La transizione energetica e il nucleare distribuito

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1.0 Il metabolismo capitalistico

Il sistema energetico-mondo ‘motore’ del mantenimento del presente sistema di scambi società umana natura –metabolismo capitalistico– è obbligato a ridefinire i processi di accumulazione e il mix degli approvvigionamenti energetici nelle attuali condizioni di ‘scarsità profonda’ delle fonti non rinnovabili di materia-energia-informazione. In questa ridefinizione prende corpo il mito della ‘Transizione’ a partire prioritariamente, stante la dimensione dei disastri ambientali ed economici, dalla questione del riscaldamento globale. Una ‘Transizione’ connessa alla finalità della decarbonizzazione con l’ambizioso obiettivo di emissioni climalteranti zero al 2050 e portata avanti prevalentemente come ‘ Transizione energetica’: cambiare le fonti di energia da utilizzare nella produzione, nei consumi, negli spostamenti, nella costruzione e nella manutenzione dei sistemi insediativi, lasciando tuttavia inalterati i processi economico-sociali di depredazione delle riserve fisiche e della biodiversità. Di fatto bloccando per le popolazioni del mondo la possibilità di cambiare in modo radicale l’attuale modo di abitare la Terra e i territori: metabolismo di coevoluzione società umana–natura. La costruzione di tale virtuoso metabolismo è il compito che ci compete come movimenti e come abitanti, per una reale ‘Trasformazione ecologica’ dell’economia, dei sistemi insediativi e societari.
Una situazione di crisi strutturale che ha fatto affermare nel 2013 all’ International Energy Agency (Agenzia energetica dei governi OCSE): la festa ( la forma di accumulazione capitalistica e di uso delle natura in vigore, con varie trasformazioni tecnologiche e organizzative, dalla metà del 1800) è finita e l’unica strada è migliorare l’efficienza di uso dell’ energia. Giova ricordare che aumentare l’efficienza d’ uso di una riserva può indurre ad un suo maggior consumo.

Centro Enea Brasimone

1.1 La risposta del metabolismo capitalistico si basa su una strategia integrata, un mix degli approvvigionamenti energetici: combustibili fossili gas compreso, idroelettrico, idrogeno, geotermia, nucleare, fonti rinnovabili e programmi di efficienza energetica. Questo è il focus della politica economica, energetica e dell’ uso delle materie prime, dell’Unione Europea finalizzata a ridurre il riscaldamento globale ma soprattutto ad avviare la nuova fase del Capitalismo Intelligenza Artificiale (CIA). Al mix degli approvvigionamenti energetici corrisponde il prevalere negli usi finali dell’ elettricità, con la trasformazione all’elettrico, dove è possibile, di molti cicli produttivi, dei trasporti, dei servizi, per tacere delle reti informatiche e dell’Intelligenza artificiale. Naturalmente questa estesa trasformazione ha bisogno a sua volta di energia per nuove reti, nuove merci, nuovi usi del territorio. In questo mix di approvvigionamenti emerge un altro mito: il ruolo del nucleare. Non ci autoinganniamo: il nucleare è questione decisiva per l’ attuale sistema economico-sociale. Le maggiori organizzazioni politico-economiche del mondo – Stati e sistema del libero mercato intimamente connessi al di là delle apparenze – stanno ponendo il nucleare come uno degli elementi cardine del mix energetico per mantenere l’attuale sviluppo nei fatti insostenibile. D’altro canto il nucleare è una tecnologia funzionale al sistema perché è accumulazione distribuita di denaro, di tecnologie anche militari, di ricerca. Ci sono dunque ottime ragioni per non riprendere nel nostro paese la strada del nucleare e per opporvisi con forza a scala locale e globale, ma il programma del nucleare distribuito è reale e potente. Da prendere quindi molto sul serio. Infatti nel mix energetico, c’è il raddoppio a scala mondo dell’apporto dell’energia da fonte nucleare.

