Un contributo dedicato a impedire la costruzione della cosiddetta Terza Torre della Regione Toscana a Novoli: due grattacieli di 64 metri di altezza che sarebbero l’ennesimo sfregio ad un rione che con molta fatica sta cercando di ribaltare gli esiti della tremenda speculazione edilizia degli anni ’60.
Lo stato attuale e i precedenti della nuova sede
Siamo a Novoli, periferia nord di Firenze. Le tre Chiese dell’anno Mille sopravvivono, anche se soffocate, letteralmente, dalla cattiva edilizia speculativa degli anni ’50-’60. E in questo rione ha sede anche la Regione Toscana, quasi 1.000 dipendenti che impegnano due torri distinte, alte circa 25 m. in via di Novoli, circondate da un’area inedificata in parte utilizzata come parcheggio e in parte destinata a verde.
La ricerca di una sede adatta agli uffici della Regione è stata avviata sin dalla sua istituzione. Nel 1976, cinque anni dopo il concorso per la nuova Università, la Regione ha bandito un concorso per un nuovo Centro Direzionale comprendente appunto gli uffici regionali in adiacenza al polo universitario di Sesto Fiorentino. Nel 1978 sono stati premiati ex aequo dieci progetti fra i circa 60 presentati al concorso, con soluzioni molto differenti. Il Concorso non ha avuto seguito, e la Regione, nel 1993, ha in un primo tempo affittato le due torri di Novoli, che erano nate come alberghi, e poi in seguito le ha acquistate.
Dall’asilo alla Terza Torre
Nel luglio 2007 la Regione annuncia la volontà di regalare a Novoli un asilo nido che non sarà solo aziendale ma accoglierà anche i bambini e le bambine del quartiere, oltre che i figli dei dipendenti regionali, per un totale di 50 bambini. La sede dell’asilo viene collocata nell’area di proprietà della Regione di fronte alle due torri e prospiciente su via di Novoli.
Il progetto viene presentato dal vicepresidente della Regione Federico Gelli con l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Firenze Daniela Lastri e la presidente del quartiere 5 Stefania Collesei. “E’ importante sottolineare la collaborazione, fin dalla progettazione dell’asilo nido, tra il Comune di Firenze e la Regione Toscana – dice Lastri – affinché questo servizio aziendale sia fortemente integrato col territorio, sarà un elemento di qualità per l’intero quartiere. Gelli: “fin dall’inizio abbiamo pensato a interventi che non avessero solo finalità aziendali, puntando a strutture che siano al servizio di una città e che offrano un chiaro contributo alla riqualificazione e alla valorizzazione del quartiere di Novoli“. “Questo progetto – dice la presidente del quartiere 5 Stefania Collesei – si trasformerà in una grande opportunità per il nostro quartiere. Tutta la struttura è stata pensata adottando criteri propri della bio-architettura”. Rispetto ai tempi, si prevede che le procedure di gara siano espletate tra il gennaio e il giugno del prossimo anno. I lavori dovrebbero partire già in estate per concludersi nella primavera 2010.
In realtà, dopo questo pomposo annuncio non si realizza nulla. Si aprirà il cantiere, si scaverà la grande buca per le fondamenta, ma poi la ditta fallisce e tutto si blocca.
Arriviamo così al 9 maggio 2018, e il progetto dell’asilo sembra ripartire, leggiamo:
Area della Regione al Comune per realizzare asilo: «Un risultato importante, frutto della collaborazione tra Comune e Regione». Così la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi (oggi consigliera regionale) commenta il via libera alla legge, approvata ieri all’unanimità dal consiglio regionale, che prevede che un’area di via di Novoli, di proprietà della Regione, sarà trasferita al patrimonio del Comune per la realizzazione di un asilo nido. «L’amministrazione ha grande attenzione per i servizi all’infanzia – ha aggiunto la vicesindaca – e questo è un nuovo passo avanti per rispondere alle esigenze delle famiglie e del territorio».
