2008-03-27 19:12:00
>Si parla molto di Ataf, del suo bilancio che è in perdita per 4 milioni di euro, dell’interesse della francese RTP all’acquisto di una quota, della confusione nel suo C.d.A. non migliorato dall’arrivo del direttore Allegra (uomo di Veltroni e Domenici), della rottura tra lavoratori e azienda. Sull’assetto di Ataf ribadiamo quello che abbiamo sempre sostenuto: anche a Firenze occorre un’unica società tutta pubblica che gestisca sia il trasporto pubblico che la sosta. Solo così può essere garantito un buon servizio e il pareggio di un bilancio che compenserebbe le prevedibili perdite del trasporto pubblico con i guadagni della gestione della sosta. Ma le cose vanno in tutt’altra direzione, con la sosta che arricchisce le casse dei privati di Firenze Mobilità e l’ombra della privatizzazione incombente sul dissesto di Ataf. Il clima rovente si surriscalda ancora di più se si guardano i rapporti tra lavoratori e azienda. I numeri delle due assemblee del 25 marzo parlano chiaro: tra operai e impiegati 147 favorevoli alla revoca dell’accordo con l’azienda e solo 3 contrari; tra gli autisti 262 favorevoli e 8 contrari. E la stessa RSU, l’organismo direttamente eletto dai lavoratori, ha bocciato nettamente l’accordo. I motivi vanno dal contratto di tipo individuale dei nuovi assunti fino alla sicurezza sui mezzi e gli orari di lavoro. Su tutto pesa come un macigno la preoccupazione per il futuro di una partecipata che il Comune mostra di non aver sostenuto neppure con la richiesta minima dei dipendenti, quelle corsie preferenziali che avrebbero reso il servizio più appetibile. Il dubbio che Palazzo Vecchio voglia vendere a privati quote della propria partecipata si fa sempre più concreto. Un bel fallimento per la giunta Domenici e per l’intero sistema di mobilità pubblica.

Redazione

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