La città di Firenze ha registrato nuovi aumenti record degli affitti: stiamo vivendo una crisi abitativa senza precedenti. Nei primi mesi del 2025, il capoluogo toscano ha registrato un incremento record dei canoni di affitto, con un aumento medio del 19,6% per stanze e appartamenti, posizionandosi tra le città europee con la crescita più elevata. Questo fenomeno ha avuto un impatto significativo sulla popolazione residente, soprattutto su studenti e famiglie a basso reddito.
💰 Prezzi alle stelle
Secondo i dati di Idealista, il canone medio a Firenze ha raggiunto i 22 euro al metro quadrato, con un incremento del 5,3% rispetto all’anno precedente . In alcune zone centrali, come l’Oltrarno, si sono registrate richieste di affitto fino a 2.500 euro al mese per 15 metri quadrati, mentre in zone come Novoli i prezzi si aggirano intorno ai 1.300 euro per lo stesso spazio. Alla luce dei dati relativi al 2025 è possibile ricostruire una mappa delle aree maggiormente attraversate dal processo speculativo in atto.
In questi mesi Firenze ha visto uno dei rialzi più marcati del mercato degli affitti in Italia. Il canone medio ha superato i 22 euro al metro quadrato, collocandosi ben al di sopra della media nazionale. Questo significa che, per un appartamento di 60 metri quadrati, si possono spendere anche 1.300 euro al mese, esclusi costi accessori e spese condominiali.
Zone calde: dal centro a Novoli
Centro storico e Oltrarno: in queste zone altamente turistiche, i canoni possono arrivare a 2.500 euro mensili per miniappartamenti di appena 15-20 mq. L’elevata richiesta da parte di turisti e lavoratori temporanei ha gonfiato i prezzi, rendendo queste aree quasi inaccessibili per i residenti.
Campo di Marte e Gavinana: quartieri un tempo residenziali e relativamente accessibili, oggi vedono affitti compresi tra 1.000 e 1.800 euro, anche per appartamenti modesti.
Novoli e Rifredi: aree un tempo considerate più economiche, ora hanno subito un rincaro di oltre il 30% rispetto al 2023, con affitti che partono da 1.300 euro per bilocali.
🏘️ Affitti brevi e mercato turistico
Il boom degli affitti brevi ha contribuito all’aumento dei prezzi, con oltre 19.000 appartamenti destinati a turisti a Firenze. Questo fenomeno ha ridotto la disponibilità di alloggi a lungo termine per i residenti, spingendo molte famiglie e studenti a cercare soluzioni nelle periferie o in comuni limitrofi, con conseguente aumento dei prezzi anche in queste aree.
🧑🎓 Impatto sugli studenti e famiglie
Per molte famiglie fiorentine, l’affitto rappresenta oltre il 40% del reddito mensile, ben oltre la soglia del 25% considerata sostenibile . Gli studenti fuori sede sono tra i più colpiti, con una crescente difficoltà nell’accesso a soluzioni abitative adeguate.
I giovani sono tra i più penalizzati. Molti universitari non riescono più a trovare stanze singole sotto i 600-700 euro, una cifra che solo pochi riescono a permettersi senza aiuti familiari. In risposta, si assiste a una vera e propria “migrazione urbana” verso comuni limitrofi come Scandicci, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, dove però anche lì i prezzi stanno rapidamente salendo per effetto domino
Secondo alcuni dati rilevati dall’Irpet nel 2024:
1️⃣ Il 40% dei lavoratori del turismo toscano guadagnano meno di 8000 € lordi all’anno, confermandosi quindi come lavoratori poveri;
2️⃣ Il 22% dei lavoratori percepisce un reddito medio da lavoro inferiore ai 22 € al giorno, testimoniando l’esistenza dilagante di contratti part-time involontari o altre forme di contratti poveri;
3️⃣ Il 50% dei lavoratori nel settore turistico toscano è di età inferiore ai 34 anni.
A ciò si aggiunga poi che, spesso, i contratti proposti raramente durano più di un paio di mesi. E, parallelamente, i contratti a tempo indeterminato risultano essere un miraggio. Fattori, questi, che incidono negativamente sulla possibilità di affittare casa o costruire una propria autonomia per i più giovani. A questo proposito, una classe lavoratrice precaria e instabile diviene destinataria delle conseguenze derivanti dai processi di gentrificazione, che si traducono in espulsioni sociali e povertà diffusa.
Se da un lato è sempre più pressante il mantra secondo cui “Il turismo è la locomotiva dell’economia italiana”, dall’altro le contraddizioni di questo modello economico sono ormai insostenibili.
È necessario precisare, infatti, di quale turismo si stia parlando. Il turismo a cui stiamo assistendo risulta essere soltanto la locomotiva degli interessi di una ristretta minoranza della popolazione. E a subirne le conseguenze sono coloro che, in questa città, ci vivono e ci lavorano.

Lorenzo Villani

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