«Bella notizia per Novoli – ha commentato il consigliere comunale Cosimo Guccione (oggi Presidente del Consiglio Comunale) – il completamento dell’asilo è atteso da anni per chiudere il cantiere e per garantire a una zona fortemente residenziale un nuovo asilo. In questi anni mi sono occupato da vicino la vicenda e questo primo passo è importantissimo. Continuerò a seguire anche i prossimi passi, necessari per arrivare al completamento. Ci vorrà ancora tempo, ma il primo passo è stato fatto e non posso che esserne felice visto che porterà alla costruzione di un asilo per ben 50 bambini! Bene, infine, l’accordo tra gli enti: si tratta di un ottimo modo di lavorare insieme per il bene dei cittadini».
Si associano e sottoscrivono queste dichiarazioni: Vittorio Bugli (allora ass. regionale) Cristiano Balli (allora presidente Q5, oggi cons. comunale) Filippo Ferraro (allora Cons. Q5, oggi Pres. Q5) Titta Meucci (allora cons. regionale) Alessandra Innocenti (allora Cons Q5, oggi cons. comunale)
Ma poi nel 3 agosto 2022 il clamoroso DIETROFRONT
L’asilo di Novoli non si farà, il terreno torna alla Regione. Giani comunica: «In seguito al fallimento della ditta appaltatrice il Comune ha rinunciato a costruire l’asilo nido sulla porzione di area in fregio a via di Novoli. La legge regionale infatti stabiliva che la proprietà del terreno passasse al Comune di Firenze solo a condizione che i lavori iniziassero nella data indicata. Non essendo successo, l’area è tornata alla Regione. «Per la precisione non si è mai effettivamente perfezionato un passaggio di proprietà del terreno al patrimonio comunale di Firenze. La Direzione patrimonio di Palazzo Vecchio non ha, infatti, formalizzato alcun provvedimento concernente l’area su cui sarebbe dovuta sorgere la struttura educativa; pertanto non risulta necessario alcun atto amministrativo di riacquisizione del bene immobile al patrimonio della Regione». Insomma la proprietà resta regionale e addio asilo.
Ma, attenzione, Giani già nel dicembre 2020 parla per la prima volta della sua volontà di realizzare una nuova sede regionale, la terza torre appunto accanto alle altre due, per una spesa di 37 milioni di euro. Come faceva Giani a sapere che due anni dopo il Comune avrebbe rinunciato alla costruzione dell’asilo?
Poi il 4 gennaio 2022, bel mezzo della pandemia, Giani torna a parlare della costruzione della terza torre.
L’opera avrà un costo di 40 milioni e per la prima volta il governatore fissa anche dettagli, tempi e modalità. Per il nuovo palazzo l’idea è fare sette piani di cui due interrati, capacità di ospitare 350 dipendenti e fino a 1.500 presenze, con un auditorium e una nuova avveniristica sala per il telecontrollo da cui monitorare emergenze. Giani rivendica lo sforzo per lasciare un “graffio” architettonico. Il piano sarà in più fasi: dapprima la nuova torre sarà usata come “volano”, ospiterà cioè a tappe i 1.000 dipendenti che oggi lavorano nelle due torri esistenti che devono essere pesantemente ristrutturate, prima una e poi l’altra. Solo a fine ristrutturazioni la nuova torre sarà allestita nella sua versione definitiva e potrà accogliere la riunificazione di parte delle sedi di uffici regionali oggi sparse sul territorio. Il concorso di progettazione sarà bandito in primavera per arrivare all’esecutivo entro i primi mesi del 2023, la speranza di Giani è attrarre progettisti e archistar di fama europea. Nel 2023-2024 e almeno per la prima metà del 2025 sono previsti i cantieri, che saranno organizzati in più fasi. Serviranno poco più di 61 milioni di euro (40 nuova torre, 21 il restyling delle due), in buona parte già stanziati nel bilancio triennale degli investimenti.
Il progetto vincitore del concorso
Il 22 giugno 2022 è stato bandito il concorso con gli obbiettivi di rielaborare la configurazione del centro attuale sia attraverso il restyling dei due edifici esistenti e degli spazi esterni, sia attraverso la costruzione di una nuova terza torre e di un auditorium.
Il 27 marzo 2023 è stato proclamato il vincitore (Ipostudio, per una scheda sintetica si veda: https://www.aeiprogetti.com/projects/terza-torre-regione-toscana/).
