GPA reato universale, propaganda fascistissima contro la comunità LGBTQIA+

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La GPA (gestazione per altrə ) è reato universale. Lo avevano detto e purtroppo lo hanno fatto, la legge Varchi è stata infatti approvata in via definitiva al Senato con 84 voti favorevoli e 58 contrari.
Di fatto si tratta di una modifica a una legge già esistente, la 40/2004, che già regolava il divieto della pratica nel nostro paese e che prevede la reclusione fino a 2 anni e una multa da seicentomila fino a un milione di euro. Da oggi pertanto saranno punite in Italia con la stessa pena le GPA contratte nei paesi esteri. Con “reato universale”, termine molto in voga nel gergo politico degli ultimi anni, si intende un reato punibile ovunque e da chiunque (cittadino italiano o straniero) sia stato commesso. Si tratta solitamente di crimini riconosciuti universalmente, quali genocidio, terrorismo, pedofilia e in generale crimini contro l’umanità. In pratica secondo questo governo ricorrere alla gestazione per altri sarà equiparabile a un atto di terrorismo. Complimenti.

Al di là di quelle che saranno le ripercussioni di questo provvedimento che sono tutte da vedere (manca il principio di doppia incriminazione), esso è’ l’ennesimo vergognoso attacco alla comunità LGBTQIA+ nel nostro paese da quando questo governo di estrema destra si è insediato. Una vera e propria ossessione che si sta tramutando nel tentativo reale di cancellare ogni minima forma di tutela per le famiglie omogenitoriali. Un attacco che è prettamente politico, propagandistico e vigliacco, oltre che intimidatorio, poiché non ha nessuna visione reale sul tema, dato che alla GPA ricorrono in stragrande maggioranza coppie uomo-donna che loro definiscono “tradizionali”, ha pertanto solo l’obiettivo di criminalizzare la comunità LGBTQIA+. Ricordiamo tra l’altro che in Italia le persone single e le coppie omogenitoriali non possono adottare bambinə già nati, il che incentiva il ricorrere alla GPA. Ma questo loro lo sanno benissimo, ecco perché l’attacco è ideologico e non ha alcun senso sociale, al di là delle arrampicate sugli specchi utili a pulirsi la coscienza o a fare titoli sui giornali mentre passano in sordina le tematiche del lavoro, degli stipendi, dell’aumento del costo della vita, del diritto alla casa ecc ecc.

Ma se per il disegno di legge Zan sarebbe dovuto valere il principio di “priorità” – a loro avviso – com’è che stavolta la comunità LGBTQIA+ è diventata così primaria nella loro agenda politica?

Questa legge-scempio strizza l’occhio a un pubblico che predica vita seminando odio sulla pelle delle persone, in questo caso le famiglie omogenitoriali, e che prosegue sulla falsa riga degli slogan “ prima i bambini “, con numerosi asterischi volti a indicare che questi bambini non siano quelli che muoiono in mare, ad esempio, o quelli che muoiono sotto le bombe delle armi che vendiamo tra una messa e l’altra, in una logica paternalista e razzista che ha il sapore di colonialismo ottocentesco.  Ci ricordiamo i meme di qualche anno fa legati alle dichiarazioni di Giorgia dedita al pensiero di “affondare le navi delle ONG”.

Ecco, se non ci fosse da piangere, perchè la situazione è tragica, ci sarebbe da memare. Ma purtroppo questa a suon di meme al governo ci è arrivata davvero, per cui adesso è il momento di intensificare la lotta, di prenderla sul serio, di far vedere che c’è ancora vita nelle piazze e nei tribunali. E magari per qualcunə potrebbe essere anche quello dell’autocritica e della consapevolezza, quella di chi in questi anni ha steso il tappeto rosso all’estrema destra lasciando in mano a essa i diritti sociali a discapito di diritti civili mozzati e imborghesiti.

Se l’alternativa non sarà credibile, continueranno a fascisteggiare indisturbati. Buon 1924.

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Marco Filippini

Nato e cresciuto a Firenze, dopo aver terminato gli studi classici si interessa di politica e attivismo. Ormai da anni si occupa di diritti civili e sociali, in particolare di tematiche queer e transfemministe, dal 2021 è presidente e fondatore di Love My Way. Nel tempo libero si dedica alla musica, al canto, al teatro e al calcio, in una poliedricità di interessi e tematiche che si riflette anche nella sua azione di attivismo politico e sociale.

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