Inchiesta maxiappalti: Fusi resta in bilico

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2010-03-09 10:58:58

>[Il Manifesto Firenze, 09/03(2010]<br />Dopo le perquisizioni e i primi interrogatori  nell’inchiesta sugli appalti per i grandi  eventi, “il quadro indiziario delineato  risulta significativamente rafforzato”.  Ne sono convinti i pm fiorentini Luca Turco,  Giuseppina Mione e Giulio Monferini,  tanto da scriverlo nero su bianco nella  memoria presentata il 23 febbraio scorso  al gip Rosario Lupo, a integrazione  delle nuove richieste di custodia cautelare  che di lì a pochi giorni convinceranno  il giudice Lupo a far arrestare giovedì  scorso gli alti funzionari statali Angelo  Balducci e Fabio De Santis (entrambi già  detenuti), insieme all’imprenditore “sciacallo”  Francesco Maria De Vito Piscicelli  e all’avvocato amministrativista romano  Guido Cerruti. In particolare per quest’ultimo  – defi nito “personaggio chiave” dal  giudice dele indagini preliminari – i pm  segnalano che la perquisizione “ha consentito  di reperire documentazione che  riscontra perfettamente il contenuto dei  dialoghi intercettati”. Dialoghi che lo indicano  come uno snodo fondamentale,  dietro maxicompensi dietro i quali la procura  fi orentina individua le tangenti da  versare ai funzionari statali corrotti – nella  strategia di avvicinamento fra la Btp di  Riccardo Fusi e quella che è stata definita “la cricca della Ferratella” di Balducci,  De Santis &c. In particolare i sostituti  procuratori, di fronte alla richiesta dei  difensori di spostare per competenza a  Roma l’inchiesta sugli appalti fiorentini,  segnalano che il patto corruttivo avviene  il 28 febbraio 2008 all’Una Hotel Vittoria  di Firenze, sia per quanto riguarda la  manovra politica che dovrebbe riportare  a Btp la grande commessa della Scuola  marescialli carabinieri, sia per i futuri appalti  per i “grandi eventi”. “Quella sera –  ricordano i magistrati Mione De Gregorio  e Turco – De Vito Piscicelli accompagnato  da Pierfrancesco Gagliardi e Riccardo  Fusi si incontrano a Firenze presso l’Una  Hotel Vittoria: De Vito Piscicelli propone  a Fusi di concludere un patto corruttivo  che prevede la messa a disposizione  dei funzionari ministeriali, anche in favore  della Baldassini Tognozzi Pontello, sia  con riferimento alla Scuola, sia con riferimento  alle prossime gare di appalto. Piscicelli  propone che Fusi proceda al pagamento  di una somma di denaro in favore  dei funzionari ministeriali, una volta  che la Btp sarà re-immessa nel possesso  del cantiere. Invece per quanto concerne  le gare di appalto, De Vito Piscicelli,  che ha già ‘a disposizione’ i pubblici  funzionari, è interessato al coinvolgimento  di Fusi in ragione delle capacità economiche  della Btp, con cui potrà agire in  raggruppamento temporaneo di imprese  al fi ne di accedere ad appalti di maggior  rilievo. A questa proposta l’adesione  di Fusi è immediata”. Anche se non è  stato arrestato (ma la procura ha fatto ricorso),  resta quindi delicatissima la posizione  di Riccardo Fusi. Anche per questo  i pm fiorentini hanno deciso di rinviare a  data da destinarsi il suo interrogatorio,  richiesto dai legali Sandro Traversi e Sara  Gennai e inizialmente fissato per domani.  E non è stata ancora fissata neanche  la data in cui il tribunale del Riesame sarà  chiamato a esprimersi sul ricorso dei  pm che chiedono l’arresto di Fusi. Un arresto  motivato dal fatto che Fusi “non risulta  episodicamente coinvolto nel fatto  corruttivo contestato ma gestisce le  società del gruppo non disdegnando affatto,  ed anzi reputando una prassi ordinaria,  quella di cercare collusioni con i  pubblici ufficiali con i quali viene in contatto.  Inoltre Fusi ha ritenuto di comunicare  agli organi di stampa la propria versione  dei fatti, ammettendo di aver chiesto  in più occasioni aiuto a Denis Verdini  e giustificandosi con il solito ‘così fan  tutti’. Fusi tra l’altro assume di non aver  mai ricavato alcunché dalla propria vicinanza  con il Verdini, ma trattasi di circostanza  non rispondente a verità, come  emerge dalle conversazioni intercettate,  da cui risulta con evidenza che il Fusi  non si è limitato a chiedere ‘aiuto’ a Verdini,  ma ha ottenuto dal predetto (tramite  l’interessamento di Verdini con il non  indagato ministro Altero Matteoli, ndr) la  nomina del De Santis all’importante incarico  di provveditore alle opere pubbliche  della Toscana”. A proposito del coordinatore  del Pdl Denis Verdini, i magistrati  della procura diretta da Giuseppe  Quattrocchi annotano: “Quando è stato  sentito, ha sostanzialmente ammesso,  reputandolo un fatto assolutamente  neutro dal punto di vista penale, di essere  stato più volte sollecitato dall’imprenditore  Riccardo Fusi affi nché lo sponsorizzasse  politicamente presso il ministro  Matteoli. Ministro che non ha alcun ruolo  penalmente rilevante nella vicenda”.

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