Venerdì 7 ottobre era prevista l’ultima udienza del processo contro il movimento fiorentino, doveva essere il giorno delle sentenze. 86 imputati, sotto accusa le lotte degli anni 2009 – 2011, dalle mobilitazioni studentesche contro la riforma Gelmini ai presìdi contro la annunciata costruzione di un CIE, dalle risposte antifasciste all’attivismo dei vari gruppuscoli di estrema destra alle lotte dei lavoratori.
Una criminalizzazione indiscriminata con tanto di reato associativo nei confronti di un collettivo universitario. Anni di indagini, intercettazioni, arresti domiciliari, fino al “maxiprocesso” e alla richiesta di oltre 70 anni di carcere.
Ma anche anni in cui la campagna di solidarietà è cresciuta e si è fatta sentire, a Firenze e non solo, fino alla grande manifestazione del 9 aprile 2016, e questo è un risultato che nessuna sentenza potrà annullare: alla repressione si risponde continuando a lottare.
La sentenza è stata rinviata al 18 novembre, ma il 7 ottobre era anche il giorno della prima mobilitazione studentesca. Tanto per inaugurare il nuovo anno della “buona scuola”, la polizia, DIGOS in testa, ha violentemente caricato e manganellato gli studenti del Galileo che tentavano di entrare a scuola per occuparla.
Non si è fatto attendere il coro dei legalitari ad ogni costo, ma anche a senso unico: mai che si sentano tante voci sdegnate davanti a colletti bianchi e eccellenze varie quando vengono fuori certe magagne, vedi recentemente il caso Menarini e fratelli Aleotti. La spinta all’accumulazione del capitale deve essere una attenuante in certi codici, non si sa se prima penali o etici.
Ci sono poi quelli che “gli studenti vogliono solo perdere tempo”, o quelli che “è il solito rito di inizio anno”. Mai però che queste voci benpensanti si levassero a sostegno delle sacrosante rivendicazioni degli studenti per una scuola migliore e più giusta, più inclusiva e meno “aziendale” e al servizio del dio mercato.
Più interessante seguire quello che può produrre l’autorganizzazione, spesso molto più costruttiva di una settimana di lezioni: qui notizie e attività del collettivo del Galileo e di quello del Machiavelli Capponi, con documenti che motivano le occupazioni, calendario delle attività, risultati ottenuti.
E la nostra solidarietà va agli studenti, che si mobilitano, che lottano, che si sporcano le mani, che si prendono manganellate e denunce. E agli 86 imputati che aspettano una sentenza e, presumibilmente, una condanna, per essere scesi in piazza e aver detto NO.
*Maurizio De Zordo

Maurizio De Zordo

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