Il 29 marzo al cinema Aquila di Roma il team di OttolinaTV ha convocato un incontro con il mondo di coloro che non si riconoscono nella politica esistente e nemmeno nella sinistra superstite alla tempesta neoliberale. Presenti con interventi dal vivo o da remoto molti collaboratori della testata che ha iniziato da alcuni anni a fare informazione alternativa usando soprattutto lo strumento di interviste e conversazioni con esperti dei vari settori.
La presenza letteralmente straripante di partecipanti ha dato la misura di quanto bisogno ci sia di informazioni e analisi corrette. La sala del cinema si è riempita velocemente e sono cresciuti gli assembramenti fuori sui marciapiedi e per strada, tanto da costringere gli organizzatori con improvvisato sistema di altoparlanti.
Il successo di questa iniziativa è sicuramente, tra le altre cose, una dichiarazione di non fiducia nel sistema dei media principali posseduti o controllati da potenti gruppi economici e finanziari che gestiscono la politica di interi stati. È anche la prova della voglia di una vasto numero di persone di una informazione corretta, di una lettura con griglie interpretative che non siano ridicole riduzioni della realtà politica nazionale e internazionale a favole dove le versioni di Palazzo Chigi, del Pentagono, della Casa Bianca, di Wall Street sono imposte come verità.
La stanchezza e lo sconforto che serpeggia tra le strade ormai è palpabile, la voglia di alternative concrete è forte.
Il susseguirsi di interventi ha reso chiaro non solo posizioni alternative a quelle mainstream, ma anche il clima necessario per ottenerlo; una politica alternativa che non sa ridere e irridere chi distrugge il mondo non ha la forza di vincere. Ma i temi trattati sono stati tutto fuori che leggeri; già i primi, di Angelo D’Orsi, Giulia Bertotto e Pino Arlacchi si sono concentrati su quella mostruosità in diretta che è lo sterminio dei Palestinesi. Stefano Orsi ha fatto una sintesi delle bufale su la guerra in Ucraina e ha ricordato che quello è un conflitto tra Usa e Russia per interposta persona e che la Nato ha perso. Andrea Zhok ha preso di mira il sistema mediatico identificandolo come il maggior pericolo per una politica coerente. Gli altri partecipanti visibili nella locandina hanno parlato del disastro per il mondo del lavoro, dei salari che non sono più sufficienti per non cadere nella povertà, della tirannide delle oligarchie che dominano l’Europa. Gli interventi sono finiti con Geminello Preterossi che ha concluso cercando di spiegarsi come sia stato possibile per la cultura italiana precipitare da Gramsci a Michele Serra.
La proposta di OttolinaTV è di non essere seriosi e paludati, di dismettere la prudenza per non irritare troppo ciò che rimane di una sinistra che si pretende riflessiva, ma che ha perduto spirito critico. Parla con un linguaggio diretto, popolare, evita il linguaggio accademico e non si perita a usare toni irriverenti e non politicamente corretti; cerca di rivolgersi a quel 99% di persone che ritiene i suoi referenti, parla con la loro lingua per farsi intendere, che un mondo nuovo si costruisce anche con un linguaggio senza ipocrisie.
OttolinaTV rifiuta la retorica della propaganda dell’élite, come nel caso di questa Unione Europea che non è più nemmeno un’ombra di quella promessa di pace fatta dopo la seconda guerra mondiale, ci dice chiaramente che ormai la Commissione Europea è una gabbia di matti razzisti che ci vogliono in guerra. E le persone sentono di essere in sintonia col tono diretto e semplice con cui viene detto che il re è nudo. Ci si burla delle seriose analisi di personaggi che non ne hanno azzeccata una sul conflitto in Ucraina, come il plurinominato Mario Draghi che vedeva la Russia in ginocchio dopo poche settimane per via di sanzioni che invece stanno distruggendo la stessa EU. Si dice finalmente senza timori che quella scatenata e provocata in Ucraina dalla Nato è soprattutto una guerra all’Europa.
Ottolina rifiuta la paura che vorrebbero infliggerci con dosi di ironia beffarda e diretta, ridendo di quella élite e portando alla luce la sua miseria morale e culturale.
Sarà la volta buona? Prima o poi dovremo trovare un filo di una Arianna! Il saluto è stato un arrivederci al 5 aprile alla manifestazione di Roma contro la guerra; anche se indetta da un movimento su cui c’è chi storce il naso, davanti alla guerra non si possono fare troppe distinzioni. Peccato che nello stesso giorno a Firenze ci siano molte iniziative importanti.

Tiziano Cardosi

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