LE MAFIE IN TOSCANA

di Graziana Corica e Rosa Di Gioia
Edizioni perUnaltracittà 2021

Le analisi sulle presenze criminali in Toscana tratteggiano un’immagine ben lontana da quella delle altre regioni del centro-nord. Secondo le ricostruzioni delle agenzie di contrasto, l’area appare potenzialmente permeabile, grazie al relativo benessere che la caratterizza, ma non appartenente alle «terre di mafia». Inoltre, secondo le rappresentazioni diffuse dai media, diversi sarebbero gli ostacoli che i gruppi criminali incontrerebbero nei tentativi di infiltrazione, tutti riconducibili alle specificità politiche e culturali regionali, quali ad esempio la solida cultura civica, la sensibilità della classe politica locale. Rientra in questo quadro anche la solerzia degli apparati di contrasto che, a partire dagli anni Novanta, sono simbolicamente rappresentati dalla figura di Antonino Caponnetto, ex magistrato e membro dei pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La realtà appare tuttavia più complessa e articolata, un’analisi diacronica, un focus su alcune aree della regione e sui diversi tipi di presenze mostrano come taluni elementi di contesto possano favorire l’infiltrazione in specifici settori economici.

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