Il nuovo complesso è composto di due edifici affiancati con altezza massima di 64 metri (due volte e mezzo quella delle torri esistenti) e una dimensione imponente. Si tratta di una volumetria di circa 60.000 mc ai quali vanno aggiunti i volumi orizzontali seminterrati dell’auditorium e quelli sotterranei dell’autorimessa. Il complesso quindi occupa praticamente tutta l’area inedificata residua, in aperto contrasto con le sbandierate volontà di Regione e Comune sulla necessità di non consumare ulteriore suolo e piuttosto di rinaturalizzarlo nelle aree urbane congestionate.
Il progetto nel dettaglio
All’interno della Terza Torre troverà posto la nuova sede della Presidenza, la sala della Giunta, la sala stampa ed uno spazio espositivo, poi sei aree per gli assessorati e tre Direzioni. In tutto la nuova Torre conterrà circa 350 nuove postazioni di lavoro. Al piano terra in una struttura autonoma ma integrata nella Terza Torre verrà realizzata la nuova sala Operativa e di Telecontrollo. All’esterno l’Ufficio Relazioni con il Pubblico”e la creazione di nuovi parcheggi interrati, ma soprattutto sarà realizzato un ampio auditorium per circa 350 posti Non solo, il progetto ha previsto anche la realizzazione di un giardino pensile. Un tocco di verde…..
Il bando non è stato accompagnato da un programma adeguato in grado di spiegare le ragioni della costruzione di una nuova torre (salvo l’obbiettivo di eliminare costi di affitto di circa 1 milione l’anno a fronte di un costo stimato di 54 milioni del nuovo complesso).
Il risultato del concorso quindi non rispecchia pienamente i due obbiettivi del bando (ossia il restyling degli edifici esistenti e la costruzione di una terza torre in un programma coordinato), ma pare proporre una soluzione sbrigativa, ossia costruire un nuovo mastodontico edificio in gran parte di rappresentanza e ristrutturare (quando? come?) le due torri separatamente.
Non è chiaro neppure quante postazioni di lavoro siano previste. Sembra complessivamente siano 1500 fra le due torri e il nuovo edificio, se così fosse nel nuovo enorme edificio lavorerebbero 350-500 impiegati, mentre nelle due vecchie torri, due volte e mezzo più piccole, lavorerebbero 1.000 impiegati. Resta quindi la domanda del perché si sia arrivati a quella dimensionamento.
L’impatto negativo di questo progetto è stato commentato da vari punti di vista e non solo dagli abitanti di Novoli.
Finora il Comune non ha espresso un parere sul progetto trasmesso dalla Regione nel febbraio 2024.
Quindi: la terza torre è un intervento che per densità, altezza, e anche carico urbanistico, soprattutto considerando anche gli interventi vicini, modifica radicalmente le caratteristiche dell’insediamento esistente, e rende evidente la necessità di un metodo diverso di pianificazione, che un piano particolareggiato non basta ad interpretare.
Se infatti ci si domanda anche cosa serve effettivamente al quartiere e come fare un corretto disegno d’insieme, la risposta non può essere quella di costruire due grattacieli sui pochi spazi rimasti liberi. Le soluzioni proposte dal POC e dalla Regione paiono solo atti anacronistici risalenti a epoche storiche superate da decenni: possibile che si discuta ancora di progetti di edificazione ultra-intensiva di lotti liberi in contraddizione con le dichiarate volontà al risparmio di suolo da parte delle istituzioni? La somiglianza con i casi di Milano rende ancora più clamoroso il caso fiorentino che è promosso non da speculatori privati, ma da un operatore pubblico, il più importante, quello che può emanare leggi per regolarizzare il proprio comportamento arbitrario.
