In piazza la rabbia degli operai Seves: «Ora riparta l’attività»

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2010-01-31 18:40:37

><p style="margin-bottom: 0cm;">[L’Unità Firenze, 31/01/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Sotto la pioggia, quasi trecento persone sfilano in corteo da piazza Dalmazia a piazza Tanucci per difendere la Seves. Al loro fianco, i colleghi di crisi dell’Eutelia e della Decoritalia. Ci sono i tamburi a ritmare il passo, ma l’umore è cupo. Domani in Provincia sarà sottoscritto l’accordo tra le parti sociali e l’azienda che da subito e per 12 mesi garantirà la Cig straordinaria agli operai della fabbrica di mattoni in vetro di Castello (163 di cui 135 cassintegrati a zero ore da un anno). Quel protocollo però non piace ai lavoratori per la condizione imposta dall’azienda (realizzazione del forno e ripresa dell’attività a patto che vengano commercializzati 600mila pezzi al mese per 4 mesi), «praticamente impossibile da realizzare» dice Marco Pinotti della Rsu. Non piace perchè è priva di un piano industriale che dia certezze sulla permanenza della Seves a Firenze, evocando anzi il sospetto di eventuali speculazioni edilizie. Né fa cenno alla data di ripartenza della produzione, chiesta ripetutamente dai cori del corteo. Eppure i lavoratori quell’accordo lo hanno recentemente approvato in assemblea. Tra i manifestanti, c’è chi lo reputa un «ricatto» che ha fatto leva «sulla paura degli operai » che altrimenti non avrebbero ricevuto l’anticipo di Cigs. E «stare mesi senza stipendio col mutuo e due figli da mantenere è dura» dice Alessandro, che è alla Seves da 25 anni e ora «spera almeno di arrivare alla pensione». Il malumore lungo il corteo cresce quando inizia a circolare un volantino anonimo che riporta i nomi dei dirigenti Seves che secondo indiscrezioni starebbero cercando lavoro in altre aziende. «Se è vero vuol dire che le stesse persone con cui domani tratteremo non hanno alcuna fiducia sul futuro della Seves» denuncia Luca Paoli della Filcem Cgil. Di accordo «firmato con le spalle al muro» parla anche il vicesindaco Dario Nardella, presente insieme a molti altri rappresentanti politici (oltre al Pd, Prc, Verdi, Sinistra per la Costituzione, Sel). Nardella annuncia che il Comune farà di tutto «per tenere la Seves a Firenze» e non abbasserà la guardia «sul vincolo di destinazione d’uso dell’area », nè smetterà di fare pressione sui maggiori fondi azionisti (Ergon e Vestar) «che devono rispettare gli impegni presi».Manonostante tali garanzie, l’accordo che si apprestano a firmare ai lavoratori non smette di sembrare una debaclè. La battaglia non è finita.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Valentina Buti

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