Gli anni ‘70 del collettivo “Victor Jara” nel racconto di Daniele Trambusti

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I fondatori del gruppo musicale Victor Jara furono David Riondino e la sorella Chiara Riondino, Silvano Panichi, Massimo Fagioli, Alessandro Fani, a cui poi si aggiunse l’ottimo musicista e attore Daniele Trambusti.

Chiara e David suonavano già quando, nel 1973, ci fu il colpo di Stato in Cile ad opera del regime Pinochet e decisero di darsi il nome di Victor Jara, il grande musicista che fu sequestrato in uno stadio insieme a tanti altri, poi fu ucciso dopo violenta tortura su tutto il corpo, e in particolare sulle mani.

Poco dopo il loro esordio, il Circolo Ottobre, che era la parte culturale di Lotta Continua, volle fare un disco con loro. Daniele Trambusti ci ricorda la storia degli anni ’70, con protagonisti dei giovani con capelli e barba lunga che con impegno politico hanno aperto un dialogo sull’arte che ha lasciato il segno per sempre:

Ero un chitarrista in grado di ricoprire il ruolo, e fui invitato a suonare con loro per incidere il disco. Dopo poco il mio ingresso nel gruppo, nel 1974 il disco fu registrato e pubblicato dal Circolo Ottobre per essere distribuito a livello nazionale come controinformazione ai gruppi giovanili dell’epoca. Suonavamo canzoni impegnate, con un aspetto politico e allo stesso tempo satirico che ci distanziava da molti cantautori dell’epoca, assumendo un impegno sociale oltre che politico. Le nostre esibizioni erano per il Movimento e andavamo in tutta Italia, sentivamo di vivere un momento fondamentale tutto nostro, non dettato da nessuno. Si cantavano le nostre canzoni nei cortei, e anche ‘Mao’, Lorenzo Bargellini cantò con noi nelle piazze e nelle strade.

Mano a mano si delinearono anche dei momenti recitativi comici di accompagnamento, con oggetti e costumi dai toni surreali. Negli ultimi anni ci furono degli spettacoli esclusivamente teatrali, come il colossal ‘I Like John’ (come John Wayne) e come ‘La Mela O/Pera peccaminosa’ sul tema della malattia, interamente senza canzoni. Altri spettacoli furono ad esempio ‘Kuore’ un riadattamento satirico del libro di De Amicis; in quell’occasione il gruppo si aprì alla partecipazione di altri artisti arrivando ad essere anche di 15 persone. Nel tempo il collettivo si allargò alla collaborazione di molti altri artisti. ‘R/Umori di Vian’ è una rielaborazione di testi teatrali di Boris Vian, scrittore, poeta e musicista. Gli spettacoli partivano tutto dalle canzoni, come nel musical ‘L’Autostrada’ che fu quasi interamente musicale con un canovaccio di testo da seguire, con 15 musicisti e un coro di 6/7 persone.

Facevamo numerose esibizioni, arrivammo a fare anche circa 50 spettacoli a stagione, non solo nei circoli e nelle case del popolo, ma anche nei campi, nelle Università, nei licei, nei paesi. Facemmo anche teatro di strada. Tra i tanti eventi a cui partecipammo, vale al pena di ricordare ‘Pisa Contro’ nel 1974: eravamo allo stadio con altri rappresentanti da tante altre città dalla Toscana. Il direttore artistico era Pino Masi e oltre al CVJ, c’erano artisti come Bennato e don Cerri, un jazzista famoso. Un altro episodio significativo si svolse a Reggio Emilia nel 1975 quando fu ucciso Alceste dai fascisti e suonammo con De Andrè e De Gregori, molti altri musicisti e un pubblico composto prevalentemente da studenti e giovani.

Dal CVJ in seguito tutti hanno fatto la propria carriera personale e siamo sempre rimasti in contatto.”

Sul profilo Facebook del Collettivo Victor Jara sono visibili numerose foto storiche di Massimo Agus, che era l’addetto luci e proiezioni immagini durante le performance.

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Clara Baldasseroni

Clara Baldasseroni è originaria di Livorno. Si laurea all'Università 'la Sapienza' di Roma. È un'antropologa e come libera ricercatrice porta avanti un percorso di attivismo antifascita che mira all'inclusione di tutti nel rispetto dei diritti concessi dalla Costituzione. È una giornalista che dà voce a chi non ce l'ha e da oltre 20 anni scrive e fa parte della redazione del giornale sociale di strada 'Fuori Binario' di Firenze. È contro la censura, insieme ai poveri, con gli oppressi, i padroni di niente e di nessuno.

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