2.0. Il nocciolo dei programmi dell’Unione Europea e dell’Italia

L’ obiettivo sbandierato nel Disegno di legge Delega al Governo in materia di nucleare sostenibile è un Programma nazionale finalizzato allo sviluppo della produzione di energia da fonte nucleare sostenibile che concorra alla strategia nazionale per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica al 2050, e garantisca la sicurezza e l’indipendenza energetica del paese. Il disegno di legge ha la propria fonte politica e normativa nei dispositivi dell’ Unione Europea in particolare i Regolamenti del Parlamento e del Consiglio e le Comunicazioni della Commissione, e si inserisce nel più articolato “Piano nazionale integrato per l’ energia e il clima” (PNIEC) (2019). La generazione nucleare distribuita è basata sulla ‘strategia modulare’ delle apparentemente nuove tecnologie nucleari: gli SMR (Small Modular Reactor) e gli AMR (Advanced Modular Reactor). Questo è il nocciolo tecnologico e industriale sia dei programmi dell’ Unione Europea che della Delega al Governo per i decreti attuativi in materia di nucleare sostenibile. Un nocciolo senza fondamento. SMR e AMR sono tecnologie non ancora provate e non ancora commerciabili. L’ unico progetto partito, NUSCALE è fallito. Per gli SMR, la novità consiste in unità che possono essere costruite in fabbrica e poi assemblate sul sito ( si prevedono assemblaggi standard per 12 unità da 50 MW ciascuno o da 60 MW, ad esempio nel caso NUSCALE). Tuttavia i moduli possono riguardare la parte non nucleare del reattore ( turbine, alternatori, circuito acqua ) mentre il nocciolo per la sua complessità e delicatezza quanto a sicurezza non è consigliabile per una realizzazione modulare. Per gli AMR si tratta di microreattori detti anche ‘batterie nucleari’ da mettere in funzione quasi come un normale elettrodomestico (!). Al momento si configurano come reattori a fissione con uranio arricchito al 20% raffreddati ad elio e moderati a grafite con potenza tra 1 e 10 Mw Elettrici: esempio tanto assurdo quanto accattivante di nucleare distribuito funzionale alla produzione elettrica diffusa. Le ‘batterie nucleari’ sarebbero un rifiuto nucleare da smaltire, con evidenti problemi di sicurezza ambientale e sanitaria.(cfr su questo le argomentazione di Giorgio Ferrari e di altri).

2.1. La ragione che induce l’ Unione Europea a parlare in modo sostanzialmente truffaldino di nucleare sostenibile e a inserirlo nella Tassonomia comunitaria delle attività finanziarie ed economiche ecosostenibili, si riferisce alla non emissione di CO2 (peraltro solo nei reattori, non considerando l’approvvigionamento, l’ arricchimento, la dismissione e il confinamento dei residui), ai presunti non inquinamenti e alla ipotesi di riduzione della produzione di rifiuti radioattivi così come dal loro riciclaggio e riutilizzo nell’ ottica di un’economia circolare con radioattività incorporata! Questo ultimo aspetto è l’ elemento chiave del programma europeo e italiano ed una delle ragioni della sua insussistenza.
“Un elemento sbandierato a favore dell’energia da fonte nucleare è che essa non contribuisce all’effetto serra. Il che è vero se ci si limita alla fase in cui viene bruciato nel reattore, ma va tenuto conto della costruzione e della dismissione della centrale e del ciclo completo del combustibile : l’emissione totale di Co2 dipende dal tenore del minerale arricchito quando esso è alto l’emissione è circa 1/3 di quello di una centrale a gas equivalente ma aumenta con l’ abbassarsi del tenore del minerale fino a diventare maggiore o uguale” (Angelo Baracca).
Se l’ economia circolare correttamente intesa per come definita dalle Direttive UE del 2018, basata sulla diminuzione dei prelievi di materie prime e su riutilizzo, riciclaggio e riparazione dei prodotti, è una strategia economica di possibile innesco di un cambiamento virtuoso, il ritorno alla centralità di depredazione delle riserve di energia e il rilancio del nucleare sono strategie di mantenimento di un’economia lineare dannosa per l’ ambiente e per la società umana. Va senza doverlo scrivere che materia-energia vanno considerate insieme, come unico momento dei processi termodinamici.

2.2. I Regolamenti UE. I diversi Regolamenti dell’ Unione Europea in materia emessi dal 2019 al 2023 hanno al centro i processi finanziari ed economici. In particolare :
– le anomalie e i rischi che possono correre i mercati finanziari e gli investimenti di fronte alla nuova necessità di incorporare la ‘sostenibilità’ ( riscaldamento globale, impoverimento delle riserve materiali ed energetiche e della biodiversità );
– il ruolo degli investimenti finanziari e tecnologici privati nei programmi del nucleare distribuito quale attività economica-tecnologica sostenibile.
In estrema sintesi:

 – “Regolamento 2019/2088 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’ informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari”.
Assume la necessità che il sistema dell’ Unione si muova nella direzione di un’ economia a bassa emissione di carbonio, più efficiente in termini di uso delle risorse.
Il Regolamento affianca al normale rischio finanziario anche i rischi di sostenibilità che potrebbero provocare un impatto negativo sul rendimento degli investimenti.

