Fermiamo la strage degli omicidi sul lavoro per un primo maggio di protesta e lotta

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La strage quotidiana sui posti di lavoro continua e non accenna a rallentare, scrive il coordinamento Ogni giorno è il Primo Maggio nel comunicato che presenta la manifestazione e il corteo che parte alle 14,30 da via Mariti a Firenze. Il governo Meloni ha approvato un decreto che non produrrà alcun effetto concreto e che non servirà né a colpire i responsabili, né a invertire la rotta degli incidenti e delle morti sul lavoro. Il Primo Maggio pertanto non può essere una festa, ma una giornata di lotta e protesta incentrata sul tema degli omicidi sul lavoro, che si inserisce in un contesto nazionale e internazionale di tendenza alla guerra, carovita alle stelle e dismissioni di aziende, tutti fattori che concorrono a rendere più difficile il contesto nel quale ci troviamo a vivere.
Occorrono interventi strutturali per combattere la condizione di ricattabilità in cui si trovano milioni di lavoratori – prosegue il comunicato –. Questo è uno dei nodi alla base delle morti, dei tanti infortuni e di un generale abbassamento delle tutele in materia di salute e sicurezza. In primo luogo va cancellato il sistema degli appalti (altro che ce lo chiede l’Europa!), rimettendo in discussione la legge Biagi del 2003 e le successive modifiche, tra cui gli appalti a cascata. Va cancellato il Jobs Act per eliminare gli effetti nefasti che ha determinato nel mondo del lavoro.

Occorre stabilire una parità normativa, retributiva e contrattuale per tutte le lavoratrici e i lavoratori che si trovano a operare in un cantiere come anche in qualsiasi altro luogo di lavoro.

È necessario inoltre cancellare la Legge Bossi-Fini, per rompere il nesso tra contratto e permesso di soggiorno che mette sotto ricatto centinaia di migliaia di lavoratori migranti. Occorre infine introdurre il reato di omicidio sul lavoro, per costruire uno strumento di deterrenza efficace e concreto, e rafforzare la figura degli RLS, proteggendoli dalle ritorsioni dei padroni e dotandoli di maggiori poteri di intervento e di denuncia. Il Governo e la politica istituzionale, con la collaborazione dei sindacati complici, appaiono sordi e ciechi di fronte alla strage.

È urgente continuare a tenere viva la mobilitazione in difesa delle vite delle lavoratrici e dei lavoratori. Occorre dare continuità alla mobilitazione che ha visto il 23 marzo a Firenze scendere in piazza migliaia di persone contro la strage nei luoghi di lavoro e per un parco pubblico intitolato alle vittime di via Mariti.

Ogni giorno è il 1 Maggio

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Redazione

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