Dal 5 all’8 novembre si terrà la sessione finale del processo aperto dal Tribunale Permanente dei Popoli sulla violazione dei diritti delle popolazioni interessate dalle “grandi opere inutili e imposte”; ci saranno le relazioni di chi vuol dimostrare la violazione di diritti fondamentali come quello di potersi opporre, quello di poter vivere liberamente sulla propria terra, sia la possibilità di difendersi da parte dei soggetti chiamati in causa.
Ciò su cui viene chiamato a pronunciarsi questo prestigioso organismo internazionale è di valutare il rispetto dei diritti umani nell’imposizione delle grandi opere. Ma si tratterà anche di valutare quanto ci sia di riduzione in termini di democrazia, nei modelli che impongono alle popolazioni progetti completamente scollegati dalle necessità locali e nazionali, lavori finalizzati solo alla produzione di profitto per i grandi gruppi economici finanziarizzati.
Le dinamiche predatorie che adesso stanno interessando Italia ed Europa, sono le stesse che hanno oppresso per decenni i paesi più svantaggiati del mondo, imponendo loro modelli sbagliati e creando debito pubblico con il quale sono stati ricattati dalle multinazionali dei paesi neocolonialisti.
L’iniziativa nasce dal movimento No TAV della Val di Susa che si è visto oggetto di una repressione pesante su molti fronti, non ultimo quello che vede il territorio militarizzato da polizia, carabinieri, guardia di finanza e addirittura esercito.
Ma la questione non riguarda solo la Valle che si è ribellata, è un cancro che metastatizza ogni angolo di Italia, Europa ed oltre; è un problema che produce impoverimento e quindi caduta dei diritti, delle condizioni di vita, ovunque. Per questo ci sarà una giornata dedicata tutta ai problemi propri della Val di Susa, una mattinata dedicata ai problemi italiani ed un pomeriggio dedicato a quelli europei.
Il giudizio del Tribunale, anche se non porta a sanzioni particolari nei confronti degli stati che negano diritti per realizzare grandi opere, sarà un passo importante se riconoscerà la violazioni di diritti dei popoli; sarà la sanzione che questo fenomeno è di una gravità che esula dagli stessi oggetti di contestazione dei movimenti, ma denota uno scadimento forte del livello di democrazia, di libertà, di dignità degli esseri umani.
Il fatto stesso che il Tribunale Permanente dei Popoli abbia accettato di promuovere questo processo è una vittoria per tutti coloro che lottano per ambiente, diritti e condizioni di vita dignitose.
*Tiziano Cardosi, attivo nei movimenti contro le Grandi Opere, in NoTunnelTav e in perUnaltracittà
http://controsservatoriovalsusa.org/tribunale-permanente-dei-popoli

Tiziano Cardosi

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