2010-02-06 08:51:40
>[Da La Nazione Firenze, 06/02/2010] Un affare da 40 milioni di euro in un anno, un sogno di incamerare circa mezzo miliardo, un’asta colossale che dovrebbe servire a ripianare i bilanci e a razionalizzare gli investimenti del Comune. Con un obiettivo che, per ora, resta ancora proibito. Il monopoli dei palazzi che la giunta sta cominciando a giocare ha tante cartelle di «imprevisti» lungo il suo percorso. Fra i gioielli di famiglia che il sindaco Renzi ha deciso di mettere in vendita ci sono anche gli uffici comunali di via Nicolodi. Si trovano nello stesso edificio dove c’è l’Istituto per ciechi. L’opposizione è convinta che non possano essere messi all’asta. Quell’immobile — spiegano dai banchi del centrodestra — fa parte delle proprietà che il Comune ha ereditato, o che ha ricevuto in donazione ed è quindi vincolato alla funzione pubblica. E anche se l’ostacolo, alla fine risultasse aggirabile, servirebbero comunque tempi lunghi per arrivare a vendere. L’elenco delle vendite impossibili secondo i consiglieri Marco Stella e Stefano Alessandri conta numerosi esempi. Dagli uffici di via Giotto (una ex scuola) a quelli occupati all’università di via di San Salvi. Ci sarebbero a loro parere problemi anche gli appartamenti in piazza Santo Spirito. Le aste sono già andate deserte. «E poi ci sono immobili — insistono — che hanno avuto un cambio di destinazione d’uso sui quali pende una sentenza della corte costituzionale». E qui gli esempi sono eclatanti. Si parla degli immobili al piazzale Michelangelo (i due bar in piazza Poggi e in piazza Galileo), ma anche dell’attuale sede del teatro Comunale. In quest’ultimo caso non sarebbe a rischio ‘solo’ il bilancio, ma l’intera operazione del nuovo Polo musicale. Se la vendita del vecchio Teatro Comunale salta, la costruzione del nuovo auditorium, promesso per il 2011, andrebbe l a rotoli. Il primo avviso d’asta pubblica per la vendita dell’immobile è già andato deserto e si è trascinato via la base d’asta di 44 milioni di euro. Il secondo avviso, fissato fra poche settimane, ha abbassato la ‘base’ a 35milioni di euro. Ora la notizia della sentenza della Consulta ributta all’aria le carte. Allungare la procedura per la vendita rischia di mettere a serio rischio non solo la data di ultimazione dei lavori del nuovo auditorium (annunciata per l’aprile 2011 in coincidenza con la prima della stagione del Maggio musicale), ma l’intera operazione. Se il Maggio trema il bilancio non starebbe meglio. Le contestazioni sulle ‘vendite’ ad alto rischio riguardano anche quegli immobili dove sono già stati investiti soldi pubblici. L’esempio è l’ex Meccanotessile. Era destinato a diventare un centro di arte contemporanea alla realizzazione del quale anche l’Europa ha partecipato negli anni. E il centrodestra (con Emanuele Roselli) chiede: «Sicuri di non dover restituire nulla?» E fra le vendite discutibili ci sarebbero anche Villa di Rusciano e il Conventino, citati dalla vicecapogruppo del Pdl, Bianca Maria Giocoli: «L’interesse pubblico va comunque salvaguardato. Chi compra villa di Rusciano potrebbe chiudere il parco per esempio?». Non piace l’idea di una vendita ‘massiccia degli immobili comunali, nemmeno al fronte delle opposizioni del centrosinistra: «Il sindaco non deve sentirsi autorizzato ad utilizzare tutte queste risorse per fare sfoggio di grandi operazioni e garantirsi un consenso personale — commenta Ornella De Zordo, capogruppo di Perunltracittà — i beni comunali sono patrimonio della collettività. Venderli potrebbe far mancare in futuro le garanzie ipotecarie perché il Comune possa contrarre, ad esempio, un mutuo. Ecco perchè l’operazione rischia di essere pericolosa». Le difficoltà sono anche sul capitolo degli acquisti: Renzi sbandiera la trattativa con l’Immobiliare Novoli per acquistare il multiplex e trasformarlo in uffici. Ma la società nicchia: sarebbe un duro colpo al progetto San Donato se, al posto di negozi e cinema, in quella struttura trovassero posto uffici comunali. Alle 5 della sera le luci si spegneranno per far posto alle «lucciole». Da qui le resistenze alle idee di Renzi.

Redazione

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