– “Regolamento 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’ istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifiche al regolamento 2019/ 2088 relativo all’ informativa sulla sostenibilità sui servizi finanziari”.
Come nel caso delle Direttive UE per l’ economia circolare (2018) al centro c’è l’ esigenza di “garantire la competitività dell’ economia dell’ Unione nel lungo termine” anche attraverso una maggiore partecipazione del capitale privato al finanziamento delle spese legate all’ ambiente e al clima; basandosi su una strategia globale della finanza sostenibile. L’Unione Europea ipotizza che la messa a disposizione di PRODOTTI FINANZIARI sia “un modo efficaci di incanalare gli investimenti privati con criteri uniformi per decidere se una attività economica possa essere considerata ecosostenibile secondo sei obiettivi ambientali:
– mitigazione dei cambiamenti climatici;
– adattamento ai cambiamenti climatici;
– uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine
– transizione verso un’economia circolare
– prevenzione e riduzione dell’ inquinamento
– protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Una Direttiva importante relativamente al risparmio di uso di materiali e, a parole certo, finalizzata a escludere investimenti ad attività economiche che danneggiano l’ ambiente in misura superiore al loro contributo a un obiettivo ambientale e che possono recare danno significativo ad altri obiettivi ambientali tra i sei elencati.
Uno dei punti decisivi, rafforzato dal Regolamento 2022/1214, per decidere se una attività di generazione di energia da fonte nucleare è ravvisabile come sostenibile, è relativo al riutilizzo, riciclaggio dei rifiuti radioattivi e prevenzione / riduzione della loro produzione. Tuttavia se consideriamo l’ intero ciclo del nucleare, la sua sostenibilità semplicemente non esiste.
– “Regolamento delegato 2022/ 1214 che modifica il Regolamento delegato 2021/2139 per quanto riguarda le attività economiche in alcuni settori energetici e il regolamento 2021/2178 per quanto riguarda la comunicazione al pubblico di informazioni specifiche relative a tali attività economiche”.
La considerazione che i consumi totali di energia producono il 75% delle emissione dirette di gas a effetto serra nell’ Unione, e che se ne prevede l’ aumento in ragione del passaggio all’ elettrico di molte attività, obbliga a rivedere il Regolamento delegato 2021/2139 circa le attività e i settori economici che possono essere considerati attività economiche ecosostenibili. La Commissione UE dell’ aprile 2021 indica la necessità di un nuovo mix energetico (rivedendo la Tassonomia dell’ UE ) in particolare su pressione di Francia e Germania, e di approfondire la valutazione tecnica sulla introduzione nella Tassonomia del gas fossile e dell’ energia di generazione nucleare, in modo che ne sia garantita la loro presunta sostenibilità.
La relazione finale del gruppo di esperti tecnici nominati dall” UE sulla finanza sostenibile afferma che l’ energia nucleare genera emissioni di gas serra prossime allo zero nella fase di produzione di calore e poi di energia elettrica (!), ma ravvisa forti limitazioni legate ai rischi potenziali derivanti dallo stoccaggio a lungo termine e dallo smaltimento finale di rifiuti radioattivi, con la necessità di stabilire un fondo gestione rifiuti radioattivi e uno per la disattivazione nucleare 
in base al principio secondo cui i produttori di rifiuti dovrebbero farsi carico dei costi della loro gestione.
Viene modificato il Regolamento delegato 2021/2139
Fasi precommerciali delle tecnologie avanzate di produzione energia a partire dai processi nucleari con una quantità minima di rifiuti del ciclo del combustibile. Gli impianti innovativi
per la generazione di energia elettrica distribuita nucleare (quindi anche gli SMR e gli AMR) devono generare una quantità minima di rifiuti del ciclo del combustibile, secondo il principio “non arrecare un danno significativo” (DNSHP), ed i piani dei paesi membri devono garantire il massimo riutilizzo o riciclaggio di tali rifiuti al termine del ciclo di vita.

