L’ultimo giorno di Gaza: 9 maggio, l’Europa contro il genocidio

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Una giornata solo per Gaza, la prima di un percorso per “rompere il silenzio colpevole” su quello che da un anno e mezzo, senza sosta, sta succedendo sulla Striscia e anche sulla Cisgiordania. “Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora”.

La data scelta dai promotori di una lettera pubblica per un’azione diffusa, dal basso e online, ha un
preciso significato. È il 9 maggio, la giornata in cui tradizionalmente si celebra l’Europa e il suo processo di unificazione. Non è certo casuale. “Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.”

La scelta di utilizzare le potenzialità della rete – i social, i canali video, i siti – ha un preciso obiettivo: allargare la partecipazione anche a chi non scende in piazza, ma esprime da mesi il proprio disagio, il senso profondo di impotenza sulla strage in corso e sull’inazione dei governi, soprattutto di quelli europei e occidentali.

Non a caso la parola chiave usata, lo hashtag da diffondere nella rete, spinge sulla responsabilità individuale e collettiva: #GazaLastDay, #UltimogiornodiGaza. Dopo ben oltre cinquantamila palestinesi uccisi dalle forze armate israeliane, di cui almeno un terzo bambini, e un territorio, quello di Gaza, quasi completamente distrutto dai bombardamenti. I firmatari sottolineano “la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale”.

La rete – prosegue la lettera – è “il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza. Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza”. Alla rete si uniranno anche incontri in diverse città italiane in cui si userà lo stesso hashtag, in un processo di osmosi tra la realtà fisica e quella online.

A promuovere la vera e propria ‘chiamata a raccolta’ sono, in ordine alfabetico, Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo. E a sostenere la lettera pubblica sono oltre centocinquanta persone che appartengono a diversi mondi professionali e culturali. Tutte accomunate dall’urgenza, dal tempo che sta finendo. Chi vorrà partecipare a #UltimogiornodiGaza può inviare comunicazioni sulle iniziative a una e-mail dedicata: 9maggioxgaza@gmail.com

#ultimogiornodigaza #gazalastday

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