Riparte il movimento antinucleare in Italia? Il disegno di legge delega sul “ritorno al nucleare”, presentato dal Governo Meloni, sta provocando numerose reazioni, anche fra coloro che hanno lottato “contro l’energia padrona” nel movimento antinucleare negli anni ’70 -’80. E’ stata organizzata una prima assemblea, online, tenuta il 28 gennaio 2025, che ha visto la partecipazione di 96 persone da tutta Italia, organizzata dalla “campagna per il clima, fuori dal fossile!”. I primi e principali relatori sono stati Vincenzo Miliucci, Giorgio Ferrari e Teodoro Summa.
Dal report dell’assemblea si legge che “Miliucci pone l’accento sulla questione energetica e climatica e critica il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) italiano, sostenendo che non risponde adeguatamente alle sfide climatiche ed energetiche, menzionando la necessità di mobilitazione contro la ripresa del nucleare e per una transizione energetica reale”. “Ferrari spiega i piani del governo per creare una joint venture tra Enel, Ansaldo e Leonardo per gestire il settore”, mentre “Summa racconta la storia del movimento antinucleare in Italia, e sottolinea l’importanza di creare un coordinamento nazionale per il movimento antinucleare italiano, proponendo la rinascita di comitati e coordinamenti regionali”.
Intervengono numerosi presenti, fra i quali Giuseppe Onufrio di Greenpeace “presenta alcuni dati sui costi del nucleare, sulla natura e scopo soprattutto militare e sulle difficoltà incontrate dai progetti in Occidente”, mentre Fabrizio Bertini e Vito Totire ricordano, tra l’altro, la vicenda del Pec del Brasimone, ora Centro Enea che studia i mini reattori nucleari. Viene tra l’altro presentata l’iniziativa “Confluenza” in Piemonte e annunciato un convegno a marzo sulla speculazione energetica.
Nel report si sottolinea che “la riunione ha discusso il recente disegno di legge del governo italiano sul ritorno dell’energia nucleare, analizzando criticamente il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima e le proposte per nuovi reattori. Così come delle conseguenze dal punto di vista della democrazia e dell’agibilità politica e della ulteriore militarizzazione dei territori”. Viene proposta “la creazione di un coordinamento nazionale per contrastare i piani governativi e promuovere alternative sostenibili”. In conclusione, da un punto di vista organizzativo “si creerà una mailing list e un gruppo di lavoro, una struttura minima e programma di lavoro che saranno definiti nella prossima assemblea da tenersi a fine febbraio”. Vedremo gli sviluppi e le prossime iniziative.

Maurizio Da Re

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