La trappola, diario d’Italia. Gli anni della contestazione e la bomba di Piazza Fontana

  • Tempo di lettura:4minuti

Aver letto Darkland induce, obbligatoriamente, a leggere La trappola. Cosa ci riserva Paolo Grugni? Ti trovi di fronte addirittura a 730 pagine, e la domanda ci sta tutta. L’Italia: un paese afflitto da anni che dal dopoguerra hanno segnato un conflitto mai rimarginato, che non ha mai fatto i conti con ciò che questi anni hanno voluto dire. Dal ’45 in poi, dalla liberazione dal fascismo, sono molti gli anni che hanno segnato la storia di questo paese. Gli storici si susseguono nel dare valutazioni, nel ricostruire il senso di periodi che hanno contraddistinto la storia politica di questo paese.  In tanti, tendono ad assimilare anni che, apparentemente, non hanno collegamento. Addirittura, ed è legittimo, a proposito degli anni ’70 qualcuno, come fanno Massimo Battisaldo e Paolo Margini, parla di “decennio rosso”.

Paolo Grugni con il suo La Trappola, ci porta a prendere in considerazione due anni, molto ma molto importanti per ciò che avviene: 1968-69. Lo fa attraverso la figura del commissario Sergio Malfatti ed una cronologia scadenzata da colpi e contraccolpi. E’ un commissario declassato negli incarichi, che ha a che fare con tentativi di colpi di stato (De Lorenzo), con le infiltrazioni in ambienti sospetti, anarchici in primis. L’autore non tralascia niente di quanto accadde in quel biennio: è un lungo elenco che va dallo spionaggio alla FIAT, a Roberto Calvi, Michele Sindona, il Banco Ambrosiano, lo IOR, il traffico di droga, il Viet-Nam ed Irlanda dl Nord, i rapimenti in Sardegna, Gladio, la P2 e Licio Gelli, il ritorno impunito dei fascisti nei posti che contano, ritorno di qualcosa che in realtà non è mai andato via. Fino ad arrivare al palazzinaro Silvio Berlusconi, un maestro nel saper usare, a proprio vantaggio, la macchina della pubblicità (ne sapremo qualcosa anni dopo), Vallanzasca ecc… Il tutto in una Milano in trasformazione, con le sue case di ringhiera, lo scempio urbanistico e la crisi abitativa, con una guerra in corso per il controllo di night, bische e prostituzione, una guerra tra emergenti e vecchia guardia della malavita, emblematico a questo proposito il richiamo alla Banda Cavallero/ “ Banditi a Milano “, una guerra che vede il passaggio del controllo del malaffare dalla ligera alla mafia.

Malfatti mette in mezzo il suo fiuto, derivato dall’essere stato partigiano e comunista che crede sempre meno nelle istituzioni e si domanda: “ Per quanto lasceranno fare? visto che chi detiene il potere è alla ricerca dello scontro per destabilizzare il paese… è in arrivo un colpo di stato, chi lo può fermare?”.

In questo clima si verificano attentati che sono solamente una messa in scena, un depistaggio per attaccare realtà che non c’entrano niente, ad esempio il capro espiatorio impersonificato dagli anarchici, ed ovviamente Calabresi, Valpreda e Pinelli. Malfatti, milanista accanito, si deve confrontare con inchieste ostacolate, con la propria vita privata sotto controllo, indagini su traffici di droga ed animali dopati con conseguenze a livello giudiziario e penale. Un commissario che si divide tra essere un individuo pensante e libero ed allo stesso tempo uomo delle istituzioni.

Quanto ci viene descritto è una vera e propria crisi di regime più che di governo, che, prendendo in prestito Gramsci, si potrebbe definire organica. Di particolare interesse, e sicuramente utile, è la bibliografia finale, alla quale chi in futuro si misurerà con quel periodo, dovrà inserire anche La trappola. E’ un libro che possiamo accostare a Proletari senza rivoluzione di Del Carria e Milano e la violenza politica di Davide Steccanella, un libro che evidenzia il connubio tra mondo degli affari ed eversione.

Le pagine descrivono anche le figure di Moro e di Berlinguer, con il suo partito, il PCI partito dell’ordine, senza alcun complottismo di sorta, ma con la capacità di valutare che senso hanno nel contesto in cui si muovono, anni e personaggi. E quindi la strage, la strage di stato, con la caldaia, sempre lei, in prima fila da usare come scusa da vendere, da dare in pasto; con i suoi effetti come una scena di guerra. Perché anche se tutto ricomincerà come prima, arriveranno altre bombe e la paura non farà più così paura. Un invito: Grugni/Malfatti ha di fronte a sé un biennio che ha contraddistinto la storia di questo paese, e sul quale è d’obbligo mettere mano.

Paolo Grugni, La trappola. Diario d’Italia. Gli anni della contestazione e la bomba di Piazza Fontana, Laurana, Milano 2024, pp 736, euro 24

The following two tabs change content below.

Edoardo Todaro

Oltre a svolger la propria militanza tra realtà autogestite (CPA) e sindacali (delegato RSU Cobas presso Poste spa) è appassionato di letture, noir in particolare. È tra i collaboratori, con le proprie recensioni, del blog Thriller Pages

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *