Rapporto Climate equality di Oxfam, l’1% più ricco del pianeta inquina quanto due terzi dell’umanità

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L’ultimo rapporto Oxfam, così come vari studi di economisti, mostrano inequivocabilmente una tendenza inarrestabile in mancanza valide e strutturate contromisure, ad una concentrazione di ricchezza in mano ad una ristrettissima minoranza di individui e famiglie, corrispondente all’1% della popolazione globale a scapito del restante 99%. Sono coloro che vivono e prosperano soprattutto in virtù di reddito da capitale generato dalla ricchezza posseduta in dividendi e interessi a carattere principalmente finanziario e immobiliare. L’attuale ordine economico, egemonizzato dal capitale finanziario, funziona come un enorme meccanismo di rapina globalizzata, di prelievo sistematico di risorse dalle famiglie, dai lavoratori e dalle imprese dell’economia reale, dalle finanze degli Stati e dall’apparato dei suoi servizi in via di progressiva privatizzazione, convogliando in tal modo un flusso crescente di ricchezza verso una super casta di pochi miliardari. Una entità economico finanziaria potentissima in grado di condizionare come un governo ombra tutta l’economia globale al fine di perpetuare ed ampliare questa forma generalizzata e pervasiva di sfruttamento. I grandi oligopoli multinazionali e la finanza speculativa, con l’avallo delle istituzioni economiche internazionali come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione mondiale del commercio sono alla base della continua crescita delle disuguaglianze, perseguendo il massimo accrescimento del profitto mediante l’abbassamento dei salari in una logica di dumping sociale, il taglio dei diritti dei lavoratori, nonché lo smantellamento dei sistemi di welfare e l’impoverimento delle finanze statali a causa di livelli di imposizioni fiscali molto basse da un lato e di una sistematica evasione fiscale supportata dai paradisi fiscali dall’altro. Portando in tal modo all’estremo una tendenza già intrinseca alla natura stessa di ogni società capitalistica, anche di quelle a più alto sviluppo , che è quella di favorire una polarizzazione sociale sempre più forte, con l’aumento inevitabile degli indici di povertà. Di conseguenza le disuguaglianze sono enormemente cresciute negli ultimi decenni sia fra gli Stati che all’interno degli stessi, con un processo di concentrazione di capitale, mai vista nel passato, che può essere esemplificato dal fatto che ben solo otto persone possiedono attualmente una ricchezza (426 miliardi di dollari) pari a quella di 3,6 miliardi di persone. Per rimanere nel nostro paese si consideri che l’1% degli italiani possiede il 25% della ricchezza nazionale, e che nel paese quasi il 10% della popolazione vive in povertà assoluta. E’ questa macchina economica di rapina su scala mondiale, non strutturata per soddisfare i bisogni sociali ma per accrescere senza fine la rendita e i profitti dei pochi detentori di capitale, che depreda in modo dissennato risorse ambientali, distrugge e altera equilibri ecologici, causando la catastrofe climatica.

Rapporto Oxfam

E’ in rapporto alla crisi ambientale che Oxfam Italia denuncia come l’1% più ricco del pianeta inquina quanto due terzi dell’umanità, sottolineando come nel 2019 esso è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2, pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell’umanità. Basti pensare che questa super classe mondiale, possiede all’incirca 20.000 jet privati, una flotta costituita da migliaia di panfili e yacht di lusso , si sposta in Suv e macchine sportive costosissime, vive in dimore principesche, per comprendere l’enorme e vorace consumo di energia e delle corrispondenti emissioni inquinanti che comporta lo stile di vita dei predatori delle ricchezze del mondo. Oxfam ricorda inoltre, nel suo rapporto che il 10% più ricco della popolazione mondiale, con il proprio tenore di vita a carattere consumistico, è responsabile della metà delle emissioni

globali. Pertanto come spiega Francesco Petrelli portavoce Oxfam Italia, per attuare “una transizione giusta che ponga fine all’era dei combustibili fossili è necessario “ porre fine alla crescente concentrazione di reddito e ricchezza che si riflette in disuguaglianze economiche sempre più marcate e contribuisce all’accelerazione del cambiamento climatico”. A tale scopo Oxfam propone per contrastare la crisi climatica e sociale, una campagna per l’introduzione di imposta progressiva sui grandi patrimoni” a carico di chi è al vertice nelle nostre società- come lo 0;1 dei cittadini più ricchi – e a cui sono associate emissioni più elevate”.

 

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Giandomenico Savi

Ambientalista, ha militato nel sindacato di base, membro del comitato "San Salvi chi può", partecipa alle attività di perUnaltracittà. Escursionista, è amante, oltre che della montagna, della bicicletta come mezzo di locomozione e di attività sportiva.

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