nostre istanze di scarcerazione». Anche se è incompetente? «Anche se è incompetente — spiega il legale — sulle questioni di libertà può farlo». Il timore è che il tribunale decida di passare la palla a Roma per la decisione sulle scarcerazioni ma questo finirebbe per allungare inevitabilmente i tempi: significa aspettare che tutti gli atti ritornino dalla procura di Firenze a quella di Roma. «Non dimentichiamo— spiega l’avvocato Zanobini— che Balducci e De Santis hanno già fatto un mese di carcere in più rispetto agli altri indagati, a causa del processo immediato chiesto dalla procura che ha allungato i tempi di detenzione».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Domani si terrà comunque davanti al tribunale del Riesame di Firenze l’udienza che dovrà decidere sul nuovo ricorso presentato da Balducci e De Santis. Probabilmente la decisione arriverà dopo l’udienza in tribunale di martedì. Le giornate di Balducci in questi quattro mesi di carcere nella cella sono state scandite dallo studio delle carte del processo. «È preparatissimo», spiega l’avvocato Zanobini che ieri ha trascorso la mattinata al carcere di Prato a spiegare quello che succederà ora con il trasferimento del processo. «È molto preoccupato, vuole tornare in libertà ma adesso ha paura che questo ulteriore passaggio gli si ritorca contro, che si ritardi ancora la scarcerazione».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Intanto Altero Matteoli, chiamato in causa dalle ultime carte depositate dalla procura di Firenze, spiega di essere assolutamente sereno: «Non sono indagato, ho completa fiducia nella magistratura. Il fatto che io riceva qualcuno alla presenza di un funzionario è il mio modo di lavorare. Quando viene un imprenditore — ha detto Matteoli— non lo ricevo mai da solo, ma alla presenza di collaboratori». Nelle informative dei carabinieri del Ros si parla di un incontro avvenuto alla fine dell’ottobre 2008 all’Harry’s bar di via Veneto a Roma con il coordinatore del Pdl Denis Verdini e l’imprenditore Riccardo Fusi. Per gli inquirenti, in quella riunione non si parla solo di politica ma si vuole aiutare Fusi a riprendere l’appalto della scuola marescialli. Matteoli convoca un dirigente del ministero, il capo dell’ufficio legislativo Gerardo Mastrandrea per chiedergli conto del contenzioso tra la Btp di Fusi e la società Astaldi per i lavori alla scuola e si interessa anche della nomina di De Santis come provveditore alle Opere pubbliche della Toscana. Sorpreso Mastrandrea per quanto pubblicato dai giornali: «Ho letto stralci della mia deposizione ai magistrati di Firenze. Si tratta di estrapolazioni che travisano il mio pensiero — ha spiegato — non è vero che all’Harry’s bar di Roma si sia decisa la sorte dell’appalto» e «non è vero che io mi sia mai trovato tra incudine e martello. Il ministro non mi ha mai fatto pressioni».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Intanto in procura, dopo due giorni frenetici, è tornato il silenzio. Il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi rientrerà in ufficio solo martedì, il giorno d’inizio del processo che probabilmente si aprirà e si chiuderà in tempo record. Come silenziosi sono i carabinieri del Ros che, in questi mesi, hanno sempre lavorato nella massima riservatezza. Eppure la decisione della Cassazione ha suscitato una certa sorpresa negli ambienti investigativi, tanto che ieri mattina c’è stata una sorta di riunione per capire come affrontare la situazione. In queste ore, infatti, si stanno riprendendo in mano tutte le carte dell’indagine, comprese quelle che in un primo momento sono state considerate meno importanti ma che potrebbero essere invece inviate al più presto in procura: analizzati col senno di poi, questi elementi potrebbero dunque aprire ancora altri e inediti scenari.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">E si intensificano anche i contatti anche con le altre sezioni anticrimine sparse in quelle zone dell’Italia che sono interessate all’indagine: è un vortice di telefonate e scambi di documenti con gli uffici di Roma, Venezia, Milano, Bari e Perugia.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Antonella Mollica</p>
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