Collesalvetti comune marziale: sceglie il karate anziché la sicurezza ambientale

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Collesalvetti è un ridente Comune confinante a nordest con Livorno: 16.000 anime distribuite in una manciata di località, una fra tutte Stagno, dirimpettaia del petrolchimico ENI.

Anche a causa di questa incombente presenza, il territorio comunale condivide con Livorno la triste titolarità di una delle 42 aree SIN italiane (Siti di Interesse Nazionale) e una media di mortalità generale e per tumore più alta della media toscana. Sono 195 gli ettari tutti ancora da bonificare, nonostante la presenza di idrocarburi e altri composti cancerogeni, rintracciati anche a otto metri di profondità e nelle acque di falda.

Da anni i residenti di Stagno chiedono a gran voce l’avvio delle bonifiche, inutilmente. Il Comune sostiene che sta facendo il possibile per sbloccare la situazione, ma a quanto pare ha anche altre priorità. Il Tirreno del 23 aprile ci informa infatti che a breve i cittadini di Collesalvetti verranno gratuitamente addestrati in lezioni all’aperto, gestite da una campionessa di karate.

È l’Assessora al sociale (oltreché alla cultura, alla scuola e alle politiche educative) che espone la sua iniziativa, dettata dice, dalla volontà di “non lasciare soli i cittadini”.

Soli di fronte a cosa? ci si chiede.

Non davanti ad atti di violenza di genere, si risponde, visto che “grandi problemi da questo punto di vista nel nostro territorio non ce ne sono stati”.

Ma furti sì, viene precisato. Da cui si deduce che i prossimi karate kids di Collesalvetti potranno opporsi con colpi di punta e di taglio a chi scappa con la refurtiva, col probabile risultato di mettere ancor più a repentaglio la propria incolumità.

E poi, si aggiunge, “non dimentichiamoci che siamo alla periferia di una grande città”. Che poi sarebbe Livorno (è tutta una questione di proporzioni) vista evidentemente come una specie di Gotham City da cui trasudano violenze inenarrabili.

D’altra parte, conclude l’Assessora, “il mondo sta cambiando in peggio, e in maniera esponenziale. Dunque abbiamo il DOVERE di farci trovare pronti, nel caso se ne presenti la necessità“.

Sicché, dopo le adunate con il salto nei cerchi di fuoco organizzate nel ventennio fascista per esaltare l’italico valore, ecco che una giunta di centrosinistra vara questa pantomima di “sicurezza” alla quale avrebbero il “dovere” di partecipare bambini (sono ammessi quelli da dodici anni in su), signori e signore in sovrappeso e anziani con la sciatalgia.

E siccome è difficile pensare seriamente che con qualche lezioncina si possa davvero arruolare un esercito compatto, capace di difendersi efficacemente da taccheggiatori e topi di appartamento, non resta che immaginare che il Comune intenda perseguire una strategia più ampia e diabolica: diffondere financo a Collesalvetti un paradigma basato su “soluzioni” securitarie e individualiste, anziché svolgere appieno la propria funzione pubblica.

La quale non consiste, ci pare, nell’addestrare i cittadini a menare le mani, ma nel ricreare il tessuto economico, sociale e culturale nel quale i comportamenti illeciti non attecchiscono: insegnare a fare comunità, insomma, non a botte.

Su una cosa però concordiamo: il mondo sta davvero cambiando in peggio. Forse con la collaborazione attiva di qualche assessore.

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