Dall’Ipnocrazia all’Ateismo cristiano

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Finalmente c’è qualcuno che non si mette di traverso all’intelligenza artificiale! L’ultimo libro che ho recensito per questa rivista è stato Ipnocrazia  un saggio che parla di uno stato alterato di coscienza permanente, che in Italia, in Francia, in Spagna ha avuto un successo folgorante e numerose ristampe in brevissimo tempo. Ma nessuno fra lettori e critici, compreso il sottoscritto, si era accorto che il sedicente autore, il giovane cinese Jianwei Xun, non era un umano e che il saggio era frutto dell’ elaborazione di una intelligenza artificiale.

E’ nato così un caso letterario internazionale: “esperimento scientifico” che fa pensare, o “beffa” che potrebbe nascondere un nuovo modo di fare filosofia? Ho chiesto a DeepSeek (GPT-3,5) come si fa a capire se un libro è stato scritto con l’IA (Intelligenza artificiale)? La risposta è che un sospetto informato può scaturire solo da una combinazione di fattori. D’altronde non abbiamo ancora elaborato un meccanismo specchio che consenta al nostro cervello di riconoscere quando leggiamo o ascoltiamo qualcosa scritto da non umani. Essendo gli umani un assemblaggio di differenti algoritmi, non coordinati da un singolo sè e privi di libero arbitrio, scrive lo storico Yuval Noah Harari *,un algoritmo esterno può sostituirsi anche ad uno scrittore.

“Il vero pericolo non sta nel fatto che noi (individui “reali”) scambieremmo il discorso di un chatbot per il discorso di una persona “reale”, scrive nel libro Ateismo cristiano il filosofo sloveno Slavoj Žižek, il problema è che a forza di comunicare coi chatbot, parleremo e scriveremo, come chatbot e porta ad esempio Myškin (un personaggio dell’Idiota di Dostoevskij):

“Myškin è una persona piatta, che letteralmente parla come un chatbot; la sua “bontà” sta nel fatto che risponde alle sfide in maniera banale, priva di qualsiasi ironia e riflessività, in modi che potrebbe tranquillamente essere l’IA a generare.”

Questo interessante libro di Žižek è tutt’altro che piatto: un pandemonio di citazioni, di provocazioni, e di collegamenti che tolgono il fiato, secondo la cifra stilistica lacana-hegeliana che contraddistingue il filosofo slavo “politicamente radioattivo”, maestro dell’osservazione controintuitiva e in equilibrio “sull’orlo del caos“:

“E ’proprio questa condensazione della ricchezza caotica, tuttavia a creare un significato complesso, a evocare la ricca trama del non detto” (Žižek, Hegel e il cervello postumano)

Accennerò solo ad alcuni fra i tantissimi argomenti dell’ultimo libro di Žižek.

Alla fine del sesto ed ultimo capitolo l’autore si domanda:

Il marxismo funziona ancora? Si-integrato dalla psicoanalisi […] L’unico modo che avrebbe il comunismo di sopravvivere sarebbe fornire servizi sociali psicoanalitici universalizzati che permettessero agli individui di evitare la trappola autodistruttiva dell’invidia. […] Bisogna quindi rinunciare a ogni concezione di una società perfetta e accettare l’irriducibilità degli antagonismi, dunque la permanenza dello Stato e di una fondamentale alienazione della vita sociale.”

A proposito dello Spirito Santo:

“Oggi che il bisogno di una collettività politica impegnata è più che mai acuto, la scelta è tra il nuovo populismo di destra e la reinvenzione dello Spirito Santo. Per dirla in termini brutali, la suprema forza anticristiana non è l’individualismo edonista, ma lo stesso fondamentalismo cristiano di destra. C’è più Spirito Santo nell’insurrezione militante della sinistra, per quanto violenta sia, che in qualsiasi collettivo di destra  ossessionato dalla conservazione del nostro stile di vita.”

Altri argomenti presi qua e là sono: la differenza fra l’Illuminazione buddista e la Singolarità; il materialismo dialettico; il sesso digitale all’ultima moda, secondo il concetto lacaniano del “plus godere”: dalla tecnologia deep fake con cui si può trasformare chiunque in una pornostar; alla Stamina Training Unit; allo schiacciapalle in acciaio inossidabile; ai fudge rounds; agli “eccessivi” rapporti delle jene.

“ La liberazione della sessualità deve finire nella liberazione (dell’umanità) dalla sessualità.” (Žižek, Hegel e il cervello postumano)

Nelle circa 400 pagine del libro non mancano cenni sulla meccanica quantistica; sui “qualunquoni” abeliani e non; sulla “ compassione” del nazista Heinrich Himmler, che teneva la Bhagavadgītā nella tasca dell’uniforme; sulle sfumature del pacifismo; sull’Iran:“ le proteste iraniane realizzano quel che la sinistra occidentale si limita a sognare”, sul biocosmismo sovietico, sul concetto cinese di tianxia, sul cinema, sulla cultura pop, sui chatbot: “macchine di perversione, che offuscano l’inconscio più di ogni altra cosa […] Il problema delle nuvole digitali “divine” che regolano la nostra vita di ogni giorno è che raddoppiano la lotta di classe.

Il libro termina con la marcia di dodici guardie rosse (paragonate ai dodici apostoli) sulle strade della Pietrogrado rivoluzionaria del 1918: “Erano all’inferno, senza nessun dio a proteggerli e Cristo era lì con loro.”

Il tema portante del libro è la valorizzazione del contenuto politico rivoluzionario del cristianesimo visto come religione atea. Il Dio che si incarna e muore, che è la negazione di ogni trascendenza, apre uno spazio per un materialismo radicale. La fede non è credere in un aldilà, ma nell’immanenza della comunità degli uomini.

 

*Harari Yuval Noah, Homo Deus: Breve storia del futuro, Bompiani, Milano 2017, pg.546, euro 18

Žižek Slavoj, Ateismo cristiano, Salani, Milano 2025, pg.397, euro 24

Žižek Slavoj, Hegel e il cervello postumano, Salani, Milano 2020, pg.266, euro 19

 

 

 

 

 

 

 

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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