3.0. PNIEC e Disegno di legge delega

Se l’ impianto strategico del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) (2019) è basato su un mix di fonti con una estesa diffusione delle energie rinnovabili e dell’ efficienza energetica, in riferimento alle CINQUE dimensioni dell’ Unione Europea al 2019:
Decarbonizzazione * Efficienza energetica * Sicurezza energetica (gas e interconnessioni stoccaggio strategico ) * mercato interno energia e comunitario * Ricerca innovazione competitività; ed individua quali elementi portanti:
– il passaggio da un assetto centralizzato ad una generazione distribuita promuovendo l’autoconsumo, mantenendo tuttavia anche grandi impianti fossili come la ricerca di idrocarburi (cfr. Val d’ Agri in Basilicata e non solo) e la geotermia;
– l’ampliamento del settore elettrico, favorendo assetti e infrastrutture e regole di mercato che contribuiscano all’ integrazione delle rinnovabili nelle politiche pubbliche;
nel Disegno di legge delega al Governo in materia di nucleare sostenibile si compie il passaggio al mix energetico con nucleare, secondo gli orientamenti dei Regolamenti UE del 2020 e del 2022. In questo passaggio gli scenari elaborati da Terna e Snam che prevedono un incremento di energia elettrica anche e soprattutto per industria.4.0 e Intelligenza artificiale, incremento ottenuto anche per la scelta di una marcata elettrificazione di alcune produzioni e dei servizi, sono ideologicamente forzati verso un aumento delle trasformazioni energetiche da fonti fossili, rinnovabili e nucleare.
Nella “Relazione Illustrativa al Disegno di legge Delega al Governo in materia di nucleare sostenibile” (Ministro Pichetto-Frattin) e poi nell’ articolato della Delega, gli obiettivi guida per i Decreti attuativi appaiono poco realistici in particolare in relazione a) all’ indipendenza energetica che metta in sicurezza l’approvvigionamento energetico e la sicurezza nazionale rispetto ad eventi geopolitici; b) alla riduzione dei costi.

3.1. Non si vede come il nucleare possa garantire la sicurezza energetica e gli approvvigionamenti. Il ricorso al nucleare anche nella generazione distribuita degli SMR e degli AMR, non tiene conto che la disponibilità dell’ Uranio è già oggi oltre il ‘picco’( per il concetto del ‘picco di tutto’ vedi Pardi e Simonetta “Picco per capre” ). Inoltre i principali giacimenti sono concentrati in poche zone del pianeta, alcune geopoliticamente critiche : Russia, Stati Uniti, Canada, Australia. Questo impone il controllo di zone strategiche del pianeta in vista dell’ esaurimento di molte riserve energetiche ivi compreso l’ uranio. Si stima che l’ uranio per la fabbrica nucleare garantisca una disponibilità fino a 60 anni circa. La tecnologia del riutilizzo e gli autofertilizzanti ( ma il reattore Superphenix francese è stato un fallimento ) aumenterebbero la durata ma non di molto. C’è poi l’ aumento del costo dell’ Uranio la cui commercializzazione è in mano a sette compagnie oligopolistiche e dei servizi di arricchimento in mano a tre compagnie. La delega al Governo per decreti attuativi prefigura al 2050 un obiettivo che potrebbe essere di generazione da fonte nucleare tra l’ 11% e il 22% richiesta energia elettrica tra 8 e 16 GW di capacità nucleare installata. Un obiettivo assolutamente irrealistico.

3.2. Una novità positiva del disegno di legge può essere considerata la volontà di chiudere con una dismissione definitiva e le bonifiche dei siti ( non è dato sapere con quali risorse tecniche e monetarie !) gli impianti chiusi a seguito dei due referendum antinucleari. Una rottura questa rappresentata, secondo il Governo, dalle tecnologie modulari : SMR e AMR, di cui ho riferito la non maturità tecnica e commerciale oltre alla questione dei costi e della sicurezza. Gli SMR non sono poi così piccoli, una potenza che va da 300 a 600 MW vale a dire doppia delle vecchie centrali di Latina, Garigliano, Trino vercellese. Il nucleare ‘di nuovo conio’ non è credibile. La novità negativa è la decisione di rimandare a data da destinarsi – probabile chiusura dell’ istruttoria nel 2039 – la decisione sul sito unico definitivo di confinamento dei rifiuti radioattivi, con gravi rischi ambientali e sanitari per le popolazioni derivati dai depositi temporanei a Ispra, Saluggia, Trisaia e Casaccia non progettati e realizzati con le opportune sicurezze, a causa di eventi naturali o incidenti.

3.3. Il piano nazionale per il nucleare sostenibile è l’esito di una procedura istituzionale che va dal Disegno di Legge alla Delega al Governo ai decreti attuativi del governo sbilanciati a favore del governo nei confronti del Parlamento con la finalità di rivedere la legislazione sia per la ricerca che per la realizzazione. I decreti legislativi saranno adottati su proposta del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica poi Commissioni parlamentari. Infatti il titolo abilitativo del Ministero sostituisce ogni provvedimento amministrativo, autorizzazione, concessione, nulla osta, atto di assenso. Anche nei nuovi impianti nucleari di Quarta generazione e quindi pure con gli SMR e gli AMR i costi esterni – vale a dire non pagati dai gestori e dagli utenti – riguardano: la diffusione di radioattività residua con effetti nocivi e cancerogeni; lo smantellamento dell’ impianto e la bonifica del sito; i costi strategici dovuti alla possibilità di proteggere gli impianti da attacchi.