E infatti per cautelarsi da eventuali contrasti con il Comune, e per bypassare possibili pareri contrari o richieste di importanti modifiche, Giani prima fa passare in Consiglio Regionale la legge regionale n. 43/2024, di modifica della 77/2004 sulla gestione del patrimonio regionale, che prevede che la Regione possa, sul proprio patrimonio, far valere “regole speciali” anche in deroga agli strumenti pianificatori dei comuni. In particolare stabilendo che il parere finale della Conferenza dei servizi approva il Progetto, e costituisce variazione, perfezionamento, integrazione o adeguamento di tali strumenti, anche ai fini della localizzazione dell’opera, della conformità urbanistica e territoriale dell’intervento, della risoluzione delle interferenze e delle relative opere mitigatrici e compensatrici. Pochi mesi dopo, la prima delibera della Giunta Regionale attuativa della legge, la numero 51 /2025, ha inserito nell’ambito delle opere strategiche la riorganizzazione degli uffici di Novoli e quindi, di fatto, proprio l’intervento della terza Torre. Tutto questo significa che si potranno superare vincoli urbanistici e procedurali per la realizzazione di quest’opera mastodontica, in barba alle regole che valgono per tutti gli altri e alla faccia della maggioranza (peraltro sempre di sinistra) che governa il Comune di Firenze. Con una evidente lesione alla competenza e autonomia degli enti locali. Questa operazione peraltro, che consente alla Regione Toscana di derogare alle norme esistenti applicando semplicemente una definizione di strategicità a maglia molto larga di questa come di altre opere, comporterà il trasferimento degli uffici della Presidenza della Regione fuori dal centro storico, con un suo con ulteriore impoverimento di funzioni pubbliche e relativi addetti, e abbandonando palazzo Strozzi Sacrati a chissà quale nuova destinazione: albergo? resort? studentato?. Probabile poi che la stessa sorte riguardi anche il Consiglio regionale oggi nel Palazzo del Pegaso in via Cavour.
La proposta alternativa lanciata dall’Associazione Novoli Bene Comune
L’ Associazione Novoli Bene Comune non si è limitata a contestare fortemente il progetto della Terza Torre ma, come è sua consuetudine, ha lanciato una proposta alternativa che potrebbe andare incontro alle esigenze della Regione senza necessità di nuove costruzioni.
Si propone di utilizzare in alternativa l’ex edificio Telecom in viale Guidoni che è molto grande ed è vuoto in quanto dimesso e non utilizzato da molti anni. Fra l’altro dista poche centinaia di metri proprio dall’attuale sede regionale in via di Novoli.
Questi i dettagli dell’edificio. Già sede regionale di Telecom della Toscana (sede ex S.I.P. del 1990), il complesso polifunzionale, realizzato su progetto dell’arch. Giovanni Michelucci, è stato ultimato nel maggio 1998. L’edificio che si compone di più corpi di fabbrica distinti ed interconnessi, si sviluppa su nove piani fuori terra e tre piani interrati, di cui due adibiti a parcheggio per circa 400 posti auto; gli altri piani sono adibiti ad uso Direzionale, uffici ed archivi.
All’interno del complesso trova spazio un auditorium con 480 posti.
La spesa che si può prevedere per la ristrutturazione dell’edificio è di circa 2 milioni di euro. Questo investimento coprirà vari aspetti del progetto di riadattamento, inclusi gli adeguamenti strutturali, l’aggiornamento delle infrastrutture e i miglioramenti estetici.

Alberto Di Cintio

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Il Quartiere 5 e in particolare l’UTOE 10 (col suo 9,1%) registrano valori di copertura arborea molto inferiori alla media del centro abitato fiorentino. A breve distanza dalla Regione si prevede l’edificazione intensiva delle due aree Nucci, da decenni abbandonate e riconquistate dalla vegetazione spontanea. Un capolavoro esemplare di malaurbanistica https://www.perunaltracitta.org/homepage/2023/03/16/occasione-mancata-per-un-corridoio-ecologico-nella-piana-aggiornamento/
D’accordo col pro. Di Cintio e con il programma di Novoli Bene Comune. Quando fate una manifestazione a No b oli e Rifrefi?
Dunque la Regione Toscana ha decine di milioni di euro da spendere per opere superflue. Ma diamo uno sguardo al patrimonio edilizio regionale che vige in stato di totale abbandono: parto io con tre esempi ai quali inviterei i cittadini ad aggiungere altri: l’ex ospedale di Luco di Mugello, antico monastero medievale, abbandonato da decenni, l’ex Sanatorio Banti abbandonato e in rovina da decenni, una serie di grandi edifici nel complesso dell’ospedale di Volterra abbandonati. Proviamo a fare un censimento.