Lascia senza parole ciò che è accaduto venerdì sera al Teatro Goldoni di Livorno, a poche ore dalla tragedia dell’Esselunga di Firenze.
Si teneva la terza edizione della kermesse canora “Perché il Goldoni è il Goldoni”, titolo che riprende il tormentone del Festival di Sanremo. Una serata il cui incasso è devoluto in beneficenza, va detto, in cui gareggiano (con tanto di eliminatorie nei mesi precedenti) personaggi dello spettacolo e della politica livornese.
Politica, sì, a cominciare dal Sindaco uscente Luca Salvetti (indipendente sostenuto dal PD) che in omaggio alla sua passione sanremese e del suo passato di pubblicista ha ritenuto opportuno salire sul palco per presentare tutte e tre le edizioni.
Qualcuno potrebbe obiettare l’opportunità di questa presenza mediatica così forte, a pochi mesi dalle elezioni di giugno. Il fatto è che il Sindaco in carica è Presidente della Fondazione Goldoni, oltreché candidato alla rielezione per un secondo mandato.
E lo stesso Salvetti è consapevole della situazione, tant’è che ha cercato di far cantare anche il suo antagonista di Centrodestra (un altro ex giornalista, Alessandro Guarducci) nonostante non si fosse qualificato per la finale.
Una situazione che potrebbe apparire grottesca, se non fosse subentrata la tragedia.
Venerdì sera, a poche ore dalla notizia dei tre operai uccisi dalla trave di cemento, mentre ancora si scavava nel cantiere Esselunga per recuperare le altre due vittime, si è infatti deciso che bisognava tenere lo stesso la competizione canora.
Dopotutto, c’era da sfruttare lo stretto pertugio fra la tragedia e la giornata di lutto regionale che sarebbe scattata dopo poche ore.
Certo, c’è stato il minuto di raccoglimento di prassi e il ricavato è stato dirottato alle famiglie delle vittime, secondo il noto principio per cui alla fine tutto si può monetizzare, con la scusa della beneficenza.
Una lacrimuccia, applausi e via con le canzonette.
The show must go on, soprattutto quando le elezioni incombono.
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