Milano tra inchieste e finanziarizzazione: un incontro con Lucia Tozzi

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Il secondo appuntamento del ciclo Cosa accade nelle città è stato dedicato a Milano: dalla sua attualità tra inchieste e leggi ferme in parlamento fino al tema della finanziarizzazione. Lucia Tozzi, giornalista e saggista, è stata la nostra bussola, ci ha guidati attraverso gli eventi che hanno causato la situazione attuale e ha fotografato perfettamente l’attualità sottolineando rischi e criticità ma anche le possibilità di resistenza.

Lucia ha messo in luce come per anni a Milano siano state adottate pratiche urbanistiche, a dir poco opache, e procedure amministrative lontane dalle normative nazionali. Di fatto la giunta Sala ha privilegiato gli interessi privati, rinunciando ad aggiornare gli oneri di urbanizzazione, causando un ammanco enorme alle casse dell’amministrazione comunale (in un articolo scritto sempre da Tozzi e uscito il 9 febbraio su Il Fatto Quotidiano viene indicata la cifra precisa di oltre 107 milioni di euro). A Milano si sono pagati oneri di urbanizzazione irrisori rispetto a città come Parigi, trasformandola in un paradiso fiscale dell’immobiliare.

Le inchieste hanno bloccato alcuni cantieri, ma il sindaco Sala ha rifiutato la proposta di sanatoria, una sorta di condono tombale, offertogli da Salvini. Accettarla avrebbe significato ammettere che le cose erano state fatte ben al di fuori delle regole urbanistiche e non solo. La legge Salvamilano è stata quindi vista come unica soluzione per riattivare i cantieri bloccati dopo le inchieste giudiziarie. Tozzi rigetta la narrazione della Giunta sala che lo stop ai cantieri stato causato dalle inchieste, Milano è ancora piena di cantieri attivi e le inchieste hanno fermato pochi progetti, spesso già completati. Il vero stop è stato causato dalla giunta, che ha interrotto i rapporti tra uffici edilizi e operatori. Una forzatura per far approvare in tempi brevi la legge senza fornire però nessuna argomentazione di merito.

Lucia ci ha raccontato anche di una città stanca, i cui cittadini hanno vissuto gli effetti di politiche urbanistiche che hanno aumentato il costo della vita e impoverito i servizi pubblici. Boschi verticali, rigenerazioni urbane, anni e anni di narrazioni e social washing di tutti i tipi dal pink al rainbow fino al green. Dalla ‘Milano non si ferma’ dei tempi del Covid ad oggi moltissimi residenti sono stati espulsi dalla città dai costi insostenibili degli affitti, un fenomeno che era già in atto ma che ha visto negli ultimi anni un’accelerata rapidissima. Il linguaggio del marketing urbano ha accompagnato queste trasformazioni rendendole cool e sexy, ma quello a cui Milano ha mostrato non è stato altro che il volto feroce delle trasformazioni delle città in epoca neoliberista.

Un volto fatto di speculazioni e di fondi finanziari internazionali che stanno conquistando pezzi di città e quelli che un tempo erano servizi pubblici. Abbiamo ricordato insieme a Lucia le tante resistenze a questi fondi in alcune città europee come Barcellona, Madrid, Berlino e Copenhagen.

Oggi la legge Salvamilano, ci ha raccontano Tozzi, è contestata non solo dai soliti oppositori, ma anche da personaggi un tempo vicini alla giunta, centinaia di docenti universitari ed esperti del settore hanno firmato appelli per bloccare la legge che sarebbe una vera e propria deregulation urbanistica che sarebbe poi applicata non solo a Milano ma a tutte le città d’Italia.

Una sciagura da scongiurare con ogni mezzo necessario.

 

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