2010-01-31 18:25:09
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<p style="margin-bottom: 0cm;">[La Repubblica Firenze, 31/01/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Chi lo dirà ai padri e alle madri di Viareggio, che hanno perso ragazzi di 18 o 20 anni, che lo Stato rinunzia ad accertare la verità e le responsabilità per la morte dei loro cari, solo perché l´indagine e il processo si sono rivelati complicati e difficili?», chiede il procuratore generale della Toscana Beniamino Deidda. Fuori dall´aula bunker di Santa Verdiana, dove ieri mattina è stato inaugurato l’anno giudiziario, hanno manifestato per ore, intirizziti sotto la pioggia, i familiari delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009, «senz´altro l´incidente più grave avvenuto nel dopoguerra in ambito ferroviario», ha detto il pg Deidda. L´indagine è estremamente complessa «sia per la dinamica dell´incidente sia per la farraginosità di una normativa tecnica abbondante e disordinata», ma le responsabilità saranno accertate «con tempestività e rigore». E´ un impegno che Deidda si è assunto pubblicamente, anche a nome dei magistrati di Lucca. Ma tutto sarà vano se interverrà il processo breve, che manderà in fumo «delicatissimi processi penali caratterizzati da lunghe e complesse indagini e da costosi accertamenti dibattimentali». Parti offese e imputati innocenti non riceveranno alcuna tutela, che sarà invece accordata agli «autori di reati anche gravissimi, ai quali non parrà vero che lo Stato decida di decretare la fine del processo»: «Questo non è il processo breve, è il processo negato».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">L´affanno della giustizia è innegabile. Il presidente dell´ordine degli avvocati Roberto Russo ha ricordato che al tribunale di Firenze una causa civile dura in media 900 giorni e in appello 771. Il presidente della Corte d´Appello Fabio Massimo Drago ha documentato che mancano magistrati (in Toscana sono 380 invece di 448) e personale: le stesse piante organiche sono insufficienti e le procedure asfissianti. «Accanto alle riforme si trovino i mezzi per potenziare le procure», ha detto il vicepresidente del Csm Nicola Mancino: «Non solo le carceri ma anche gli uffici giudiziari sono in emergenza». E non perché i magistrati siano fannulloni e «disturbati mentali». Quando ha preso la parola il rappresentante del ministro, Arcibaldo Miller, una ventina di loro, con la Costituzione in mano, è uscita dall´aula: «Basta insulti e aggressioni, basta falsità, basta riforme distruttive». «Il processo breve – ha detto il giudice Luca Minniti – è lo sterminio dei diritti dei cittadini e degli imputati innocenti».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Franca Selvatici

Redazione

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