A Firenze la 7° Conferenza del Fronte Nazionale No Austerity

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Sabato 1° febbraio si è svolta a Firenze la 7° Conferenza del Fronte Nazionale No Austerity presso l’info point della stazione di Santa Maria Novella.

Erano presenti delegazioni da tutta Italia per confermare una comune posizione anticapitalista e ribadire la convinzione che sia possibile bloccare l’ascesa del capitale a discapito delle classi più povere e proporre una valida soluzione alternativa.

I temi centrali dei vari interventi hanno spaziato dalle problematiche del lavoro, alla centralità dei diritti civili sia su temi sindacali che sociali, al diritto all’abitare, e quest’anno erano presenti anche esponenti di Firenze per la Palestina e Sanitari per Gaza.

Uno dei punti fermi è stata la contrarietà del ddl 1660 che ha il solo fine di inasprire la repressione. Mentre tutti i gruppi politici, e quasi tutti gli esponenti votano per il rifinanziamento alle forze dell’ordine, senza curarsi di provvedere ad altro nonostante le imponenti necessità della popolazione sempre più impoverita. Meloni e Salvini si accordano e si nascondono dietro il paravento della sicurezza pubblica per reprimere le lotte con aggravanti di pena contro le proteste di ogni tipo come blocchi stradali e ferroviari.

Il problema delle carceri italiane è stato indicato come uno dei punti più incalzanti: si contano quasi 20 mila presenze in più rispetto ai posti disponibili e nell’ultimo anno, con 90 suicidi 246 morti all’interno delle strutture carcerarie, l’Italia si posiziona come fanalino di coda tra tutti i paesi europei.

Solo i lavoratori e le proteste nelle piazze stanno portando avanti lotte sociali, ambientali e per i diritti. Perché esiste un’altra Italia che dà una risposta alle restrizioni imposte dall’alto, un’Italia che è sempre scesa in piazza e che si è resa visibile in tutto il mondo: compagni, lavoratori, studenti, donne, resistenza palestinese, insieme per la cacciata definitiva della classe dominante e la vittoria del Fronte Anticapitalista con l’unità dei diversi settori per restituire il potere ai lavoratori.

La repressione è stata indicata come uno dei fronti più pericolosi: con la possibilità di ordinare il Daspo urbano si vieta il passaggio di persone ritenute pericolose da determinati punti della città dette ‘zone rosse’, e i questori possono allontanare singoli individui anche per 48 ore in occasione di manifestazioni ed eventi specifici per evitare che possano partecipare allo svolgimento delle proteste. Un colpo gobbo che tenta di mettere a tacere il dissenso dettato dalle difficoltà economiche e sociali a favore di logiche dominanti, sempre più guidate da prospettive falsate e dettate dal potere economico elitario. L’obiettivo di chi governa è anche cercare di isolare e decontestualizzare le lotte che si stanno consumando sul territorio nazionale, provando a renderle prive di senso e senza identità.

Altro tema centrale è stato indicato nell’ambiente, messo in ginocchio dalla crisi climatica a causa di cataclismi causati dall’urbanizzazione sfrenata nonché dall’industria per la produzione di altre armi. Il tutto sotto l’egida delle lunghe catene di appalti e subappalti che stanno causando stragi sui luoghi di lavoro e disastri naturali che colpiscono sempre più spesso centri abitati e che sono sotto gli occhi di tutti.

Si è anche sottolineato che un tema da affrontare soprattutto con i giovani è la richiesta di una riduzione dell’orario di lavoro, un lavoro che non va visto come una merce che esclude chi lo pratica, perché quello che facciamo ha sempre meno a che fare con la nostra scelta e ciò provoca una sempre maggiore alienazione. Purtroppo i sindacati confederali sono sempre più assenti nelle lotte vere e si accontentano di patteggiare in favore di un welfare che non basta a coprire il fabbisogno di beni primari dell’individuo. Solo per fare un esempio la riforma Fornero ha richiesto dai 7 ai 10 anni in più per arrivare alla pensione e si rispondeva con 4 ore di sciopero. E’ stata abolita la scala mobile e i lavoratori da una parte hanno paura e dall’altro si accontentano di avere quel minimo che è stato loro concesso. Allo stesso tempo il sindacalismo di base offre una realtà sempre più divisa da fratture e polemiche e dall’altra una deriva sempre più riformista disposta a accettare disposizioni inique: contratti scaduti nel trasporto, nella sanità, nella logistica come nella maggior parte dei settori che offrono solo lavoro povero, e sembrano sottovalutare che con le paghe da fame diminuisce anche il potere d’acquisto degli stessi consumatori. Aumenta il caro-vita e il problema abitativo si acuisce in seguito al lavoro precario e sottopagato che allo stesso tempo vede aumentare anche i costi degli affitti: nel centro della città di Firenze un monolocale si aggira sugli 800 euro al mese ed è sempre più complicato stipulare un contratto a causa delle referenze richieste (fideussioni, busta paga con contratto a tempo indeterminato..). Si acuiscono anche le condanne per l’occupazione di immobili sfitti lasciando chi è senza casa senza nessuna speranza.

Per quanto riguarda i diritti dei migranti in vari interventi si è sottolineato il rafforzamento dei controlli verso chi prende una posizione di critica verso lo stato di Israele e che cerca di imporre uno stop al genocidio che si sta consumando contro il popolo palestinese, viene considerato come un individuo che ha assunto posizioni che denotano un atteggiamento eversivo e che possono causare al migrante delle conseguenze nella fruizioni dei loro diritti arrivando fino alla negazione della possibilità di ottenere la cittadinanza. D’altro canto come unica soluzione del problema viene proposta la costruzione di altri centri di detenzione e rimpatrio offrendo altro terreno alla speculazione.

Come risposta politica per FLNA rimane importante la campagna Boycott Israel, in particolare contro l’azienda di farmaci generici TEVA che già da molti anni trae vantaggio dell’occupazione militare israeliana dei territori palestinesi che controlla importazioni e esportazioni, e il sostegno alla protesta dei lavoratori e degli studenti di Unifi per l’iniziativa dell’Università di Tel Aviv che ha visto la partecipazione del console d’Israele e di un ufficiale delle forze di occupazione israeliane.

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Clara Baldasseroni

Clara Baldasseroni è originaria di Livorno. Si laurea all'Università 'la Sapienza' di Roma. È un'antropologa e come libera ricercatrice porta avanti un percorso di attivismo antifascita che mira all'inclusione di tutti nel rispetto dei diritti concessi dalla Costituzione. È una giornalista che dà voce a chi non ce l'ha e da oltre 20 anni scrive e fa parte della redazione del giornale sociale di strada 'Fuori Binario' di Firenze. È contro la censura, insieme ai poveri, con gli oppressi, i padroni di niente e di nessuno.

1 commento su “A Firenze la 7° Conferenza del Fronte Nazionale No Austerity”

  1. Isolare e decontestualizzare è questo l’obiettivo. Ognuno è ogni giorno più solo e stanno cercando di rendere reato l’opinione e la lotta di classe. Nell’articolo grazie

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