Aya veniva dal Sudan ed è sbarcato l’11 luglio in Sicilia. Il 13 luglio è stato fotosegnalato e poiché quattordicenne, è stato condotto in un centro minori della provincia di Ragusa. Il 27 luglio è fuggito.
È stato trovato morto il 2 agosto nella galleria TAV Vaglia in Mugello, fra i binari.
È stato trovato di notte da una squadra di operai addetti alla manutenzione.

Una galleria fatta anche con le mani di Pietro Mirabelli, minatore, migrante calabrese. Pietro è morto in galleria, nel turno di notte, sempre Tav, ma in Svizzera. Dal suo paese, Pagliarelle di Petilia Policastro, i lavoratori migranti sono adesso a Oslo, Copenaghen, in Israele.
Oggi Aya è stato sepolto al cimitero di Vaglia. Nessuno ne reclamava il corpo insieme al tempo infinito per la nostra burocrazia. Il 22 settembre saranno sei anni che è morto Pietro. Lui che della sicurezza in quelle e altre gallerie ne aveva fatta una ragione di vita.
Storie diverse, eppure maledettamente simili e buie come tutta la nostra incapacità.

Simona Baldanzi

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