3.4. C’è poi il problema della gestione dei rifiuti radioattivi e dell’insieme delle scorie radioattive che restano pericolose per migliaia di anni. Il deposito di Jucca Mountain (Usa), ad esempio, venne bocciato perché garantiva una sicurezza per 10.000 anni a fronte dei 200.000 necessari (qui si apre anche il problema delle forme di comunicazione agli umani di allora). E quello degli incidenti: tra i tanti incidenti avvenuti: Three Mile Island (1979) Chernobyl (1986) Fukushima (2011), centrale nucleare di Monticello (Usa).

4.0. Il peccato originario e continuativo dell’energia da fonte nucleare.

La campagna dell’ “Atomo per la pace” lanciata nel 1953 dal presidente Eisenhower: commercializzare e diffondere per il mondo reattori nucleari per uso civile cioè per l’ energia elettrica, ha sempre mantenuto l’implicazione militare. Infatti il dna dell’ energia nucleare è militare, un dna a cui questa tecnologia non può sfuggire: il primo reattore nucleare – la Pila atomica di Fermi – fu progettato e costruito con la finalità di produrre un elemento che non esiste in natura il Plutonio, il più idoneo per realizzare una bomba nucleare (1942) senza bisogno di arricchimento. Molte industrie coinvolte nel programma delle bombe atomiche USA – Westinghouse, General Electric, Monsanto, Union Carbide – erano interessate a utilizzare l’ esperienza tecnica in redditizie imprese commerciali per l’ atomo di pace, onde ammortizzare gli investimenti. L’atomo di pace serve solo a ricavare energia elettrica che è solo una parte dell’energia di cui abbiamo bisogno. Inoltre se la riduzione del riscaldamento globale è certamente importante e indispensabile, per questo obiettivo non può essere accettata la produzione e la diffusione della radioattività prodotta dall’ insieme del ciclo del combustibile.

4.1. Nel mix il petrolio sarà finalizzato ai processi produttivi e infrastrutturali che non possono essere elettrificati e alla produzione di merci in cui il petrolio è al momento insostituibile (plastiche, etc.) In questo quadro rientra la produzione di idrogeno che è indispensabile per far funzionare attività industriali non alimentabili con la sola elettricità.

NOTE

1) Joint venture Enel, Ansaldo nucleare, Leonardo hanno stipulato un accordo di collaborazione per gli small modular reactor (SMR) ad acqua; la firma per una newco potrebbe arrivare a breve in parallelo con la legge delega per il nucleare. Enel avrebbe la quota di maggioranza 51% Ansaldo nucleare il 39% e Leonardo il 10%. la finalità è costruire il primo SMR in Italia solo quando ci sarà un quadro normativo per la trasformazione della potenza nucleare in energia elettrica. NELL’ AUDIZIONE alle Commissioni Ambiente Ambiente e Attività produttive alla Camera sul ruolo del nucleare nella transizione energetica e per la decarbonizzazione, Nicola Rossi di Enel ha spiegato che i SMR sono la strada da seguire perché consentono di superare le criticità che caratterizzano i grandi impianti.

2) Nel 2023 Ansaldo Energia, Ansaldo nucleare, Edison e Edf hanno sottoscritto una lettera di intenti finalizzata allo sviluppo dell’ energia nucleare in Europa. Ansaldo è controllata da Cassa depositi e prestiti Equity, holding di investimenti controllata al 100% da Cassa depositi e prestiti e di proprietà per l’ 82,77 % del Ministero dell’ Economia. A intraprendere la strada dell’ energia nucleare è stato lo Stato italiano in modo diretto, violando l’ esito dei due referendum del 1987 e del 2011, che si era espresso contro il nucleare.

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Fabrizio Bertini

Architetto e paesaggista, è impegnato attualmente nel gruppo 'AlterPiana', per un controprogetto dell'ecosistema metropolitano Firenze Prato Pistoia, e fa parte di 'Rifiuti Zero'. Negli anni 80 è stato attivo nel movimento antinucleare e 'Contro l'energia padrona', nel Collettivo controinformazione scienza di Firenze, di Arcipelago Verde, delle prime Liste Verdi, dell'Università Verde di Pistoia, cofondatore della Rete Nazionale Rifiuti Zero.

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